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Re Artù:La verità oltre la leggenda

il Sabba delle streghe

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Teutates- Dio del cosmo

TEUTATES
Dio del cosmo

Dispensatore del soffio vitale, protettore dei padri di famiglia, dei capi, dei Re

“Toutatis” (pronuncia Tutatìs) era una Divinità della mitologia celtica, e soprattutto dei Celti che presso gli antichi Romani avevano nome “Galli“. I Galli (in francese Gaulois) erano gli antichi abitanti della Francia in epoca pre-medievale, prima cioè dell’arrivo dei Franchi, una tribù di origine germanica.

I Galli erano dediti al culto di varie Divinità, ma Toutatis era sicuramente la più importante in quanto divinità della Guerra, oltre che della ricchezza e della fertilità. Un altro suo nome era infatti Caturix (con l’accento sulla i), ovvero “Re della battaglia” (bisogna ricordare che la parola “rix“, nell’antica lingua gallica, significava “Re”, e veniva aggiunta in fondo al nome proprio del capo tribù, come accadde per il condottiero “Vercingetorìx“).

In realtà, Toutatis era conosciuto con moltissimi nomi, tra cui Toutates e Teutates, oppure Eutates. Col nome di “Teutates” era anche il Dio della medicina e della salute, ma, in quanto Dio della fertilità, veniva invocato anche per proteggere i campi ed il raccolto. A questo proposito occorre dire che, secondo gli storici, il nome “Teutates” potrebbe derivare dalla parola “teuta” (o theuda), che in celtico vuol dire “popolo, tribù ” ma anche “terra“, e quindi Toutatis potrebbe significare “dio della terra”, o, per estensione, “dio della terra di Gallia” o “del popolo di Gallia“.
La parola “teuta” era utilizzata anche presso gli antichi popoli germanici, e da essa sono derivati il sostantivo “Teutone” (che indica un antico abitante della Germania) e l’aggettivo “tedesco“, che si diversifica dal nome del Paese che si chiama invece “Germania“.

Giulio Cesare, nel suo capolavoro “De Bello Gallico” (La guerra gallica), cita Teutates col nome di Mercurio, e spiega che questi era la principale divinità dei Galli. Questo è un interessante parallelo con la figura di “Odino“, il padre degli dèi germanici e scandinavi, che veniva anch’esso identificato con il dio romano Mercurio. Nel “De Bello Gallico” viene infatti detto: “ Deum maxime Mercurium colunt….hunc viarum atque itinerum ducem, hunc ad quaestus pecuniae mercaturasque habere vim maximam arbitrantur” (“Degli dei venerano soprattutto Mercurio….considerano questo la guida delle vie e dei sentieri, e lo reputano avere massimo potere nella ricerca di guadagno e nei commerci”).

Poiché era la principale divinità dei Galli, Toutatis poteva essere identificato anche con Giove, padre di tutti gli dèi romani. E’ quindi possibile che il nome “Toutatis” derivi dalla parola latina “totus” (tutto), ossia “padre di tutte le cose”. Un altro suo appellativo ancora era infatti Albiorix (sempre con l’accento sulla i), vale a dire “re del mondo”.

In realtà, l’etimologia di “Toutatis” è ancora sconosciuta. Secondo alcuni, questa divinità poteva rappresentare anche il “dio del cielo“, dispensatore di pioggia per nutrire le terre coltivate, proprio come Giove o Zeus nella mitologia classica.

“Vercingetorige getta le sue armi ai piedi di Cesare”, dipinto di Lionel Royer del 1899, conservato al Musée Crozatier, Le Puy.
Il suo nome è divenuto famoso grazie al celebre fumetto francese “Asterix il Gallo“ (Astérix le Gaulois), nato nel 1959 da René Goscinny e Albert Uderzo, dove “Per Toutatis” è un’espressione ricorrente.

Assieme a lui, nel fumetto viene citato spesso anche Belenos (con l’accento sulla o), il dio gallico della luce. Il suo nome deriva da quello della divinità celtica della luce chiamata “Belanu” (da “Bel“, che significa appunto “luce“). Come Belenos, anche Belanu era lo sposo della dea del fuoco, Belisma, in cui si ritrova la radice “bel”.

Da questa radice è derivata inoltre la parola “Beltaine” o “Beltane“, col quale viene indicata una festa popolare celebrata il 1° maggio presso alcuni Paesi di origine celtica (soprattutto Irlanda) in ricordo delle usanze dei propri antenati. “Beltaine” è l’opposto di “Samhain“, il nome celtico della più famosa festività di Halloween, anch’essa di origine celtica: se infatti “Halloween”, festeggiato la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, rappresentava per i Celti il passaggio dall’estate all’inverno, Beltaine, festeggiato la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, per questo popolo rappresentava il passaggio dall’inverno all’estate, e quindi la festa della luce.

Durante la celebrazione di Beltaine, è usanza bruciare il sacro fuoco, come usavano fare i druidi in epoca pre-medievale anche per la festa di Samhain, in segno di buon augurio per la nuova stagione e per il nuovo anno (il 1° novembre era infatti anche il capodanno celtico). Questo avvalora l’ipotesi che Benelos, sposo della dea del fuoco, abbia la stessa radice di Beltaine.

In realtà, secondo il poeta romano Marco Anneo Lucano (39-65 a.C.) nel poema “Pharsalia” (444-446), Toutatis si accompagnerebbe non tanto a Benelos quanto a Taranis (dio del tuono, il cui nome potrebbe derivare da quello del dio germanico “Thor“) e Hesus (entrambi i nomi hanno l’accento sull’ultima sillaba), e alle tre divinità sarebbero stati offerti spesso dei sacrifici umani per placarne l’ira o come forma di ringraziamento, come appunto era usanza presso tutti i popoli celtici. Se però in Irlanda le vittime venivano gettate nel fuoco, tra i Galli era invece usanza bollirle dentro a un calderone.

Oggi il nome di Toutatis è famoso anche per la scoperta, da parte dell’astronomo francese Christian Polla, di un asteroide che è stato battezzato come questa antica divinità, asteroide che nel 2004 è passato vicino al nostro pianeta senza scalfirlo.

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