Halloween
Origini, Usanze e Tradizioni
della Festa Celtica d'Inverno
-Halloween-Samhain-
Scopriamo insieme le origini, il significato, il vero significato di Halloween, festa conosciuta anche con il nome di Samhain.
E’ credenza comune che Halloween sia una festa nata in America, ebbene, niente di più sbagliato. Halloween, in realtà è una festa le cui origini affondano le proprie radici nella vecchia Europa, più precisamente in Irlanda, quando la verde Erin era dominata dai Celti, infatti, la tradizione di festeggiare la vigilia di Ognissanti (in inglese All Hallows' Eve Day, che è stato poi contratto in Halloween) ha appunto origini celtiche.
Prima abbiamo accennato al termine Samhain, ebbene, presso le popolazioni celtiche, che si basavano principalmente sull'agricoltura per la loro sopravvivenza, l'anno nuovo iniziava il 1° novembre, e nella notte del 31 Ottobre essi festeggiavano appunto Samhain, ovvero la fine dell'estate, il momento in cui i mortali ringraziavano gli spiriti per i raccolti estivi. A quei tempi era infatti credenza comune che, nella notte di fine estate, le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliassero a tal punto da permettere a questi ultimi di tornare sulla terra.
Da qui, discese l'uso di lasciare davanti alle porte delle abitazioni dei dolcetti, in modo da ingraziarsi le anime dei defunti, o di appendere lanterne ricavate da zucche, le famose jack-o-lantern, per guidarne il cammino. Anche l'usanza del trick-or-treat, cioè del "dolcetto o scherzetto", che ogni 31 ottobre fa spostare di casa in casa migliaia di bambini americani vogliosi di dolci e altre leccornie, deriva appunto da questa credenza: i bambini si travestono così da impersonare degli spiriti, fanno visita alle famiglie guidati dalle lanterne zucca e ottengono dolci in cambio della loro "benevolenza".
(Certo, ormai ai giorni moderni proliferano maschere, vestiti e costumi che poco hanno a che fare con la tradizione di Halloween - soprattutto quelli sexy indossati da tante avvenenti fanciulle ma poco importa).
Altra usanza è quella di apparecchiare la tavola per la cena di Halloween aggiungendo un posto in più, per rendere omaggio ai defunti.
La tradizione celebrativa di Halloween quindi risale al Samhain (sow-en), ovvero la celebrazione dell'anno nuovo presso l'antico popolo celtico.
Samhain, che tradotto significa "la fine dell'estate," cadeva alla fine di Ottobre, quando il clima diventava più freddo. L'arrivo di Samhain stabiliva quindi il cambiamento di stagione.
I Celti, che formavano una vera e propria società intorno all'anno 800 D.C. era un popolo dedito all'allevamento, quando cominciava a far freddo, i pastori portavano il loro bestiame a valle.
Questo spostamento era di grande rilevanza sociale, nei mesi invernali infatti, si stava a casa, facendo lavori manuali e passando molto più tempo insieme ai propri famigliari.
Samhain, dunque, segnava la fine dell'anno, la fine dell'estate, nonché l'ultimo raccolto dell'anno, evento festeggiato contemporaneamente in molte diverse culture.
Secondo la tradizione Celtica i momenti di transizione tra due stati (come il cambio di stagione appunto) avevano particolari valenze magiche. Samhain era il più grande ed importante momento di transizione dell'anno: esso portava cambiamento climatico e spostamento della popolazione.
I Celti credevano quindi che questo potente momento magico potesse aprire una sorta di connessione con il mondo dei morti, coloro cioè che avevano fatto esperienza dell'ultima transizione, quella tra la vita e la morte.
Nella dimensione ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Halloween/Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale, un momento che non apparteneva né all'anno vecchio né a quello nuovo; da qui, la credenza secondo cui, durante tale momento il velo che divideva la dimensione terrena da quella ultra terrena si assottigliava, ed i vivi potevano accedervi.
Come molte feste celtiche, Halloween, veniva celebrata a più livelli.
Si credeva quindi che durante il Samhain il mondo dei vivi fosse in stretto contatto con quello dei morti, e che gli spiriti dei morti viaggiassero nuovamente sulla terra.
Molte delle attività svolte durante Samhain riguardavano proprio questa credenza, ed oggi si sono sviluppate in vere e proprie tradizioni di Halloween.
Halloween
Origine Storica
Per poter meglio comprendere il reale significato della festa di Halloween, di Samhain, per i celti, e quindi, le basi su cui poggiavano tali credenze, bisogna capire bene chi erano i Celti, come si svolgeva la loro vita, e in cosa consisteva la loro cultura.
I Celti erano prevalentemente un popolo di pastori, a differenza di altre culture europee, come quelle del bacino del Mediterraneo. I ritmi della loro vita erano, dunque, scanditi dai tempi che l’allevamento del bestiame imponeva, tempi diversi da quelli dei campi. Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno.
Per i Celti, l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio come per noi oggi, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo, il tempo in cui ci si chiudeva in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain (pronunciato sow-in, dove sow fa rima con cow), che deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. In Irlanda la festa era nota come Samhein, o La Samon, la festa del Sole, ma il concetto è lo stesso.
In quel periodo dell’anno i frutti dei campi (che pur non essendo la principale attività dei celti, venivano comunque coltivati) erano assicurati, il bestiame era stato ben nutrito dell’aria fresca e dei pascoli dei monti e le scorte per l’inverno erano state preparate.
La comunità, quindi, poteva riposarsi e ringraziare gli Dei per la loro generosità. Ciò avveniva tramite lo Samhain, che, inoltre, serviva ad esorcizzare l’arrivo dell’inverno e dei suoi pericoli, unendo e rafforzando la comunità grazie ad un rito di passaggio che propiziasse la benevolenza delle divinità. L’importanza che la popolazione celta attribuiva a Samhain risiede nella loro concezione del tempo, visto come un cerchio suddiviso in cicli: il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di magia. Insieme a Samhain (31 ottobre, appunto) si festeggiavano Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno) e Mabon (21 settembre). L’avvento del Cristianesimo non ha del tutto cancellato queste festività, ma in molti casi si è sovrapposto ad esse conferendo loro contenuti e significati diversi da quelli originari. La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento di Samhain al culto dei morti. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge, e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra. Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti. In Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi.
Storia, Origine e Significato della Festa di Halloween
Samain scritto anche Sauin, Samahin, Samonios o ancora Samhain letteralmente "la fine dell'Estate" era dunque la festa celtica che celebrava l'inizio della Stagione Invernale e con esso, l’arrivo del nuovo anno. Risalente al VI secolo A. C. o addirittura ancora prima, era una festività dedicata agli Antenati e ai sacrifici rituali.
La parola Samhain deriva dal gaelico antico “Sam Fuin” e significa “fine dell’estate” o nell' Irlandese moderno Novembre, (nel tempo divenne poi Samhuinn in gaelico scozzese e Samhain in gaelico irlandese)
Secondo la Ruota dell'Anno, nell'emisfero australe il Samhain si celebra tra il 30 aprile e il 1º maggio. mentre in Occidente si festeggia nella notte tra il 31 Dicembre e il primo Gennaio.
Le celebrazioni di Samhain, sia quelle religiose sia quelle folcloristiche, hanno origine da un'antica festività del paganesimo celtico, che si suppone abbia influenzato anche la festa popolare di Halloween e la festività cristiana di Tutti i Santi.
Nella notte di Samhain-Halloween a Tara, il colle sacro posto al centro geografico ma anche spirituale dell' Irlanda, sede della regalità, veniva accesa una fiamma rituale a cui rispondevano una dopo l'altra anche tutte le altre colline.
Questo gesto simbolico voleva annunciare l'arrivo della stagione fredda, l'ultimo momento per raccogliere i doni della terra prima del gelido inverno.
Le pecore venivano ritirate dai pascoli e ci si preparava ad affrontare le tenebre e il freddo, cercando unità e sicurezza per mezzo di riti connessi al ritorno della luce e della fecondità di animali, uomini e soprattutto della terra.
Per le popolazioni Celtiche che dividevano l’anno in due grandi stagioni in base alla transumanza del bestiame, tale momento rappresentava un rito di passaggio particolarmente sacro, magico, ed estremamente potente sotto l’aspetto spirituale ed energetico, poiché esso come detto, segnava la fine dell’Estate e l’inizio del Gelido Inverno, il passaggio dalla luce all’oscurità, ma più di tutto sanciva la fine di un ciclo, e l’inizio di uno nuovo, inteso come nuovo anno. Un vero e proprio Capodanno quindi, il così detto capodanno celtico (Samhain).
Infatti per i Celti l’inizio del nuovo anno cadeva il 1° Novembre, quando terminava la “stagione calda” e iniziava la “stagione delle tenebre e del freddo”. e la notte tra 31 Ottobre e il !° Novembre era appunto chiamata LA NOTTE DI SAMHAIN, Halloween (in inglese All Hallows' Eve Day, che tradotto sarebbe "LA VIGILIA DI OGNI SANTI" che è stato poi contratto in Halloween).
Tale momento era ritenuto il più solenne dell'anno Druido, il momento che segnava la fine dei raccolti, e l'inizio della parte buia e fredda dell'anno, il momento delle riflessioni interiori, durante il quale ci si soffermava su quello che era appena trascorso, e ci si interrogava su ciò che doveva ancora arrivare. L’istante in cui ci si prepara ad abbondonare il vecchio per abbracciare il nuovo, il cambiamento, il rinnovamento, e proprio per questa sua valenza esoterica, questa magia che, durante la notte del 31 ottobre secondo i Celti era palpabile in ogni aspetto della madre terra, questi ultimi credevano che appunto durante la notte di Halloween il velo che separa il mondo dei vivi da quello dei morti si assottigliasse a tal punto da permettere alle due dimensioni di entrare in contatto.
Era considerata quindi la notte in cui le porte del mondo dei morti, degli spiriti..si aprivano, permettendo così il transito tra i due piani della realtà. A Samhain il tempo umano veniva sospeso dall'intervento del Sacro e questo rendeva possibile l’intrusione del fantastico nel reale.
Halloween era dunque ritenuta la notte in cui tutte le leggi del tempo e dello spazio venivano sospese, permettendo così al mondo dei spiriti di unirsi al mondo dei vivi, la notte delle streghe, streghe non intese come figlie del diavolo, che andavano di casa in casa a rapire bambini per poi bollirli in calderoni e in fine mangiarli, no! streghe intese più tosto come sapienti maestre esperte nelle arti magiche di divinazioni, incantesimi e invocazioni, la notte durante la quale i confini tra il mondo dei vivi e quello dei morti quasi sparivano, permettendo a quest’ ultimi di vagare indisturbati sulla terra, fare visita ai loro cari.
E’ proprio in favore dei morti, degli spiriti dei loro antenati passati per così dire a miglior vita che la notte di Halloween i Celti svolgevano innumerevoli celebrazioni, riti che avevano da una parte lo scopo di onorare ed omaggiare i cari defunti, affinché essi vegliassero su di loro, mentre dall’altra tenere lontani invece gli spiriti maligni, anch’essi liberi di vagare sulla terra.
Ma in che modo i Celti usavano omaggiare i loro defunti? Ebbene, essi Si incontravano sulla cima di una collina, in una foresta di querce (albero considerato sacro dai Druidi) per accendere il così detto Nuovo Fuoco, e offrire sacrifici di sementi e animali, Nuovo Fuoco intorno al quale poi cantavano e danzavano fino al mattino, quindi, vestiti con maschere grottesche per spaventare gli spiriti maligni ritornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle o rape, intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro che venivano poi consegnate a ogni famiglia che prima le spegneva, poi provvedeva a riaccendere per il proprio focolare domestico. Spegnere il fuoco simboleggiava che la metà oscura dell’anno (quindi la morte) stava sopraggiungendo, mentre l’atto di riaccenderlo era simbolo di speranza e di ritorno alla vita.
Altra usanza legata all' onoranza dei defunti, e che riguardava le rape, o le cipolle, consisteva nella creazione di lanterne fatte appunto con rape o cipolle, che intagliavano nel centro per poi posizionarvi una tizzone ardente, e che poi sistemavano lungo tutte le strade del villaggio fino alle proprie abitazioni, affinché le anime dei loro antenati potessero trovare subito la via di casa, dopodiché preparavano per loro dei lauti banchetti con pane, patate o ceci bolliti, castagne lesse o arrostite, oppure preparavano delle minestre fatte con riso o orzo cotto nel latte, e poi ancora vino e sidro di mele, o semplicemente lasciavano del latte e biscotti, affinché potessero nutrirsi, in fine, accendevano un fuoco affinché potessero riscaldarsi.(antica usanza che si è tramandata nella veglia per i morti ancora praticata negli anni del secondo dopoguerra, e in certi casi, ancora ai giorni nostri)
Parallelamente si diffuse anche la tradizione di lasciare qualcosa da mangiare e del latte da bere davanti le porte delle abitazioni, in modo che gli spiriti diciamo così più vivaci passando potessero rifocillarsi decidendo così di non fare degli scherzi agli abitanti della casa.
Pratiche molto simili sono state documentate dagli studiosi di folklore un po' in tutta Europa così il Sèbillot (1908) scrive "nei Vosgi si lascia acceso il fuoco perché I morti possano riscaldarsi; nella Bassa Bretagna vi si depone per loro il "ceppo dei morti". In Tirolo le anime del purgatorio vengono nelle casa e prendere il sego che cola dalla "Candela delle Anime" che è stata accesa presso il focolare per calmare le sofferenze causate dal fuoco del purgatorio, e si cura che la stanza sia ben riscaldata perché i morti possano passare la notte al riparo dal freddo; in Irlanda si mettono accanto al fuoco delle sedie destinate a loro, e si tiene accesa la lampada; nelle Asturie si fa un fuoco più vivace del solito perché le anime trovando la casa riscaldata possano mettersi intorno al focolare a chiacchierare e rievocare i loro ricordi"
Nella notte di Samhain
un passaggio dischiude:
occhi antichi tra le fronde
si riaprono a guardare
voci spente si rinnovano
come argento sorprendente.
Ora i morti disciolgono
dai giacigli della terra:
mani chiare si additano
il passaggio da solcare
per saldare la ferita
tra i morti e i viventi.
(Fryda Rota)
Antiche Usanze
A-SoulingAnticamente era consuetudine passare di casa in casa durante le celebrazioni della Vigilia di Ognissanti con una piccola processione di persone mascherate guidate dall’"ambasciatore dei defunti" per chiedere la donazione di cibo rituale per il banchetto dei Morti e per il banchetto con cui tutta la comunità avrebbe festeggiato la ricorrenza.
Nel Medioevo in Irlanda e Gran Bretagna si sviluppò l’usanza di preparare un dolce dei morti di forma rotonda, come offerta per saziare la fame dei defunti che si credeva visitassero i vivi durante Samhain: per tenerli buoni per tutto l’anno a venire, le massaie preparavano dei dolcetti speciali, che ben presto finirono per saziare gli appetiti molto più terreni e voraci dei poveri! Erano distribuiti in beneficenza oppure dati ai soulers.
Anche in certe regioni d’Italia (Emilia Romagna, o la Sardegna e più in generale nel Sud Italia) era diffusa tra i poveri e i bambini l’usanza della questua del cibo: “Ceci cotti per l’anima dei morti”, cantavano armati di cucchiai e scodelle, davanti alle case dei signorotti. Consuetudini tra cibo e commemorazioni dei morti consolidate da antiche tradizioni più in generale del Mondo Mediterraneo oltre che Nordico.
In cambio delle torte, spesso chiamate anime (in inglese soul), i questuanti promettevano di recitare delle preghiere per i defunti. Più prosaicamente si diceva che ogni torta mangiata rappresentasse un’anima che si liberava dal Purgatorio. L’usanza è spesso vista come l’origine della moderna “Trick or Treating” (in italiano “dolcetto o scherzetto”) dei bambini mascherati da fantasmi o mostri che suonano alle porte delle case chiedendo dei “dolcetti buoni da mangiare”. Già alla fine del 1800 la tradizione di preparare il dolce si era affievolita, e dove ancora sopravviveva l’usanza della questua, si davano ai bambini delle mele o delle monetine.
La questua poteva essere diurna ma anche notturna, a seconda delle consuetudini locali e i soulers andavano di casa in casa cantando una canzoncina
Soul! soul! for a soul-cake;
Pray, good mistress, for a soul-cake.
One for Peter, two for Paul,
Three for Them who made us all.
Soul! soul! for an apple or two;
If you’ve got no apples, pears will do.
Up with your kettle, and down with your pan;
Give me a good big one, and I’ll be gone.
An apple or pear, a plum or a cherry,
Is a very good thing to make us merry.
Leccornie di Halloween
Con il nome di Soul Cake si indicano molte varianti di dolcetti tradizionali che vanno dal panino dolce alla torta di frutta secca. Un dolce tipico nel Lancashire e nello Yorkshire è il Parkin cake, un tipico ginger bread della tradizione anglosassone
Soul-mass Cake In Italia la tradizione è basata principalmente sui biscotti che ricordano vagamente le ossa dei morti o le dita delle mani. In Piemonte sono gli "ossa d'mort", a base di mandorle, tra la meringa e l'amaretto, ma possono anche essere una variante delle offelle con fichi secchi, mandorle e uva sultanina (Lombardia e Toscana) o dalla forma di cavalli (Trentino Alto-Adige).La tradizione del Sud è un'esplosione di colori e di sapori: il torrone napoletano, il marzapane siciliano, la colva o colua pugliese con grano bollito, cioccolato, noci e mandorle, melograno e vino cotto. Anche la consistenza di questi dolci può essere diversissima da morbidi a croccanti o spacca denti
La Leggenda dei Revenants
I Revenants
In francese la parola revenant conserva un duplice significato, quello primario è di anima che torna dall’altro mondo sotto un’apparenza fisica», l'altro è fantasma o apparizione di un morto. Possiedono quindi una duplice natura e si presentano come entità corporee (con le stesse sembianze che avevano in vita o anche di qualche animale o sotto forma di scheletri) oppure incorporee come fantasmi.
Nel folklore europeo i Revenats sono anime che mantengono la loro forma materiale, la personalità e i sentimenti di quando erano in vita. E' una concezione materiale delle anime dei morti che si manifesta nelle credenze e usanze funerarie di buona parte d'Europa. I Revenants sono per lo più anime in pena, persone decedute di morte violenta o accidentale (assassinati, annegati...) o richiamate dall'affetto dei vivi che li piangono troppo. In alcune tradizioni tuttavia i Revenants sono anime dannate come i vampiri e i non-morti, ovvero schiere infernali e demoniache.
Una leggenda irlandese riferisce che, tutte le persone morte l’anno precedente, tornavano sulla terra in cerca di nuovi corpi da possedere per l’anno prossimo venturo. Così nei villaggi si spegneva ogni focolare per scoraggiare gli spiriti maligni, o più propriamente per espellere le forze malvagie: una evidente testimonianza nel folclore di un antico rito del fuoco sacro delle popolazioni celtiche. Il Fuoco Sacro sull’altare del santuario era spento a Samhain e poi riacceso il mattino seguente, e tutte le tribù celtiche riaccendevano il fuoco del Nuovo Anno da una sorgente comune, il Sacro Fuoco Druidico.
Sempre per disorientare i Revenants la gente si travestiva scurendosi il volto e faceva forti schiamazzi per allontanare i morti.
E quelli (eroi, donne, bambini)
che vita avara ha sospinto dentro
l’ombre- che rovi hanno stretto
in un abbraccio, torneranno ad esigere
di avere ancora braccia- e mani, avere
un corpo e ricomporsi sopra il cranio
chiaro sorrisi schivi e intensi come fiori.
Chi non vuole sia colto il corpo suo
da quelle ombre che hanno mani forti
spenga nella capanna vivo il fuoco
(nemmeno resti parvenza di brace)
poi sopra l’ara pugni di terra
facciano reclinare il fuoco sacro
così nessuno spirito maligno
fenderà il buio per avvicinarsi.
Ma il nuovo fuoco domani qui arderà:
dall’altare lo coglierà il druido
per farne parte ad ogni focolare.
Anno nuovo nel fuoco consacrato
e con il fuoco rinnovata vita.
(Fryda Rota)
Samhain
Celebrazione agli Dei
Dagda e Morrighan
Il Dagda il cui nome significa Dio benevolo era conosciuto come il Padre di Tutti, oppure come il Signore della Conoscenza o di Tutte le Scienze (il druida).
La mazza da guerra del Dagda poteva abbattere nove uomini con un sol colpo e mentre da una parte uccideva, dall’altra generava la vita; il suo magico calderone non era mai vuoto perché dispensava il cibo (e l’immortalità) a tutti i guerrieri. La musica della sua arpa era particolarmente soave come il “sussurro del dolce albero di mele”, anzi era una musica che racchiudeva tutte le melodie.
Morrighan è la faccia oscura della Grande Dea, dea guerriera ma anche dea della fertilità che nel matrimonio rituale con il Dagda, nel giorno di Samhain, si unisce con il dio protettore della tribù. Il dio Dagda la incontra come “lavandaia del guado” che predice la morte ai guerrieri, lavandone le armi e armature nel fiume. La dea incarna il volto oscuro della femminilità che è tutt’uno con la figura di madre e amante.
Il Sacrificio del Sangue
Per propiziare il nuovo anno i Druidi immolavano vittime sacrificali agli dei, il loro sangue era offerto per ottenere i loro favori. Al posto dei sacrifici umani si uccidevano animali dai poteri magici come il toro, il cavallo e il cinghiale. Da questi oscuri rituali emerge la figura dell'hooden natalizio: un uomo nascosto da un mantello, portava un teschio di cavallo per diffondere la buona sorte nel paese, i bambini cercavano di montare il cavallo e tutti gettavano dolci o monete nella bocca dell'animale.
La caccia dello scricciolo è un rituale pan-celtico invernale sopravvissuto nell'Irlanda sud-occidentale: secondo la tradizione celtica lo scricciolo era il simbolo di Lugh, Figlio della Luce trionfante e il suo sacrificio, un tributo in sangue agli spiriti della Terra nel Solstizio d'Inverno, era una supplica per ottenere favori e fortuna agli abitanti del villaggio.
La Danza del Fuoco
Durante la notte di Samhain, o Halloween, che dir si voglia, grandi fuochi venivano accesi sulle colline, e la gente dei villaggi ci ballava intorno. (Nota, aspetto rituale questo, che faceva si' che, la festa di Samhain,-Halloween venisse tra le altre cose considerata (LA FESTA DEI FUOCHI) Erano semplici girotondi con il verso in senso orario come il cammino del sole, i danzatori tenevano in mano delle fiaccole. Tra le danze, la Farandola è probabilmente la più antica, così legata ai primigeni riti agrari: è la danza del labirinto con le sue figure a chiocciola e del serpente, la danza intorno al fuoco centro sacro della vita del villaggio. E’ una danza antica con un unico passo base (per lo più saltellato), in cui il capo fila sceglie i cambi di direzione determinando le serpentine e gli intrecci più fantasiosi: annoda e scioglie, fa e disfa proprio come le Norne con il filo del destino. E perciò la farandola è la danza rituale nelle celebrazioni di Samhain perché è la danza della morte: tutti devono percorrere lo stesso cammino abbandonandosi alla volontà di chi conduce la danza, a simboleggiare l’umanità incatenata che non può che seguire il percorso tracciato; una sorta di viaggio collettivo attraverso le esperienze della vita.
Nella notte di Samhain
un passaggio dischiude:
occhi antichi tra le fronde
si riaprono a guardare
voci spente si rinnovano
come argento sorprendente.
Ora i morti disciolgono
dai giacigli della terra:
mani chiare si additano
il passaggio da solcare
per saldare la ferita
tra i morti e i viventi.
(Fryda Rota)
Hlloween vs Hop-tU-Naa
La parola Halloween ha origine nella tradizione cattolica. Ogni santo ha un suo giorno personale, ma il primo novembre è dedicato a tutti i santi. La festività venne spostata nel Medioevo al 1° novembre ( e raddoppiata con la festività dei Morti) per inglobare i rituali ancora praticati dalla gente dei villaggi in omaggio a Samhain.
E' la festa di Hop-tu-Naa come viene ancora praticata nell'isola di Man il 31 ottobre, la vigilia di novembre (Oie Houney o Hollantide), i bambini travestiti e mascherati vanno di casa in casa a chiedere delle monetine e cantano la filastrocca di “Jinnie the Witch“. Illuminano il cammino con delle caratteristiche fiaccole ricavate dalle rape intagliate.
Hop tu naa, hop tu naa
Jinny the witch is in the house
Give us a penny we’ll chase her out
Hop tu naa, hop tu naa.
Souling Song
Canzoni di questua che i poveri (per lo più bambini) cantavano andando di casa in casa a durante le sere tra la fine di ottobre e i primi di novembre in occorrenza della celebrazione di Tutti i Santi (All Hallows Day = All-Souls’ eve) e della Festa dei Morti.
La tradizione del “a-souling” oppure “a-soalin” è identica al wassailinge al caroling natalizio, però in cambio delle torte, spesso chiamate anime (in inglese soul), i questuanti promettevano di recitare delle preghiere per i defunti. Più prosaicamente si diceva che ogni torta mangiata rappresentava un’anima che si liberava dal Purgatorio. L’usanza è spesso vista come l’origine della moderna “Trick or Treating” (in italiano “dolcetto o scherzetto”) dei bambini mascherati da fantasmi o mostri che suonano alle porte delle case chiedendo dei “dolcetti buoni da mangiare”. Già alla fine del 1800 la tradizione di preparare il dolce si era affievolita, e dove ancora sopravviveva l’usanza della questua, si dava ai bambini delle mele o delle monetine.
Esportata dagli irlandesi emigrati in America, la festa si è trasformata in un grande party a tema "notte delle streghe e dei fantasmi". Una moda che dall'America è dilagata in tutta Europa.
Zucca vs Mela
La mela era uno dei frutti per tipici della festa di Samhain, la si usava per giocare e per trarre auspici o divinazioni, un rituale antichissimo si pratica ancora oggi il 1 novembre a Plougastel in Cornovaglia il «Gwezenn an Anaon »
L'albero delle mele detto anche albero delle anime consiste in un ramo di tasso o agrifoglio privato di corteccia su cui si conficcano delle mele che sarà venduto all'asta insieme al pane benedetto; prima di iniziare l'asta il proprietario del "melo" compie tre giri per mostrarlo alla gente: una volta chiusa l'asta il precedente proprietario terrà per se la mela più in alto dell'albero e il nuovo proprietario distribuirà le mele tra i bambini presenti. Il ricavato dell'asta è offerto alla chiesa parrocchiale affinché siano dette le messe per i defunti durante l'anno.
Ma oltre all'aspetto religioso-culturale, Halloween per I Celti in quanto fine dell’anno, rappresentava anche un aspetto legato prettamente ai festeggiamenti, ai baccanali, e alle normali funzioni di vita paesana legate appunto alla fine dell’anno.
E dunque durante la Notte di Halloween si mettevano da parte i raccolti, si facevano provviste per affrontare al meglio l’oscuro e freddo inverno, si metteva in sicurezza il bestiame, e in fine si facevano suppliche e doni agli Dei per ottenerne I favori in vista della grande oscurità.
Tali celebrazioni consistevano nell'accensione di grandi Falò, intorno ai quali si beveva vino, si mangiava carne, noci, si ballava e si cantava, insomma si gozzovigliava fino all'alba.
Ma la funzione di tali fuochi era anche quella di tenere lontani gli spiriti maligni prima citati, ecco perché alla notte di Halloween sono associati giganteschi Falò, lanterne, fatte con zucche e candele, che, secondo la tradizione come accennato prima, avevano lo scopo di far ritrovare la via di casa a tutte quelle anime che l'avevano smarrita, come detto in precedenza, alcuni le posizionavano fuori le loro case, c'era chi le metteva alla finestra, chi sul portico, chi ai piedi della porta, chi lungo tutte le strade.
Nota, in origine queste particolari lanterne venivano fatte dagli irlandesi, e prima ancora dagli antichi Celti con delle cipolle, o Rape, ma poi, in merito ad’ alcune vicissitudini avute dai primi immigrati irlandesi giunti in America, vicissitudini legate alla difficoltà nel reperire rape, tali lanterne iniziarono a venir fatte con delle zucche, che in vece in America abbondavano, e da quel momento la zucca divenne uno dei maggiori, se non il maggiore in assoluto simbolo di Halloween.
Altra usanza riferita all' accoglienza degli spiriti, era quella che consisteva nell’imbandire la tavola con un posto in più nel caso che questi tornassero a far visita.
Ad Halloween si celebrano i due aspetti della vita, morte e rinascita, rappresentati dalla purificazione e la rigenerazione. Halloween, nell'antica tradizione è anche chiamata 'la Festa degli Spiriti'. proprio per questo suo estremo legame con il mondo dei morti, e degli spiriti. Durante la notte di Halloween si dice che, l'inizio e la fine diventino un'unica cosa, sono lo stesso punto di uno stesso cerchio.
Poi ci sono le scope, e i calderoni, che si rifanno alle svariate leggende secondo cui, per la particolarità magica che domina la notte del 31 Ottobre, proprio durante questa notte, le Streghe, trovino ampio respiro e ispirazione per le loro pratiche rituali legate appunto alla magia, agli incantesimi, alle divinazioni, e di riflesso altri simboli legati alla ricorrenza di Halloween sono i gatti neri, ritenuti fedeli compagni delle streghe, e tramiti per accedere al regno dei morti, poi ci sono i pipistrelli, considerati creature della notte e quindi dell'oscurità per eccellenza.
Altri aspetti legati alla festa di Halloween sono riferiti alla stagione autunnale, e sono i cibi, quindi mele, granturco, patate, e carni vari, in particolare maiale, e poi noci, zucche, melograni e dolci, i famosi dolci di mele di Halloween, che, sempre secondo la leggenda, gli abitanti dei villaggi offrivano agli spiriti irrequieti, affinché loro fossero clementi, e poi le bevande tipo Sidro, Idromele, Birra, Vino, Thè di erbe, e infine ci sono le classiche foglie secche che cadono dagli alberi ormai spogli, e tutti i tipi di fiori, tipici della stagione.
Altre corrispondenze riguardano i colori, che sono il Nero, l'Arancione, e il Rosso, le Erbe, Cardo, Crisantemo, Ginestra, Foglie di Quercia, Felce, Menta, Artemisia, Salvia e Rosmarino.
Incenso: Mela, Noce Moscata, Salvia, Menta, Mirra, Patchouli.
Le Gemme, Ossidiana, Ossidiana Fiocco di Neve, Onice e Corniole.
Gli Oli essenziali: Patchouly, cipresso e mirra.
Ruota dell'Anno Celtica
Nella cultura Celtica Il tempo era scandito secondo atavici rituali e regolato sulla base delle fasi del sole e di quelle della luna, che i Celti appunto consideravano patrona della fecondità della terra e delle donne. L’anno era così contraddistinto a mezzo di due tipi di croci, che simboleggiavano i cicli solari e lunari; mentre il ciclo solare era associato ad una croce a bracci ortogonali, quello lunare era rappresentato dalla croce di S. Andrea. Le festività solari erano legate allo scorrere delle stagioni (solstizio d’inverno, equinozio di primavera, solstizio d’estate, equinozio d’autunno), quelle lunari erano collegate al mondo bucolico e pastorale. Ed è qui che si compie il meglio della tradizione celtica. L’anno celtico era diviso in due metà, quella invernale e quella estiva, ciascuna delle quali era caratterizzata da due festività principali, le antiche Samhain (che cadeva tra 31 ottobre e 1° novembre) e Beltane (30 aprile/1° maggio), che erano le più importanti anche perché, oltre che scandire la divisione dell’anno in due parti, segnavano la divisione tra la metà oscura e quella luminosa (inverno ed estate). Le festività legate ai cicli della natura e delle sue stagioni erano Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnasadh, tutte celebrate a partire dal tramonto del sole poiché i Celti ritenevano che il giorno iniziasse al tramonto del sole. Il Samhain, conosciuto anche come Capodanno Celtico, segnava l’inizio dell’anno nel calendario celtico e il tempo della fine dell’estate, quello della semina e quello in cui cominciava la metà oscura dell’anno. Si tramanda che a Samhain si aprissero le porte di collegamento tra il mondo terreno e l’altromondo, l’aldilà fatato in cui risiedevano i defunti. Era proprio durante la notte del Samhain che le barriere cadevano e vivi e morti potevano passare dall’uno all’altro dei regni. Imbolc, che per tradizione si celebra tra 31 gennaio e 1° febbraio, segnava l’arrivo della primavera. Detta anche “festa del latte”, poiché la celebrazione coincideva con il primo fiorire del latte, questa festività segnava il ritorno della fertilità, il rifiorire della vita sulla terra e, quindi, la necessità di avviare un nuovo ciclo di attività. Beltane, tra 30 aprile e 1° maggio, scandiva il tempo della fine dell’inverno e l’inizio della metà luminosa dell’anno; durante il Beltane, festività dedicata ai riti di fertilità, venivano spenti tutti i fuochi dentro le case, fuochi che venivano riaccesi grazie alla fiamma del grande falò rituale che era preparato per l’occasione. Il Lughnasad, infine, si celebrava tra il 31 luglio e il 1° agosto ed era l’ultima grande festività a chiudere il ciclo del calendario celtico. Festa di ringraziamento per il raccolto, il Lughnasad era chiamato anche “festa del grano” perché questo era il periodo di raccolta dei cereali per i Paesi celtici del nord Europa.
Samhain
Antenati, Costellazioni, Pianeti e Rune
Halloween, la fine di Ottobre, quando il Sole entra nel Segno dello Scorpione, la stagione autunnale entra nella sua fase centrale di decadimento, cambia anche l’ora (ritorna l’ora legale) a sottolineare il progressivo accorciarsi delle giornate, la diminuzione delle ore di luce, dell’intensità del calore del sole, della forza vitale della natura.
Questo momento dell’anno che come abbiamo spiegato veniva festeggiato nell’antichità con la festa pagana di Samhain, il Capodanno celtico durante la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, momento che segnava la fine della bella stagione, la conclusione dell'estate, l'inizio dell' inverno, la stagione buia, un momento di morte e rinascita, la celebrazione di tutto ciò che fin lì si era ricevuto, e di tutto ciò che si sperava si sarebbe ricevuto nell'inizio di un nuovo ciclo.
Secondo la tradizione il momento in cui si apre il portale che collega la vita e la morte,
la fine e l’inizio: dove tutto ciò che si è concluso va lasciato andare, attraverso i fuochi rituali di trasformazione e purificazione, quando anche l’ultimo raccolto è stato fatto, e i semi per la stagione successiva vengono affidati al terreno, ma solo dopo il lungo inverno si vedranno i germogli della nuova stagione.
Samhain
La Porta degli Dei
I Celti non temevano la morte e credevano che i morti ritornassero sulla terra in particolari momenti dell’anno: alla festa di Samhain, giorno fuori dal tempo e dallo spazio, posto sulla soglia fra i due mondi, quello terreno e quello spirituale, quando uomini e creature fatate, spiriti, demoni potevano incontrarsi. E a tal proposito, durante tale giorno, era usanza lasciare una candela accesa davanti alla finestra per guidare gli antenati affinché ritrovassero facilmente la loro casa, e un po’ di cibo e vino per ristorarli: era così che i vivi accoglievano i loro cari defunti.
Abbracciare gli antenati: le Costellazioni Familiari
Quale momento migliore quindi per incontrare, onorare, integrare nella propria coscienza l’energia dei propri antenati, dei cari defunti: non è un caso che seguendo questa antica tradizione anche la Chiesa abbia istituito in questi giorni la festività dedicata a tutti i Santi (istituita da papa Gregorio III nel 835, inizialmente riservata ai soli apostoli) e la Commemorazione dei Defunti (introdotta dalla riforma di Oddone di Cluny nel 998).
Al di là di ogni credenza religiosa, l’energia legata a Samhain ci rimette in connessione con gli antenati defunti, con i morti della nostra famiglia, offrendoci la possibilità non tanto di rimpiangerli o di sentirne la loro mancanza, quanto di celebrare insieme a loro l’energia della vita, dei cicli che si sono conclusi e che hanno permesso alla vita di andare avanti.
Il Segno dello Scorpione
Astrologicamente parlando, nella celebrazione di Samhain ritroviamo la simbologia dello Scorpione, che proprio nella sua prima decade (indicativamente dal 23 Ottobre al 1 Novembre) è governato da Plutone, il Pianeta che si trova in Domicilio Primario e rappresenta la morte e la rinascita, la fine di un ciclo attraverso il passaggio fondamentale della destrutturazione.
Solo apparentemente infatti la vita si ferma, la Natura “muore”: in realtà inizia un processo invisibile, che entra nelle profondità della terra, o attraverso il lavoro dei batteri, dei microrganismi, che trasformano la materia inerte in una nuova risorsa fertile, necessaria per dare nutrimento al nuovo che verrà.
In esaltazione di questo Segno infatti troviamo Mercurio, il Pianeta della conoscenza, della dimensione piccola, minuscola, della comunicazione e dell’astuzia; in trasparenza poi troviamo proprio il Sole, il principio fondamentale dell’energia vitale, che rimane attivo quale energia onnipresente, pronto a risorgere.
Sarà poi Marte, Pianeta in Domicilio Base, a utilizzare tutta questa forza e a indirizzarla con determinazione e coraggio nell’intenzione interiore a superare la stagione difficile, ad affrontare qualsiasi avversità, ad accettare la lotta con la parte Ombra (frutto della paura e della sofferenza più profonde) per far prevalere la Luce.
Invocazione agli Antenati
Il Ciclo della Vita
L’Archetipo connesso a questo passaggio stagionale è senza dubbio il Distruttore, che rappresenta la capacità della coscienza individuale e collettiva di affrontare la morte, la fine, i passaggi più complessi e devastanti della vita proprio lasciando andare definitivamente che ciò che è concluso: come il fuoco dei falò di Samhain brucia e trasforma, libera l’energia contenuta nella materia, mantiene accesa la luce e forte il calore, così il Distruttore ci aiuta a ricominciare da capo ogni volta che è necessario.
La runa collegata a questa stagione è Hagalaz (che nel calendario runico entra il 28 Ottobre) e rappresenta le forze naturali distruttive, la grandine, il rinnovamento, la purificazione, il lasciar andare, l’inconscio e la rigenerazione.
Le Rune sono la lingua degli Dei, nel mito esse ci arrivano come dono del dio Odino, a indicarci il percorso del Viaggio dell’Eroe, che si svolge in 24 passaggi fondamentali per l’evoluzione della nostra Anima.
Hagalaz apre la seconda famiglia di Rune o Aett di Heimdall, uno dei momenti più difficili del viaggio, in cui dobbiamo fare i conti con i concetti di Morte, Dolore e Destino. Con la Morte ci apriamo alla dimensione del mistero e dello spirito, siamo forzati ad accettare l’inaccettabile, confrontarsi con la Morte (Hagalaz), con il dolore per la perdita (Nauthiz) e con il conseguente vuoto (Isa) sono le prime prove che il giovane aspirante Eroe deve affrontare nel suo viaggio.
La Morte è cambiamento, trasformazione, ogni volta che si manifesta nella nostra vita significa che qualcosa si è definitivamente compiuto o è cambiato per sempre. Possiamo trascorrere il resto della nostra vita a rimpiangere i bei tempi andati oppure possiamo prendere atto del cambiamento e rinascere, rinnovati.
I Racconti di Halloween:
Halloween tra i cimiteri più famosi
Pere Lachaise, Parigi
Il Pere Lachaise è tra i cimiteri più visitati al mondo, forse perchè conserva le spoglie di grandi artisti ed è meta continua dei fan dell’eclettico leader dei Doors, Jim Morrison. Appena varcata la soglia ritirate la guida al cimitero, che vi permetterà di orientarvi nel labirintico alternarsi di lapidi; per una visita delle tombe più famose. Il cimitero è diviso in settori, la parte inferiore del cimitero è un intricato percorso di tombe e sepolcri, divisi da sentieri in terra battuta e viali con ciottoli mentre quella parte superiore è molto più geometrica. Perdetevi tra i vialetti pieni di foglie e scoprite le meravigliose architetture che animano il luogo; un paradiso artistico che celebra con statue e solenni lapidi i più grandi personaggi dell’arte e della storia. Nel più grande cimitero cittadino potrete trovarvi davanti la tomba di Chopin, quella di Balzac, di Proust, della cantante Maria Callas e del grande genio di Oscar Wilde. Il cimitero è aperto ogni giorno dalle 8 alle 17:30.
Hollywood Forever Memorial Park, Los Angeles
A due passi dai Paramounth Studios, se vi concedete un viaggio a Los Angeles, non perdete il più stellato e pittoresco cimitero delle star del jet set. Il cimitero alle pendici dell‘Hollywood Sign, che nel periodo estivo è sede di proiezioni cinematografiche, conserva le spoglie di personalità celebri come Rodolfo Valentino, il gangster Bugsy Siegel e il musicista Johnny Ramone. Il celebre cimitero hollywoodiano è stato inoltre sede di molte pellicole tra cui Hot Shots e LA Story. Prima di partire, guardate il documentario sul cimitero dal titolo The Young and the Dead. In questo enorme cimitero composto da due enormi mausolei, dove spiccano imponenti vetrate colorate e da innumerevoli tombe all’aperto, avrete bisogno di una guida per individuare i luoghi dove sono sepolte le grandi star; all’ingresso di fianco al negozio di fiori vengono distribuite guide e mappe ai curiosi che vorranno intraprendere un tour del cimitero. Raggiungete il laghetto, una vera oasi di pace nel silenzioso luogo di culto dove potrete riposarvi dopo il lungo cammino. Aperto dal lunedì alla domenica dalle 7 alle 18.
Zentralfriedhof, Vienna
Dopo quello di Amburgo è il cimitero più grande di tutta Europa e al suo interno ospita una vera e propria sezione dedicata ai musicisti. Passeggiando lungo questo cimitero potrete trovarvi dinnanzi le tombe di Ludwig Van Beethoven e di Franz Schubert che si andarono ad aggiungere a quelle di Brahms e degli Strauss. Passeggiando per il grande cimitero, troverete anche il grande monumento dedicato al genio di Mozart ma non è una tomba perché l’artista è stato sepolto nel piccolo cimitero di St Marx, nel Leberstrasse. Se arrivate dal centro città dovrete attraversare il secondo portone, quello principale per trovarvi di fronte l’imponente chiesa di San Borromeo. Dirimpetto alla chiesa commemorativa si trova la cripta in cui sono sepolti dal 1945 tutti i presidenti federali (Renner, Körner, Schärf, Jonas). Per raggiungere il cimitero, prendete il tram numero 71. Per ottenere una piantina esatta del Cimitero Centrale e dei sepolcri d’onore annessi basta rivolgersi al custode del 2° portone. Orari di apertura dalle 7 alle 17.
Highgate, Londra
Nel quartiere londinese di Highgate, se vi concedete un halloween tutto londinese, non perdete l’appuntamento con bellissimo cimitero che è stato iscritto nel Registro dei Parchi e Giardini di speciale interesse storico in Inghilterra. Tra imponenti architetture gotiche e spazi verdi, vi ritroverete di fronte alla famosa e tanto visitata lapide che porta l’iscrizione “Proletari di tutto il mondo unitevi“: non avete alcun dubbio che si tratta della tomba di Carl Marx. Tra i tanti personaggi celebri che riposano in questo cimitero potrete inoltre trovare George Eliot e Christina Rossetti, Herbert Spencer e la tomba dello scienziato Michael Faraday che ha per omaggio un cratere sulla luna. Nel 1862 nel cimitero di Highgate venne sepolta la moglie di Dante Gabriel Rossetti il quale gettò nella bara un libro di poesie a lei dedicate. Sette anni dopo la salma venne riesumata e quello che tornò alla luce era il corpo perfettamente integro della donna. Questo evento diede vita al pensiero comune che nel cimitero vivesse un vampiro. Per costi ed orari visitate il sito ufficiale del cimitero
Cimitero Ebraico, Praga
Uno dei più antichi ed importanti cimiteri d’Europa che fu risparmiato dalla furia distruttrice di Hitler, nella seconda guerra mondiale e che per oltre 300 anni l’unico luogo dove gli ebrei di Praga potevano seppellire i loro morti. Il grande numero di lapidi gotiche, rinascimentali, barocche addossate le une alle altre, il silenzio del luogo e la scarsa illuminazione creano un clima davvero spettrale. Le lapidi, costruite in pietra, sono tutte piantate nella terra, non esistono foto ma ogni lapide è contrassegnata da disegni simbolici e da incisioni sulle qualità del defunto. Oggi si contano circa 12.000 lapidi, ma si ritiene che vi siano sepolti oltre 100.000 ebrei. La tomba più visitata è quella di Rabbi Löw, dove i visitatori lasciano sulla lapide i tradizionali sassi, oltre a monete e biglietti con su scritti i desideri.
In conclusione, Halloween è la notte magica per eccellenza, ormai però assurta a simbolo per tutti gli appassionati di horror e unica occasioni in cui anche chi non ama il genere, è ben felice di piazzarsi una maschera mostruosa in faccia, pur di poter partecipare a un party.
Il popolo dei Celti non scriveva le loro tradizioni, ma le tramandava oralmente, così che di generazione in generazione le leggende e le credenze si arricchivano di nuovi particolari.
Una di queste giunta ai giorni nostri si intitola
Halloween: Jack O'Lantern.
Premessa:
Il simbolo di Halloween per eccellenza è una zucca in cui viene intagliato un grottesco volto illuminato da una candela posta al suo interno. Tale oggetto è ereditato dal folklore irlandese, e trae origine dalla leggenda di un “Ne’er-do-well” (“non ne combino una giusta”) chiamato Stingy Jack, un fannullone e scommettitore dal brutto caratteraccio, assai dedito all’alcool.
La zucca intagliata che rappresenta l'icona fondamentale della festa di Halloween è conosciuta ormai in tutto il mondo. Pochi, però, sanno a cosa si riferisce esattamente. Per trovare una spiegazione, bisogna risalire a una vecchia leggenda della tradizione irlandese, quella che parla di quell'anima prava di nome Jack.
Costui, una vecchia canaglia ubriacona e taccagna, che lavorava come fabbro, si trovava ad arrancare faticosamente verso casa nella notte di "Ognissanti" (All Hallows Eve), pieno di birra scura fin sopra gli occhi. Ma ormai il suo fegato era allo stremo dopo tante fatiche alcoliche, e quella notte stessa un attacco di cirrosi epatica sarebbe stata la sua condanna.
La fortuna volle che il Diavolo, avido e in anticipo sui tempi, decidesse di reclamare la sua anima prima che il senno dell'irlandese svanisse del tutto. Jack, vista la sua pessima situazione, decise di giocarsi il tutto per tutto. Impietosì il Diavolo, convincendolo a esaudire un ultimo desiderio. Il Diavolo, che in questa storia non è malvagio come lo si descrive, accettò.
Jack chiese, come ultimo desiderio, di farsi un'ultima bevuta.
"Purtroppo", disse al Signore delle Tenebre, "non mi ritrovo nel portafoglio neppure il becco di un penny. Pertanto, signor Diavolo, potrebbe trasformarsi in una moneta da sei penny, onde consentirmi quest'ultima bevuta?".
Il Diavolo, che evidentemente quel giorno era di buon umore, decise di agevolare l'ubriacone, ma, non appena si trasformò in una moneta da sei penny, si trovò imprigionato dal furbo Jack, che lo infilò velocemente nel suo portamonete, in compagnia d'un crocefisso d'argento.
Il Diavolo, in quest'occasione decisamente un povero diavolo, era molto arrabbiato: come ci si fa a fidare degli uomini?
Però, non potendo trasformarsi nella sua reale forma per l'effetto deleterio del simbolo cristiano, il Diavolo accettò l'ulteriore proposta fattagli di Jack: posporre di un anno la presa della sua anima.
Il Diavolo, scornato, se ne tornò da dov'era venuto, e Jack decise che in quell'anno avrebbe fatto di tutto per migliorare il proprio comportamento. Ma i suoi buoni propositi ben presto svanirono nel nulla e il fabbro ricominciò con la vita dissoluta: così l'anno a seguire, la notte di Ognissanti, si ritrovò ancora a dover affrontare il Diavolo.
Quest'ultimo, evidentemente un diavolo "di classe inferiore" non molto saggio o particolarmente stupido, invece di strappare subito l'anima a Jack e scaraventarla nella Geenaa, acconsentì a esaudire, prima, un suo nuovo desiderio.
"Senta, signor Diavolo, non potrebbe aiutarmi a prendere quella mela lassù, all'estremità di quel ramo? Le sarei grato per tutta la vita…", gli disse. Il Diavolo, non vedendoci possibilità d'imbroglio, annuì, e si mise sulle spalle di Jack, al fine di afferrare il pomo.
Una volta, il suo superiore aveva imbrogliato l'uomo, con quel frutto, ma questo povero Diavolo, che non conosceva la legge del contrappasso, ignorò la valenza simbolica del gesto. Mentre lo afferrava, il furbo Jack, sotto di lui, incise rapidamente sul tronco dell'albero una croce, così che il Diavolo non riuscì a scendere, rimanendo appeso al ramo come un fesso (qual era).
Nel tentativo di impietosire Jack, il Diavolo gli promise di lasciarlo in pace per dieci anni. Ma Jack rilanciò: "Se la faccio scendere, signor Diavolo, lei mi deve promettere che non pretenderà mai più la mia anima".
Non potendo fare altrimenti, il Diavolo accettò.
Jack visse e prosperò a lungo? Macché. Il suo fegato non tenne conto di questi accordi e un anno dopo decise che non ce la faceva più, così Jack… morì.
Siccome di andare in Paradiso proprio non era il caso, visti i suoi trascorsi goderecci, Jack si presentò alle porte dell'Inferno. Il Diavolo, a cui bruciavano ancora le umiliazioni inflitte dall'ubriacone, gli sbarrò la strada.
"Una promessa è una promessa", disse furibondo, "pertanto, caro il mio Jack, vattene da qui: io non ti voglio."
Jack si guardò indietro, e vide solo buio, sulla via che avrebbe dovuto ricondurlo a casa.
"Non mi può aiutare a trovare la strada, signor Diavolo?"
Il principe delle Tenebre, che era veramente un Signore, prese un tizzone infuocato dalla fornace eterna e glielo lanciò. Jack, che per qualche strana ragione aveva con se una grossa rapa, la intagliò e ci mise dentro il pezzo di carbone incandescente, per illuminarsi la strada.
Da allora, nella notte di Halloween, se aguzzate bene la vista, vedrete una fiammella che vaga nell'oscurità alla ricerca della strada per casa.
Quello è Jack O'Lantern, letteralmente Jack della Lanterna.
E la zucca, da dove viene allora?
La zucca deriva dal fatto che gli immigrati irlandesi, fuggiti dalle loro terre per la carestia della metà del XIX secolo, una volta arrivati in territorio americano, non trovarono rape sufficientemente grosse da poter essere intagliate. Quel che trovarono fu una notevole quantità di zucche, che sembrarono un degno sostituto della rapa.
La zucca venne utilizzata perché si pensava che, durante la notte di Ognissanti, potesse tenere lontane dalle case gli spiriti dei defunti che, al pari di Jack, tentavano di ritornare alla propria casa.
Per questi motivo, se la notte tra il 31 ottobre e il 1 Novembre vi venisse voglia di un bel risotto di zucca, non buttate via la scorza del vegetale, ma intagliatela e metteteci una candela… farete una bella figura e proteggerete voi e i vostri cari!
Halloween: Dolcetto o Scherzetto
Durante il Medioevo, una pratica popolare per Ognissanti era la preparazione della "soul cake" (torta dell'anima): si trattava di un semplice dolce fatto di pane con una decorazione di uva sultanina o ribes.
Nella tradizione chiamata "souling", i bambini andavano di porta in porta chiedendo un pezzo di torta, proprio come nel trick-or-treat moderno. Per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva dire una preghiera per l'anima di un parente defunto, o per un parente di chi aveva dato loro la torta in questione.
Le preghiere dei bambini dovevano servire alle anime dei defunti per trovare l'uscita dal purgatorio e arrivare così al paradiso.
I bambini cantavano anche la canzone della "soul cake", così come oggi ci sono filastrocche del tipo'Trick-or-treat, trick-or-treat, give me something good to eat.' (Dolcetto o Scherzetto, dammi qualcosa di buono da mangiare.)
Una versione della canzone diceva:
A soul cake!
A soul cake!
Have mercy on all Christian souls, for
A soul cake!
(tradotto suona circa Abbi pietà per tutte le anime Cristiane per una torta dell'anima)
Ci sono evidenze di attività simili al trick-or-treat nelle tradizioni Celtiche. Alcuni storici dicono che i Celti si travestivano in modi spaventosi e sfilavano per le strade per scacciare gli spiriti vagabondi fuori dalla loro città. Inoltre, i bambini Celti andavano di casa in casa per raccogliere legna, per formare un enorme falò al centro della cittadina. Quando il falò bruciava ogni altro fuoco doveva essere spento, per essere poi riacceso con una fiamma proveniente dal falò di Samhain del villaggio, come simbolo di comunione e collegamento tra tutti gli abitanti.
Molte delle tradizioni celtiche di Samhain avevano a che fare con la celebrazione delle proprie divinità. Ci si vestiva come gli dei celti durante le celebrazioni, e si andava di casa in casa a chiedere cibo da offrire algli dei.Ci sono documenti che evidenziano come per i Celti, Samhain fosse strettamente legato all'offerta di cibo agli spiriti. Con tutta probabilità c'erano anche sacrifici di animali, mentre alcuni storici più "arditi" suggeriscono anche di sacrifici umani.
FONTI
Runemal, il grande libro delle Rune
Umberto Carmignani, Giovanna Bellini
La Città della Luce
Origine, storia, interpretazione
Prendere la Madre Lasciare la MadrePrendere la Madre Lasciare la Madre
La fioritura del femminile nelle Costellazioni Familiari
Prafulla Stefania Contu
Astrologia Archetipica: la Scienza dell'AnimaAstrologia Archetipica: la Scienza dell’Anima
Sincronicità – Archetipi e viaggio dell’eroe – Pianeti, segni zodiacali, case astrologiche e il loro significato – Interpretazione del tema natale – Counseling astrologico – Costellazioni astrologiche
Umberto Carmignani, Simone Bongiovanni
Figlie della Madre
-http://terreceltiche.altervista.org/ritual-chants/
http://www.lericettedellavale.com/biscotti-ossa-di-morto...
http://cookingbreakdown.blogspot.it/.../ognissanti-e-il...
http://www.ricettemania.it/ricetta-pane-dei-morti-443.html
fonte-https://www.irlandando.it/halloween/storia/
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