<bgsound src='URL_MP3' loop='infinite'>

Re Artù:La verità oltre la leggenda

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

tradizione del piccolo popolo in Italia

Alla scoperta delle creature del Piccolo Popolo in Italia


Le creature del Piccolo Popolo sono anche una realtà della tradizione e della letteratura italiana. Abbiamo così riportato qui di seguito un elenco dettagliato di queste creature divise per regione (tra parentesi sono scritte le aree di provenienza all’interno della regione).


Trentino Alto Adige

Follat (Pinerolo), Calcatrapole (Brescia), Guehillon di Loo, Ciappin, Basadone (Val d’Adige), Luo Barabicchou (TO e CN), Crüsc (Alpi Lepontine), Beilhund, Servan (Cuneo), Gambastorta (Bergamo), Rurel (Valle del Brenta), Sluagh, Maget (Valtellina), Zampa del Gal (Trento), Tockji (Torino e Cuneo), Malésen (Bergamo), Calcaròt, Zuerghie (Val Formazza), Palendròns, Hausgeister, Quagg (Brescia), Morkies, Salbanelli (Bergamo), Nani del Vino.




Val d’Aosta, Piemonte e Lombardia

Bérlic, Barabio (Langhe), Ana Sosana (Bergamo), Esprit Follett, Calcaveggh (Novara), Berbéch (Bergamo), Manteillons (Monte Bianco), Carcaveja, Bragöla (Val Cavargna), Ciappin, Bügn (Mantova), Cules, Cà di Bragöla (Val Cavargna).


Veneto
Sgranf, Nani del Ghiaccio, Squass (Clusone), Nani Minatori, Barabao.


Friuli Venezia Giulia
Cialciut, Gambarétol Calcutt.



Emilia Romagna
Massariòl, Cialciut, Mazarûl,
 Foleto, Marin, Salbanelli, (Imola).

Lazio
Incubi (Roma), Baffardello, 
Karket (Roma), 
Chiusini (Siena), Fràgoa,
 Giosalpino (Lucca).


Basilicata

Grandinili, Augurie (Bari), Monachicchio,
 Omino della Rena (Siena), Papòio (Massa Carrara),



Sardegna
U’ augurie (Bari).
Ammutandori (Logudoro), Bobboi (Nuorese),


 Augurielli (Catanzaro).


Sicilia
Mazzamureddi, Cuscu, Fajetti, 
Malésen (Castroreale), Fuddettu 
(Reggio Calabria), Mercanti.

Italia
Marrauchicchi (Costa Jonica), Marrauchini (Sila), 
Farfarelli (Centro-Nord),
(Provenienza incerta)



Lauro (Meridione),
Crocchia Ossa, Encof, Faunet Omino del Sonno, 
Folletti del Lanternino, Salvanelli, Folletto dei Muschi, 
Gaguro Salvani (Settentrione), Ghignarelli, 
Gottwjarchi, Juffri, Mazzaròt di Bòsc, 
Pavarò Sanguanelli, Yulin.


E ora conosciamo meglio alcuni folletti del nostro paese…

Auguriello

Folletto paffuto dalla folta capigliatura riccia, con i piedi a forma di zoccolo di cavallo. Indossano un simpatico berretto rosso. Diffuso in Italia meridionale, soprattutto nella provincia di Catanzaro, questo folletto è una tipica creatura domestica che vive nelle case di campagna composte da sette famiglie. Dato il suo nome, porta fortuna a chi dovesse incontrarlo ed è molto attaccato alla casa in cui vive. Infatti, se gli abitanti della casa dovessero cambiare l’Auguriello tempesterà di dispetti e fastidiosi scherzi i nuovi inquilini. Se vuoi avere come amico questo spiritello basta regalargli qualcosa di lucente come piccoli pezzi di metallo che conserverà e nasconderà in luoghi segreti.


Baffardello
Questo folletto vive nei dintorni delle case coloniche o nelle vicinanze di stalle delle campagne toscane. Creatura alquanto dispettosa trova gran gusto ad intrecciare con una complicata trama il pelo degli animali. Ma ama ancor di più intrecciare i capelli delle belle ragazze. La sua abilità nell’intrecciare i capelli amalgamandoli con la sua saliva è talmente grande che diventa praticamente impossibile districare la fitta e ingarbugliata matassa della povera malcapitata.


Barabao
Folletto dalle fattezze non proprio delicate, ha un viso arcigno e coperto di peli, indossa due giganteschi zoccoli. Abitante delle campagne, gira spesso con abiti vecchi e trasandati. Ospitato di solito presso le famiglie, si sdebita aiutando nei lavori più duri sia in casa che in campagna. Se veniva trattato bene il Barabao poteva lavorare giorni e giorni senza concedersi una sosta, ma se veniva schernito o non rispettato diventava dispettoso ai confini della cattiveria. Molto popolare in veneto e citato in innumerevoli leggende e ballate, questo folleto ultimamente è scomparso dalla nostra letteratura.



Basadone
Il termine Basadone giunge a noi dal dialetto parlato in Trentino e significa “baciadonne”. Una delle sue peculiarità è quella di volare trasportato dal vento: infatti, nella tradizione popolare della Valle dell’Adige e della Val di Non il Basadone è la personificazione di un particolare vento, l’Ostro, che spira da sud. Come tutti gli spiriti del vento anche questo si rende quasi sempre invisibile; di natura buona e altruista protegge i piccoli di uomo quando si stanno per abbattere delle tempeste. Si narra anche che questa creatura sia circondata da molti servi, di aspetto buffo e alquanto bruttino, con i quali ama girovagare in lungo e in largo per i prati.



Farfarello
Il Farfarello che un tempo viveva nel lusso e vestiva abiti di ottima fattura, ormai vive nella miseria e indossa abiti sdruciti. Dalle tradizioni di Toscana ed Emilia sappiamo che non era alto più di 40 centimetri e che i suoi discendenti non sono più grandi di un maggiolino. Il Farfarello, che oggi vive nella solitudine, è coraggioso ai limiti del temerario. Quando entra nelle case, razzia tutta la birra che riesce a trovare, e ringrazia ungendo le scale della casa con del burro.

Incubi o Inui

Nella Roma antica con il termine di Incubo veniva chiamata quell’entità che custodiva e nascondeva tesori di inestimabile valore. Chiamati incautamente Folletti della notte, a questa grande famiglia appartengono diverse creature. Alcune si siedono sul petto delle persone che dormono per turbare il loro sono con terribili incubi, altri rubano il respiro alle persone anziane e ai bambini. Altri ancora facevano della burla e dello scherzo il loro modello di vita. Gli Incubi venivano spesso chiamati anche Inui.


Lauro

Le origini del Lauro si possono rintracciare in tutta l’Italia meridionale. Di corporatura minuta, assume spesso le sembianze di animali quale il gallo, il lupo o il cane. I suoi capelli ondulati e neri sono coperti da un simpatico berrettino rosso che non abbandona mai. Il Lauro è una creatura dispettosa e si trova a suo agio nella confusione; adora intrecciare le code e le criniere dei cavalli e sovente si posa sul petto delle persone per trasmettere loro ansia e inquietudine durante il sonno. Pigro per natura, ama il mondo animale che protegge con gran vigore ma odia qualsiasi tipo di lavoro domestico. Secondo alcuni pettegolezzi il Lauro sarebbe in grado di restituire la verginità alle donne che l’anno perduta a prescindere dalla loro età e dalla loro condizione sociale.


Manteillons

I Manteillons, come quasi tutti i folletti, amano fare scherzi e dispetti di ogni sorta e i malcapitati questa volta sono gli abitanti delle valli nei pressi di Aosta. Razziano dispense, legano le mucche per le corna, prendono a sberle le persone che dormono profondamente, tolgono le coperte dai letti, ecc. Inoltre, dato che erano creature della notte, rompevano i vetri delle finestre di quelle case che avevano le luci accese. Questi esseri hanno una particolarità che li distinguono però dagli altri folletti: infatti sono privi di gambe, condizione celata da un esteso mantello. Il Manteillon Vive sulle cime più alte del massiccio del Monte Bianco e molto tempo fa, durante le ore notturne, si spostava da un rifugio all’altro e se incontrava un uomo si trasformava in un essere molto pericoloso e feroce.



Marrauchicchi

Nella tradizione della Calabria, i Marrauchicchi sono a conoscenza di tutti quei luoghi ove sono stati occultati, in tempi remoti, tesori inestimabili e pignatte ricolme di monete d’oro. Se volessimo sapere dove sono nascosti questi incredibili tesori dovremmo prendere il loro inseparabile berretto rosso ed estorcere loro il segreto sotto la minaccia di non restituirglielo più. Amici dell’uomo, sono creature tranquille ma talmente abili nei movimenti e talmente scaltri a nascondersi nei posti più inaccessibili che diventa molto difficile incontrarli.



Salvanelli

Simili nel nome ai Salbanelli differiscono completamente nel carattere e nell’aspetto. Alti tra i 70 e gli 80 centimetri, snelli e magri, sono coperti da una fitta peluria di color rosso. Come la gran parte dei folletti si dilettano in dispetti e scherzi di ogni tipo, specialmente al bestiame. Ogni tanto si intrufolano nelle case per spaventare i bambini che recitano la preghiera prima del sonno.

Se un viandante, mentre percorre un sentiero di montagna, dovesse incontrare un Salvanello nel cuore della notte, questi gli si metterebbe alle calcagna saltellando qua e là durante il suo cammino. Servan Abitatori dell’Italia del nordovest, queste creature sono piccole e molto agili nei movimenti. Quasi sempre invisibili, posseggono una forza inaudita e frequentano le case dei contadini o le baite alpine. Burloni e dispettosi come ogni folletto che si rispetti, si scatenano quando vengono offesi o cacciati dalla dimora in cui avevano trovato accoglienza. La loro furia si placa solo in presenza di una fanciulla anzi, sono anche disposti a rinunciare alla loro indole per poter aiutare le ragazze nei lavori di casa; in cambio vogliono solo la loro compagnia. Come altri folletti, anche i Servan desiderano avere sembianze più simili all’uomo; così spesso scambiano i loro neonati con quelli degli uomini.




Salbanelli

Il Salbanello è una creatura brutta e ripugnante che, tranne in inverno quando indossa una tunica rossa logora e strappata, cammina nuda. Sono alti circa un metro, con una grande testa e con una chioma trasandata, grigia e riccia che forma un tutt’uno con la barba incolta. Hanno mani e piedi sproporzionati e deformi, il petto completamente coperto di peli e maleodorante; gli occhi, furbi e penetranti, sembrano due piccole fessure intagliate nella testa. Il Salbanello, citato nelle tradizioni popolari del Veneto e dell’Emilia, detesta parlare e scambia informazioni con i suoi simili con semplici e incomprensibili gesta delle mani. Alquanto maligno e cattivo questa creatura ipnotizza i malcapitati inducendoli a commettere atti impensabili e bizzarri.

'O Munaciello
folletto del meridione,tipico della Campania,
ma più precisamente della città di Napoli.

'O Munaciello: lo spirito dispettoso della casa
'O Munaciello (lettaralmente "piccolo monaco"), nella credenza popolare napoletana, è lo spiritello dispettoso della casa. Un'entità dagli aspetti sia benefici che dispettosi, in realtà. Anche se, generalmente, temuto.
Nel folclore napoletano, di solito è rappresentato come un ragazzino deforme o una persona di bassa statura, abbigliato con un saio con cappuccio e fibbie argentate sulle scarpe.

La leggenda del "munaciello" ha origini plurisecolari che vedono due ipotesi principali.

La prima, si legge anche su Wikipedia, riportata tra gli altri da Matilde Serao nel suo "Leggende napoletane", il munaciello sarebbe un personaggio realmente esistito. L'origine andrebbe fatta risalire al 1445, durante il regno di Alfonso V d'Aragona e all'amore impossibile tra Caterinella Frezza, figlia di un ricco mercante di panni, ed il garzone Stefano Mariconda.

La storia narra che la coppia ricorreva ad incontri clandestini durante la notte, cui il giovane garzone si recava percorrendo un pericoloso sentiero sui tetti di Napoli. Una notte, però, il giovane fu lanciato nel vuoto e ucciso. La sua amata allora decise di chiudersi in un convento, mentre era in attesa del figlio di Stefano. Il bimbo nacque deforme e la madre, sperando sempre in un miracolo che lo guarisse, prese a vestirlo con un abito da monaco, col cappuccio. Il piccolo (che tutti chiamavano '' 'o munaciello"), a causa del suo aspetto, divenne continuo bersaglio di insulti e sgarbi quando si aggirava per le strade. Da questo, all'attribuirgli poteri soprannaturali benevoli o malevoli il passo fu breve. Morì poi misteriosamente. La Serao riporta però che qualche tempo dopo furono ritrovate in una cloaca delle ossa che avrebbero potuto essere quelle del nano, ed avanza l'ipotesi che i parenti Frezza avessero alla fine deciso di assassinarlo.

Dopo la sua morte, il popolo napoletano continuò a vederlo nei luoghi più disparati dei quartieri bassi, e alla sua sete di vendetta cominciarono ad essere attribuiti tutti gli eventi sfavorevoli della vita quotidiana. Al munaciello, però, furono attribuiti anche poteri magici benefici, come la connessione tra le sue apparizioni e la possibilità di ricavarne numeri frtunati da giocare al lotto.

'O Munaciello: lo spirito dispettoso della casa
La seconda ipotesi, invece, narra che il munaciello, in origine, sarebbe stato l'antico gestore dei pozzi d'acqua. Proprio grazie alla sua bassa statura, l'uomo riusciva  ad entrare nelle case passando attraverso i canali che servivano a calare il secchio.
'O Munaciello: lo spirito dispettoso della casa
La seconda ipotesi, invece, narra che il munaciello, in origine, sarebbe stato l'antico gestore dei pozzi d'acqua. Proprio grazie alla sua bassa statura, l'uomo riusciva ad entrare nelle case passando attraverso i canali che servivano a calare il secchio.
Potrebbe interessarti: http://www.napolitoday.it/cronaca/munaciello-leggenda.html
Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/NapoliToday

Fonti

https://www.mitiemisteri.it/piccolo-popolo-italia

Nessun commento:

Posta un commento

Sono le di

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche