L' Isola di Avalon
Avvolta dal mistero e da un’aurea mistica, Avalon è un isola di cui tutti abbiamo sentito parlare. Conosciamo le sue nebbie. Sicuramente conosciamo il suo legame con Re Artù. Ma cosa sappiamo esattamente di questo luogo? E’ forse reale? O ancora una volta ci troviamo di fronte all’immaginaria geografia arturiana? Scopriamolo insieme!
Avalon è un’isola leggendaria ubicata nell’ovest delle isole britanniche, secondo quanto riportato nella "Historia Regum Britanniae" di Goffredo di Monmouth. Alcune fonti credono si trovi nell’Ile Aval o Daval in Bretagna, altre fonti a Burgh-by-Sands in Cumberland o nel monte-isola di San Michele in Cornovaglia. L’isola, perennemente avvolta dalle nebbie, può essere raggiunta solo in barca, e solo una sacerdotessa ben addestrata può sollevare il velo tra i due mondi.
Avalon, detta anche Isola di vetro o Isola delle mele, era un luogo magico di trasformazione, dove aveva sede dell’Albero della Conoscenza, un melo dai frutti dorati. Qui dimoravano Viviana la Dama del Lago custode di Excalibur, Mago Merlino e Morgana la Fata. Quest'isola è un vero e proprio luogo di iniziazione. Per i Celti Avalon era molto importante, un posto magico da cui attingere sapere e conoscenza, l'incontro fra dimensioni diverse. I luoghi più importanti dell'isola erano il Tempio della Dea e il sacro cerchio di pietre detto Tor. Esso faceva da intermediario fra il cielo e la terra, il mondo terreno e ultraterreno, ed è qui che si svolgevano i rituali.
A scandire la vita sull’isola era la "Triade delle Stelle" simbolo della forza della natura, dispensatrice di vita ma anche di morte, che scandisce il susseguirsi delle stagioni. I druidi erano numerosi sull'isola e il loro compito consisteva nel tramandare l’arte dei bardi, i poteri curativi delle erbe e i doni extrasensoriali come la veggenza. In quest’isola misteriosa sarebbe sepolto, secondo la leggenda, il mitico Re Artù.
Approfondimento
L’isola appare per la prima volta nelle narrazioni di Goffredo di Mounmouth, che come sappiamo è anche il maggior punto di riferimento per quanto riguarda le avventure di Artù. Qui secondo l’autore, il re viene portato per essere curato dopo la battaglia di Camlann. Questo luogo è avvolto dalle nebbie, e vi risiede una confraternita di nove sorelle guidate da Morgana la fata. Morgana è in questo periodo ancora un personaggio completamente positivo. Ella fa sì che le ferite di Artù vengano curate magicamente, tuttavia queste sono talmente profonde che l’attesa del re sull’isola sarà lunghissima.
Goffredo ci dice anche che Avalon è conosciuta come isola delle mele (Insula Pomorum). Perché tale riferimento al frutto perfetto?
Le mele sono spesso associate all’Oltretomba. Questo avviene nella cultura mediterranea come in quella celtica. Probabilmente il motivo indica che di fatto Artù è passato a miglior vita, oppure vive ma si trova comunque nel regno dei morti. Avalon è forse un’anticamera dell’Aldilà. Non a casa si è pensato potesse trovarsi in medio-oriente, vicino al Paradiso terreste di dantesca concezione.
Ma quello delle mele non è l’unico riferimento all’Oltretomba che troviamo per questo tema. Un’opera del XII secolo chiamata Floriant et Florete ci racconta di come Avalon si troverebbe invero in Sicilia. Artù dormirebbe quindi in cima al monte Etna. Questo elemento passò dalla letteratura al folklore. Esiste infatti una leggenda molto radicata nel Medioevo che voleva l’Etna come ingresso del mondo dei morti. E che vuole Artù come guardiano di questo ingresso. A parlarci di questo tema così affascinante, autori del calibro di Gervasio da Tilbury nei suoi Otia Imperialia. Il re è sempre ferito, ma cosciente. Impossibilitato a lasciare quel luogo di passaggio, governa l’accesso fra Oltretomba e terra.
C’è un luogo fisico che corrisponderebbe ad Avalon. Si trova nel Somerset, in Inghilterra. Terra da sempre legata alle vicende arturiane.
Non solo questa torre viene considerata dalla comunità Wicca come l’accesso al mondo dei morti, ma l’area è anche circondata da meli. Tuttavia non si tratta di un’isola, bensì di una collina.
Questo luogo era, al tempo di Goffredo, circondata da paludi: le acque cingevano la collina, dandole l’aspetto di un’isola circondata dalle nebbie. Artù dimorerebbe qui, pronto a ritornare quando l’Inghilterra necessiterà di lui.
Insomma, reale o immaginario, Avalon è un altro di quei luoghi della geografia di Artù che ci riempie la mente di suggestioni. E’ l’elemento magico, mistico, che ci attrae lì. Così come questa Storia appena palpabile. Priva di basi, così leggera. Dove starà la verità?
Avalon, l’isola leggendaria in cui si pensava vivessero Elfi e Fate.
Secondo delle leggende, l’Isola fu visitata da Gesù e da Giuseppe d’Arimatea e fù luogo di sepoltura, del Sacro Graal. Questa isola è posta, nella cittadina di Glastonbury, famosa perché si dice sia situata su delle antiche Ley Lines e luogo di sepoltura di Re Artù.
Durante il regno di Re Enrico II, l’abate Enrico di Blois fece una ricerca e portò alla luce, a cinque metri di profondità, una bara con un iscrizione Qui giace sepolto l’inclito re Artù nell’isola di Avalon. Il luogo venne poi meta di pellegrinaggio.
Avalon è anche noto il luogo di sepoltura della strega Morgana sorellastra di Artù e di Merlino, il mago più potente che sia mai esistiti, in questo luogo si pensa che sia stata forgiata la leggendaria spada di Excalibur, famosa per la sua forza e magia, resa così da il soffio di un drago.
In quel periodo l’isola di Avalon era coperta dalle nebbie e vi era il monte Tor, un’altura incantata a forma di piramide, non si capisce se l’altura fosse stata creata artificialmente visto la sua forma a gradini.
La processione in questo luogo, come già ho scritto in uno dei primi paragrafi, partiva da Chalice Well una sorgente carica di ferro e leggermente radioattiva, che ogni tanto si tinge di rosso (si pensa che vi sia stato posto il calice del santo Graal), da qui ci si dirigeva verso il monte Tor, oltrepassando il Chalice Hill dove si possono vedere alcuni monoliti che si dice che vibrano al tramonto.
Secondo altre leggende Avalon è l’isola dove risiedono delle sacerdotesse e maghi, e si dice che Artù sia sopravvissuto alla morte grazie alle arti magiche degli abitanti dell’isola.
Forse sarà difficile provare l’esistenza di questo luogo, avvolto dalle nebbie e luogo preferito da maghi, sacerdotesse, fate e bardi, ma la curiosità di tutti gli amanti di questa leggenda, proveranno fino alla fine di confermarne l’esistenza.
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