<bgsound src='URL_MP3' loop='infinite'>

Re Artù:La verità oltre la leggenda

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

sabato 2 maggio 2020

Spiriti Magici del Piccolo Popolo Fate dell'Acqua

Fate dell'Acqua



L’Acqua è Elemento di rigenerazione e purificazione, e in molti miti è vista come protagonista dell’origine della vita. L’acqua poteva anche guarire, e spesso era ad essa e alle entità che la rappresentavano, che le popolazioni antiche si rivolgevano per ottenere la grazia della guarigione.  Nonostante la nuova religione abbia più volte combattuto i culti dell'acqua, la devozione popolare ha sempre continuato ad attribuire un valore sacro a tale elemento. 
Per le popolazioni nordiche, ad esempio, l’acqua contenuta nel ghiaccio primordiale si sciolse grazie al vento caldo del Sud, gocciolò e diede origine al primo essere vivente, il gigante Ymir.  In molte altre tradizioni l’Acqua rappresenta il Caos primordiale, da cui emergono le terre e da cui ha origine la vita. La stessa Afrodite(Venere,nell’antica Roma), Dea dell'Amore e della Bellezza affascinante, era nata dalla schiuma del mare (afros in greco significa schiuma bianca) e le sue sacerdotesse, ogni primavera, si bagnavano nel mare e ne riemergevano vergini a sottolineare il potere rigenerante e purificante dell'acqua.
Nei miti babilonesi, invece, all’inizio di tutto esisteva solo la distesa delle acque primordiali; da questa distesa si separarono due principi, l’uno rappresentante le acque dolci su cui poggiava la Terra, l’altro le acque salate, e quindi il mare, da cui uscirono tutte le creature.
Le Fate dell’Acqua sono di aspetto delicato, ma tra tutte le Fate degli Elementi sono forse tra le più forti e più belle . Esse vivono tra le acque dei fiumi,delle cascate, e delle sorgenti, in limpidi laghi o nelle profondità dei mari, donando gioia agli umani con canti ammaliatori e seducenti danze. 

Medianiche e intuitive come la Luna, pianeta che governa l'elemento dell'Acqua, le Fate dell'Acqua  hanno uno spiccato potere magnetico e attrattivo e sono dotate di forte empatia.
Inoltre,Le Fate dell'Acqua sono quelle che conoscono i segreti dell’inconscio umano e sono capaci di entrare dentro la mente degli uomini, leggendone i pensieri. Proteggono la vita e le persone dotate di poteri esoterici.

Al tramonto o alla luce dell’alba è possibile spiarle, vicino all’acqua, intente nelle loro occupazioni, ma attenzione: gli umani che si imbattono nelle Ninfe ne sono eccitati ed attratti irresistibilmente, una grande gioia li invade e, incuranti, le seguono nelle acque dove fatalmente, annegano. Dolci ed affascinanti, le Ninfe possono trasformarsi in mostri furiosi che tutto travolgono al loro passaggio. Nella leggenda germanica un esempio di Ninfa d’Acqua, che da dolce fanciulla diviene strumento di morte, è costituito dalla Lorelei.
Questa categoria di Fate comprende le Ninfe,le Nereidi,le Esperidi,le Camene,le Odine,le Silfidi,le Pelne.

Ninfe

Sono giovani fanciulle. Vivono nei laghi e ruscelli, assomigliano agli umani dalla vita in su', ma hanno la coda di pesce. 
Amano filare e tessere sulle sponde dei fiumi, ma anche danzare, cantare e nuotare nei limpidi laghetti alpini e nei torrenti. Le Ninfe emergono dall'acqua solo quando nessuno può vederle ma quando decidono di attirare a se qualche umano piacente, cantando soavemente trascinano nell'acqua chiunque vi ponga piede. Si presentano sotto forma di giovani fanciulle delicate e luminose e amano immergersi nelle fresche acque di laghi e torrenti di montagna. Creature sensualissime alle quali è quasi impossibile resistere. Se i catturati sono giovani e belli sono portati in meravigliosi castelli di corallo e di madreperla dove la vita è talmente felice da indurre gli uomini a non desiderare più di tornare a vivere sulla terra. Se però i giovani tornano nel mondo dei comuni mortali, non di rado muoiono presto poiché chi ha avuto la fortuna di guardare gli occhi di una Ninfa non può più vivere lontano da quello sguardo.
Le Ninfee. Presso i greci erano demoni femminili della natura. Donne giovani e belle, alle volte mortali, altre volte immortali, le ninfee personificano le forze divine dei monti, dei boschi e degli alberi, delle acque, dei luoghi e anche di città e stati. Fanno parte del seguito di divinità maggiori e hanno una parte importante nella mitologia, a causa dei loro amori con uomini e Dei. Si distinguono a loro volta in ninfee delle acque, del mare, dei monti, degli alberi, valli e boschi. Sulla testa portano un diadema chiamato ninfale.
Belle, innocentemente nude o ricoperte da leggeri veli, dimorano nei campi e nei boschi, nelle fonti e nei fiumi. Nutrici di infanti o protettrici di giovinette, mutano la loro abituale benevolenza in ostilità, quando vengono colte da occhi indiscreti. In quei casi si vendicano apparendo dalle acque di una fonte a un uomo mandandolo fuori di senno, in preda a follia profetica.
Personificano la forza naturale che si manifesta in una fonte, in un fiume, in una selva, in una grotta, su di un monte. Amano sedersi sui sassi dell’argine di un fiume o di un ruscello e stare ore a pettinarsi i loro lunghi capelli.




Nereidi
Le Nereidi, ninfe del mar Mediterraneo, erano le cinquanta avvenenti figlie di Nereo, vecchissimo dio marino, e della sua sposa, Doride. Vivevano nelle profondità marine, ma spesso salivano in superficie per aiutare marinai e viaggiatori, cavalcando delfini e altri animali marini. Le più famose erano Teti (madre dell'eroe greco Achille) Galatea, amata dal ciclope Polifemo, e Anfitrite, sposa del dio del mare Poseidone, accanto al quale è spesso raffigurata nei gruppi scultorei su un cocchio trainato da tritoni. Altre ninfe delle acque erano le Oceanine, figlie di Oceano, il grande fiume che scorre attorno alla Terra. Ninfa marina era Calipso, l'amante di Ulisse di cui canta Omero, che trattenne per sette anni l'eroe presso di sé e che lo liberò solo perché costretta da un ordine di Zeus, ma si lasciò morire di dolore per la sua partenza


Esperidi
Anche le tre Esperidi conosciute come Egle, Erizia ed Esperia (o Esperetusa), figlie del titano Atlante o d’Espero, erano Ninfe.
Con l’aiuto di un drago (Ladone), custodivano,in un giardino, un albero dalle mele d'oro, che la dea Era aveva ricevuto in dono da Gea, la madre Terra. Una delle dodici fatiche di Eracle (o Ercole, per gli antichi romani), consistette nel rubare quelle mele.


Camene
Nella mitologia romana le ninfe delle acque, talvolta identificate con le Muse, erano dette Camene. Esse possedevano il dono della profezia. Secondo il mito, una di loro, Egeria, fu consigliera di Numa Pompilio, secondo re di Roma, nella sua attività di legislatore.


Ondine
Creature assai simili alle Ninfe, vivono sperdute in mari ed Oceani, negli sperduti laghetti di montagna, o nei piccoli torrenti. Possono apparire agli uomini alle prime luci dell'alba o alle tarde ore del tramonto sotto forma di sirene, oppure assumono l'aspetto di bianca spuma o di piccola corrente. Una leggenda narra che nel Lago di Carezza (BZ) vivessero delle Ondine molto timide e un giorno, dopo un temporale sul lago, apparve l'arcobaleno ed una delle Ondine se ne innamorò tanto da indurlo a raggiungerle nelle acque del Lago. Quando l'arcobaleno s’immerse, l'Ondina lo abbracciò e lì, pare, sia rimasto per sempre, diffondendo nell'acqua i suoi meravigliosi colori.

Silfidi
Queste fate conoscono il futuro e il passato, ma non il presente. Si nutrono di rugiada e miele e traggono forza dalla luce dell'Aurora. Si narra fosse loro potere trascinare e far annegare nell'acqua i viandanti scortesi. Vivono per lo più celate nei cespugli di rose bianche, avvolte in vesti argentate, cantando dolcissime nenie. Non è difficile scorgerle danzare leggiadre nelle giornate di pioggia ma una volta accortesi di essere state scoperte scompaiono improvvisamente assieme al loro cespuglio di rose selvatiche.

Pelne
Vengono anch'esse rappresentate come creature dell'acqua trasformate da un sortilegio in verdi colombe che volano vicino a terra e non si allontanano mai dai rivi ai quali appartenevano. Se inseguite raggiungono le prime rocce e si tramutano in giovani e bellissime donne dalla voce melodiosa e dallo sguardo luminoso ed affascinante. In questa forma rivolgono volentieri la parola agli uomini dispensando consigli.


fonti

Nessun commento:

Posta un commento

Sono le di

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche