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Re Artù:La verità oltre la leggenda

il Sabba delle streghe

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Significato esoterico del Natale

Significato esoterico del Natale



Si presume che Gesù sia nato in Palestina duemila anni fa, ma questo è soltanto l’aspetto storico del Natale. L’apparizione del Cristo è soprattutto un evento cosmico: rappresenta la prima manifestazione della vita nella natura ed il principio di tutto ciò che esiste. Nel corso dell’anno il sole passa per i quattro punti cardinali (equinozio di primavera, solstizio d’estate, equinozio d’autunno, solstizio d’inverno). Nel corso di questi quattro periodi avvengono nella natura grandi trasformazioni, circolano potenti energie che influenzano la terra e tutti gli esseri che la popolano.



La Scienza Iniziatica, che ha studiato tali fenomeni, ha constatato che se l’uomo presta attenzione, si prepara e si mette in uno stato di armonia per ricevere quegli influssi, si possono realizzare in lui grandi trasformazioni. Il 25 dicembre rappresenta il momento in cui il sole è appena entrato nella costellazione del capricorno. Infatti il capricorno rappresenta simbolicamente le montagne e le grotte: è appunto nell’oscurità di una grotta (l’interiorità) che il Bambino Gesù può nascere. Per tutto il resto dell’anno la natura e l’uomo hanno svolto una grande attività. L’approssimarsi dell’inverno corrisponde alla sospensione di molte attività, i giorni si accorciano, le notti si allungano: è il momento della meditazione, del raccoglimento.


Queste attività consentono all’uomo di penetrare nella profondità del suo essere e di trovare le condizioni per la nascita del Bambino. Attorno alla data del 25 dicembre ha luogo nella natura la nascita del principio cristico (la luce ed il calore che trasformano tutto). Come vivono, invece, gli esseri umani le feste di Natale? Festeggiano gareggiando con ansia spasmodica nell’acquistare e regalare doni per ostentare ricchezza materiale, mangiando e bevendo smisuratamente a tavola. Si va in chiesa, si canta che Gesù è venuto a salvarci per poi continuare la vita di sempre. Questi comportamenti dimostrano quanto gli uomini siano inconsapevoli dell’importanza di questo evento in cui, una sola volta l’anno, le correnti divine si predispongono per creare le condizioni migliori affinché il Bambino Divino (la nuova vita) nasca in ogni uomo.

Occorre lavorare, studiare, superare i propri limiti affinché nasca una nuova coscienza che si manifesti come una luce interiore capace di scacciare le tenebre e di indicare la strada da seguire. Per molti non potrà essere più la stessa! Infatti Gesù non è soltanto un personaggio storico, ma rappresenta un simbolo che riveste le innumerevoli realtà della vita spirituale. Fino a quando l’uomo non possiederà in sé luce ed amore, il bambino Gesù non potrà nascere in lui: potrà attenderlo, festeggiarlo ma nulla di più. Se fosse bastata la venuta di Gesù sulla terra le guerre, le miserie, le malattie sarebbero già scomparse da tempo.



Certamente non si vuole negare che la  nascita di Gesù (o presunta) abbia rappresentato un evento storico di grande importanza, ma l’essenziale sta negli aspetti cosmico e mistico della festa di Natale. La nascita del Cristo (sé superiore) rappresenta un avvenimento che si ripete ogni anno nell’universo (per alcuni è già nato, per altri nascerà fra poco, per altri non nascerà che fra qualche secolo), ma che si può verificare simbolicamente dentro di noi in ogni istante della nostra esistenza. Da secoli si ripete questa storia senza capirla, perché il simbolismo universale è andato perso.





Per esempio Giuseppe e Maria sono due simboli della vita interiore: il padre Giuseppe è l’intelletto, lo spirito dell’uomo, il principio maschile; la madre Maria è il cuore, l’anima, il principio femminile. Quando il cuore e l’anima sono purificati lo Spirito Santo (l’Anima Universale) sotto forma di fuoco (amore divino) viene a fecondare l’anima ed il cuore dell’essere umano e nasce il figlio. La stalla e la mangiatoia rappresentano le povertà dell’anima e le difficoltà che l’uomo incontra per raggiungere la spiritualità. E che cos’è la stella? È l’uomo stesso. Un pentagramma vivente che deve esistere in duplice forma (ciò che è in alto è come in basso e ciò che è in basso è come ciò che è in alto). 



Quando l’uomo ha sviluppato in pienezza le cinque virtù (amore, saggezza, verità, giustizia, bontà) un altro pentagramma (la stella luminosa) lo rappresenta sui piani sottili. Quella stella che brillava sopra la stalla rappresenta appunto la luce cristica che ogni essere può far brillare dentro di sé. Anche i grandi capi religiosi (Melchiorre, Baldassarre e Gaspare) sentono che non sono ancora giunti a quel grado di spiritualità che credevano, per cui vanno ad apprendere, ad inchinarsi ed a portare in dono oro, incenso e mirra: l’oro significava che Gesù era re (il colore giallo è il simbolo della saggezza), l’incenso significava che era un sacerdote (l’incenso rappresenta il campo religioso, il cuore e l’amore), la mirra il simbolo dell’immortalità (ci si serviva della mirra per imbalsamare i corpi e per preservarli dalla decomposizione). 

I Re Magi hanno quindi portato dei doni che hanno un legame con i tre mondi: pensiero, sentimento e corpo fisico. In quella stalla vi erano solo il bue e l’asinello. Perché? La stalla rappresenta il corpo fisico ed il bue, come il toro, anticamente è stato sempre considerato come il principio generativo (in Egitto, per esempio, il bue Apis era il simbolo della fertilità e della fecondità). L’asino, invece, rappresenta la personalità (la natura inferiore dell’uomo). Questi due animali erano là per servire Gesù. Quando l’uomo comincia a compiere su di sé un lavoro per la sua evoluzione, entra in conflitto con la sua personalità e con la sua sensualità. L’iniziato è appunto colui che è riuscito a dominare queste due energie ed a metterle a suo servizio, ma non le reprime in quanto sono energie straordinariamente utili se messe all’opera sotto il giusto controllo. 

Il Natale dunque ci ricorda che il significato dell’esistenza umana è quello di risvegliare il sé inferiore al cospetto dell’anima e ciò avviene, all’inizio, mediante l’arte di vivere. Questo è un processo che comporta prove ed errori (spesso attraverso l’esperienza della sofferenza come illusione che infine conduce verso la verità immanente). Ciò è ottenuto gradualmente tramite un riorientamento dei desideri e, in una fase successiva, l’identificazione con il sé superiore. Sono molti gli individui che consapevolmente orientano la propria vita verso le finalità più alte: alcuni si stanno preparando, altri stanno già operando per raggiungere queste finalità. Sono individui che si sintonizzano sempre più con la propria anima e si allontanano da una realtà personale ed egoistica.




FONTE
ARTICOLO DI
Sabrina Parisi


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