La storia del Carnevale è anche la storia del Martedì Grasso, ovvero del giorno più importante, e che chiude questa festività molto diffusa e sentita soprattutto nei paesi cattolici dell’Europa e del Sud America. Detto questo, va precisato che il Carnevale non è una festa cristiano-cattolica, ma bensi’ Pagana.
Infatti, secondo diversi studi, le origini del Carnevale affonderebbero le proprie radici nell’antico mondo pre-cristiano, più precisamente, nei riti propiziatori di Greci, e Romani, riti che, si svolgevano durante particolari festività quale erano i Saturnali Romani, le Dionisiache Greche, i Lupercali e in fine i Navigium Isidis . Tali riti, tali festeggiamenti a loro volta altro non erano che, un retaggio culturale appartenente a popoli ancor più antichi quali erano i Babilonesi e i Sumeri, retaggio ereditato poi appunto dai Greci e dai Romani.
Infatti le prime testimonianze documentate del Carnevale risalgono ad’ Epoca Pagana, e parlano di una festa caratterizzata da uno sregolato godimento di cibi, bevande e piaceri sensuali, seguiti da sfar<eschi, sfrenati e goliardici festeggiamenti che duravano all’incirca una settimana, durante i quali era consuetudine sovvertire l’ordine sociale vigente, un’ Usanza questa chiamata “IL MONDO ALLA ROVESCIA”, la quale prevedeva che per tutto il periodo di festa ci fosse una sorta di ribaltamento delle gerarchie, uno scambio di ruoli, in cui un servo, indossando una maschera poteva diventare il padrone, e viceversa, (ovviamente in maniera simbolica) ma la mascherata, l’indossare una maschera rappresentava anche il desiderio di nascondere la propria identità, dietro una maschera appunto, al fine di acquisirne una nuova.
La mascherata, il travestimento quindi, avevano una forte valenza psicologica e simbolica, indossando una maschera ci si poteva concedere una pausa dalla propria personalità, per comportarsi come non ci si concedeva nella vita quotidiana, in più davano anche possibilità di fare scherzi di ogni genere. I festeggiamenti culminavano solitamente con il processo, la condanna, la lettura del testamento, la morte e il funerale di un fantoccio, che rappresentava allo stesso tempo sia il sovrano di un auspicato e mai pago mondo di “cuccagna”, sia il capro espiatorio dei mali dell’anno passato.
La maschera nell’antichità era usata per incarnare particolari energie che venivano associate alle divinità o alle forze della natura.
In seguito, ovvero, dal Medioevo in poi, con l’avvento del Cristianesimo, da festa prettamente pagana e popolare, fatta di eccessi, baldoria e libertinaggio, ha assunto dei significati legati alla religione.
Come? Ma con l’intervento della Chiesa ovviamente, la quale fece in modo che, la suddetta festività coincidesse con il periodo che anticipa la Quaresima, ovvero i quaranta giorni che precedono la Santa Pasqua, non senza essersi prima però opposta strenuamente a tutti gli elementi più libertini, stravaganti e licenziosi della festività nota appunto in ogni dove soprattutto per il suo elemento distintivo: il mascheramento.
Ed è per questo che, svariati studi asseriscono che il termine “CARNEVALE” derivi dal latino CARNEM-LEVARE che significa “TOGLIERE LA CARNE”,O “ELIMINARE LA CARNE”, dato che nel periodo di Quaresima c’era l’invito di astenersi dal mangiare carne, e quindi si festeggiava e ci si abbuffava di carne e altre pietanze appetitose prima della negazione che dovrebbe accompagnare la Quaresima.
Ma su questa tesi, e cioè sul significato del termine “carnevale” pare ci siano diverse scuole di pensiero, e dopo ne scopriremo il perché.
Il Carnevale come accennato ha dunque origine nel Mondo Pagano, dai rituali di buon auspicio di festività antichissime come le Dionisiache Greche e i Saturnali Romani, i Lupercali che a loro volto discendono da celebrazioni ancor più antiche che si tenevano presso i Sumeri e i Babilonesi
RITUALI
Nell’Antica Roma il mese di Febbraio rappresentava un momento di estrema importanza, poiché segnava il passaggio dall’anno vecchio all’anno nuovo, infatti, in Latino Febrarius - da Februare significa Purificare, e coincide con l’Inizio della Primavera. Durante tale periodo si svolgeva la festa dei LUPERCALI” LUPERCALIA, legata ai riti di fecondazione durante i quali avvenivano situazioni grottesche, che appunto ricordano molto gli odierni così detti scherzi di Carnevale, in pratica festanti travestiti e carri allegorici mettevano in scena il rovesciamento del normale ordine sociale, e delle cose, e il successivo rinnovo, tali riti erano volti ad auspicare un nuovo anno, fecondo, fertile, e all’insegna del benessere e della felicità.
Poi c’erano i SATURNALI le feste in maschera fatte in onore del DIO SATURNO. Maschere e costumi in quei giorni cancellavano le differenze sociali: tutti potevano partecipare a questi riti propiziatori volti soprattutto ad ottenere la benevolenza degli Dei, ad esempio per ottenere un raccolto abbondante
In questo periodo di sette giorni si conducevano per la città carri festosi tirati da animali bizzarramente bardati ed il popolo si riuniva in grandi tavolate, cui partecipava persone di diverse condizioni sociali e si abbuffavano tra lazzi, danze ed oscenità. L’antica figura del re dei Saturnali ha continuato a vivere nella burlesca figura del re del carnevale: inizialmente impersonato da un uomo che veniva sacrificato per il bene della collettività, poi sostituito con un fantoccio di paglia. La sera del martedì grasso veniva bruciato come una specie di vittima designata che morendo purificava la comunità, di modo che si potesse intraprendere un nuovo anno sotto diversi auspici.
E ancora vi erano Infine il Navigium Isidis in onore di Iside che ritrova il suo amato Osiride. Il corteo in maschera era di tipo funebre, ma il Carrus Navalis di cui si servivano i figuranti e il lancio dei petali per la dea sono giunti a noi come carri allegorici e coriandoli.
Abbiamo parlato anche di rituali greci, be’ il periodo carnevalesco coincide anche con l’approssimarsi dell’inizio dell’anno agricolo, legato alle feste greche di impronta Dionisiaca: le feste in onore di Dionisio, Dio Greco del Vino, caratterizzate da cortei di figuranti in maschera che partiva dalle rive del mare per dirigersi verso il centro cittadino, e dal raggiungimento di uno stato di ebbrezza ed esaltazione entusiastica, che sfociavano in vere e proprie orge.
E in fine parliamo de i rituali Babilonesi e Sumeri che si tenevano A cavallo tra Febbraio e marzo, e che prevedevano festose processioni con particolari barche in miniatura trasportate su carri trainati da cavalli, adorni di drappi, piume e fiori. Queste processioni erano l'espressione della nuova vita in arrivo con la primavera e andavano ad esorcizzare il buio invernale che stava ormai scemando.
I carri in onore di Marduk, in Babilonia, erano veri e propri carri allegorici con la rappresentazione degli astri e della battaglia che egli dovette affrontare contro Tiamat, il Serpente del caos.
Dunque il corteo aveva la funzione di mettere in scena la lotta da il caos e l'ordine, così come il Carnevale moderno ha iniziato a rappresentare la sovversione dei ruoli e della cosiddetta normalità.
Ed ora torniamo a parlare del significato del termine “CARNEVALE”
Abbiamo detto che, sul significato del termine “CARNEVALE” ci sono due differenti scuole di pensiero, la prima, ritiene che il termine derivi dal latino CARNEM-LEVARE che significa “TOGLIERE LA CARNE”,O “ELIMINARE
LA CARNE”, dato che nel periodo di Quaresima c’era l’invito di astenersi dal
mangiare carne,
La
seconda invece trovando senza senso il
fatto che una festa festeggiata tra l’altro mangiando abbondanti quantità di
cibi, tra questi carne, avesse come nome un termine che significa “TOGLIERE LA
CARNE” e che, l’astinenza di carne riguarda bensì la Quaresima, e valutando il
fatto che, ogni rito celebrativo, da cui trae origine il Carnevale prevede dei
CARRI ALLEGORICI hanno avanzato una seconda ipotesi, e cioè che il termine
CARNEVALE derivi invece dal termine "CARRUS NAVALIS” che significa “ CARRO
NAVALE” e che solo in un secondo momento, cioè in epoca cristiana sia poi
diventato per assonanza con l’antico termine Pagano “CARNEM LEVARE” cioè
“TOGLIERE LA CARNE”
Quindi
il Carnevale da festività Pagana, dal Medioevo in poi è stata
trasformata in una Festività Cristiana dalla Chiesa, e spogliata di tutti
quelli che erano i suoi aspetti caratteristici originari, aspetti che però, in
parte sono sopravvissuti, fino ai giorni nostri.
Il
periodo del Carnevale viene indicato come “Tempo di Settuagesima” nei paesi di
tradizione cattolica viene inteso come periodo preparatorio immediatamente
precedente la riflessione e riconciliazione con Dio propria della Quaresima. Il
Tempo di Carnevale inizia con la cosiddetta domenica di settuagesima, cioè la
prima delle nove domeniche precedenti la Settimana Santa, per avere il suo
culmine dal Giovedì dell’ultima di queste settimane al Martedì grasso. Giorno
quest’ultimo che precede il Mercoledì delle Ceneri il quale dà inizio alla
Quaresima (e quindi al digiuno quaresimale) che conduce alla Pasqua, ricorrenza
mobile, ossia con cadenza non annuale ma variabile (sempre però dal 22 marzo al
25 aprile) correlata al ciclo lunare.
Martedì
Grasso, e Astinenza Quaresimale
Ecco perché si può dire che la storia del Carnevale, al di là della perdita
della sua connotazione religiosa tipica dell’età moderna (legata al fatto che
l’astinenza quaresimale e la concentrazione su preghiera e penitenza sono molto
meno diffuse rispetto al passato) è la storia del Martedì Grasso, visto che con
questo termine viene indicato l’ultimo giorno della festività e il giorno
immediatamente precedente il Mercoledì delle Ceneri che segna l’inizio della
Quaresima che porta alla Pasqua, principale solennità del Cristianesimo.
Non a caso come già detto in precedenza, il termine Carnevale viene fatto
derivare dal latino “CARNEM LEVARE” (eliminare la carne) a indicare proprio il
banchetto che si teneva nell’ultimo giorno della festività, il martedì prima
dell’inizio del periodo quaresimale. Nel giorno del Martedì Grasso, ultimo dei
sette giorni grassi del Carnevale (ma la festività può durare anche di più,
come nel caso del celeberrimo Carnevale di Venezia, quest’anno dell’11 al 28
febbraio) si mangiavano cibi succulenti e prelibati, cibi grassi, soprattutto
la carne che poi non poteva essere consumata durante la Quaresima.
Si esagerava a tavola, e spesso si dava sfogo ai vizi, prima di entrare nel
periodo del digiuno quaresimale. Il Martedì Grasso, Mardì gras in francese,
assume nomi differenti anche nella stessa Italia o all’interno delle stesse
regioni italiane: è il caso della Sardegna dove il Martedì grasso viene
chiamato Martisero a Mamoiada e Martisperri a Ulassai. Diversità che si traduce
anche nei nomi di alcuni dei dolci più tipici del Carnevale, come le
chiacchiere, altrimenti dette sfrappole, crostoli o ancora rosoni.
A Milano, o meglio nella stragrande maggioranza
delle chiese dell’Arcidiocesi di Milano, in virtù del Rito Ambrosiano, l’ultimo
giorno di Carnevale è invece il sabato, quattro giorni dopo il Martedì grasso
del rito romano. Negli Stati Uniti il martedì che precede il giorno delle
Ceneri, molto sentito soprattutto a New Orleans, è chiamato Pancake day
(Giornata del pancake, frittelle a base di farina burro, uova e latte), nel
Regno Unito si chiama Shrove Tuesday, con shrove che deriva da to shrive, cioè
confessare e assolvere.
E quindi
per concludere questo nostro viaggio alla scoperta delle origini del Carnevale
facciamo un piccolo riassunto.
Abbiamo detto che, il Carnevale ha dunque origini
pagane, più precisamente, dai riti propiziatori celebrativi pre-cristiani che
si svolgevano durante particolari festività quale erano i Saturnali Romani , le
Dionisiache Greche, I Lupercali, festività che a loro volta traevano origine da
celebrazioni Babilonesi e Sumere, festività durante le quali ci si abbandonava
ad uno sregolato godimento di cibi, bevande, e piaceri sessuali, ci si
mascherava in onore del Dio Saturno, si svolgevano rituali di fecondazione, purificazione,
ed altri volti invece ad auspicare abbondanza per i futuri raccolti, rituali
durante i quali si era soliti sovvertire l’ordine sociale, usanza questa
chiamata “IL MONDO ALLA ROVESCIA” la quale prevedeva che, per tutto il periodo
della festività ci fosse una sorta di ribaltamento delle gerarchie, in cui il
servo in maniera simbolica poteva diventare padrone, e viceversa,
ed era possibile fare scherzi di ogni genere.
Dopodiché
dal medio evo in poi, la chiesa si appropriò del Carnevale, dandole una
connotazione religiosa cristiana cattolica, facendola coincidere con il periodo
preparatorio immediatamente precedente alla riflessione e riconciliazione con
Dio, propria della Quaresima. Secondo il rito Romano, la Quaresima ha inizio
con il mercoledì delle Ceneri e i festeggiamenti per il Carnevale culminano e
terminano con il martedì Grasso (ultimo giorno prima dell’inizio della
Quaresima)
Da qui,
il termine Carnevale che deriva dal latino (CARNEM LEVARE) cioè (ELIMINARE LA
CARNE). Ed ecco che, il CARNEVALE si inserisce nella tradizione cattolica come
momento di festa, dove ci si abbandonava in maniera ingorda al consumo sfrenato
di ogni genere di cibi ,e che precede la Quaresima, un periodo invece di
digiuno e di astinenza, in attesa della Pasqua dove soprattutto in passato si
evitava di mangiare la carne.
Martedì e Giovedì Grasso
La consuetudine di chiamare "grasso" il giovedì e il martedì a cavallo della celebrazione carnevalesca deriva dalla tradizione cristiana medievale, infatti dopo il Carnevale inizia la Quaresima, cioè i 40 giorni di astensione dai bagordi di ogni genere.
Per questo, in tempi passati, ci si dava alla pazza gioia, mangiando e facendo festa , prima del periodo di austerità
.
Nessun commento:
Posta un commento