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Re Artù:La verità oltre la leggenda

il Sabba delle streghe

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giovedì 2 gennaio 2020

Imbolc: La festa celtica delle Calende di Febbraio


IMBOLC
LA FESTA CELTICA DI FINE INVERNO. 
LA FESTA DELLA PURIFICAZIONE.

Nella cultura Celtica, la fine del mese di Gennaio segnava il termine della stagione invernale e l'inizio della Primavera. Tale momento era indicato dai Celti con il termine Imbolc.

Imbolc, la Festa Celtica di Fine Inverno, la festa della Purificazione, durante la quale si festeggia la fine del gelo, l'inizio della bella stagione, la Primavera, e si rende omaggio alla Dea Brigid, la Dea del triplice fuoco, protettrice e patrona dei poeti, dei guaritori, e dei fabbri, quindi, delle arti, e dei misteri. La giovane fanciulla che simboleggia l’inizio della Primavera, la luce che ritorna, a discapito dell’Anziana, che, invece simboleggia il Gelido Inverno ormai alle spalle.

Imbolc, celebrata il 1° febbraio, rappresenta dunque il ritorno della luce, la luce che è nata al Solstizio di Inverno, e che proprio dal 1° Febbraio comincia a manifestarsi : le giornate si allungano poco alla volta e anche se la stagione invernale continua a mantenere la sua gelida morsa, ci si accorge che qualcosa sta cambiando, Gli antichi erano molto più attenti di noi ai mutamenti stagionali, anche per motivi di sopravvivenza. Questo era il periodo più difficile dell'anno poiché le riserve alimentari accumulate per l’inverno cominciavano a scarseggiare. Pertanto, i segni che annunciavano il ritorno della primavera erano accolti con uno stato d’animo che oggi, al riparo delle nostre case riscaldate e ben fornite, facciamo fatica ad immaginare.
Presso i Celti, i cicli stagionali erano ritenuti estremamente importanti, in quanto parte essenziale della loro esistenza, della loro vita, della loro cultura e religione.

Sovrapponendo la RUOTA DELL' ANNO CELTICA, al nostro moderno calendario, la prima ricorrenza che celebra la natura, e i suoi cicli di cambiamento e rinnovamento, cade appunto il’1° Febbraio, e celebra come già detto la fine dell’inverno, Imbolc appunto, la festa della nuova semina, il risveglio della natura, il gelo che inizia lentamente a cedere il passo al calore primaverile

Il 1° Febbraio, nella cultura celtica, è dunque il giorno che segna la fine dell' inverno, una festa dedicata ai rituali di purificazione dei campi e della casa.

IMBOLC: ETIMOLOGIA

Imbolc, (pronuncia IMMOL’C) è un termine dall’origine incerta, la cui etimologia è oggetto di svariate controversie, infatti si ritiene che la parola, potrebbe avere molteplici significati.

Imbolc potrebbe derivare da Imb-folc, cioè “grande pioggia’ e in molte località dei paesi celtici questa data è chiamata anche “Festa della Pioggia” sia perché segna l’inizio della stagione delle piogge, e quindi è da riferirsi ai mutamenti climatici, sia perché appunto la pioggia, era vista come elemento di purificazione, che appunto purificava dalle impurità invernali, pratica rituale chiamata lustrazione rituale, e che era volta a liberarsi appunto dalle scorie accumulate durante l’inverno.
Mentre Imbolg, ovvero ‘nel sacco” inteso come nel grembo, riferimento simbolico al grembo materno, che racchiude il risveglio della natura, il grembo di madre terra, è un termine che richiama anche ai semi che stanno germinando sotto la terra e che spunteranno appena arriveranno le prime piogge.

Invece Oimelc significa “nel latte” o lattazione, che si riferisce agli agnelli che nascono proprio con l’arrivo della bella stagione, e bisognano di latte,( i nuovi agnelli che nascono con l’inizio della bella stagione sono anche detti i figli di Beltane)

Altro significato, se pur meno spirituale, e più materiale era sempre riferito agli agnelli, ma stavolta inteso come nuova fonte di cibo e di ricchezza, che la previdenza della Natura e degli allevatori avrebbe fatto nascere all’inizio della buona stagione. L’allattamento degli agnelli garantiva un rifornimento provvidenziale di proteine. Il nuovo latte, il burro, il formaggio costituivano spesso la differenza tra la vita e la morte per bambini e anziani nei freddi giorni di febbraio.
Ambivolcios infine è un termine latino-gallico che significa "attorno al lavatoio" è sta a indicare l'antica cerimonia di purificazione mediante lavaggio o aspersione d'acqua (benedizione). Anche per gli antichi romani, febbraio era il mese preparatorio all'avvento della primavera, dedicato ai riti della purificazione dei campi e degli armenti e anche le case erano soggette a pulizie particolari..


Imbolc era considerata una delle quattro feste celtiche dette "FESTE DEL FUOCO" poiché proprio l'accensione rituale di fuochi e falò ne costituivano una caratteristica essenziale, proprio perché erano alla base dei suoi festeggiamenti.
In questa ricorrenza il fuoco è però considerato sia come strumento purificatorio, sia come rappresentante simbolico della luce, che proprio in quel periodo era crescente, e che proprio attraverso il fuoco veniva propiziata, la luce che ritorna e segna la fine del’ oscurità, la gelida oscurità invernale.

La purificazione attraverso il fuoco invece, riguarda in realtà gli aspetti della vita, essa viene accostata al concetto di nuova vita, laddove ci si elimina di tutte le impurità del passato, per far posto alle cose nuove, ma il concetto di purificazione riguarda anche l’alimentazione che dovrebbe privilegiare cibi leggeri, in grado di depurare l’organismo. Anche le grandi pulizie domestiche, c’è chi consiglia di spazzare le stanze con una scopa di saggina e di spargere sul pavimento sale fino e rosmarino. Consigliato anche l’utilizzo di incensi o di fumigazioni a base di verbena e incenso. Per quanto riguarda le decorazioni, il bianco è il protagonista simboleggiando il ritorno della luce. Ma è possibile ricorrere anche al rosso (simbolo del sole nascente) e al verde (simbolo della vegetazione), nonché colori della dea Brigit. E’ anche il momento più adatto per fare piazza pulita di cose, emozioni, pensieri inutili, controproducenti, limitanti. Le pulizie aiutano in senso simbolico a fare spazio consentendo l'arrivo alle novità e nuove opportunità

Le antiche popolazioni celtiche, consapevoli dei sottili mutamenti di stagione come tutti gli antichi popoli, celebravano in maniera adeguata questo tempo di risveglio della Natura, infatti, tradizionalmente, essi festeggiavano questo momento di transizione accendendo enormi Falò, la notte della vigilia del 1° febbraio, i così detti “fuochi della purificazione” volti a rievocare la luce solare, ma che erano anche in onore della Dea Brigid, e del giovane Sole, il così detto Sole bambino giunto al Solstizio d’Inverno, e intorno a questi fuochi essi si riunivano, e ballavano, e cantavano, e svolgevano rituali sacri, che, prevedevano l’utilizzo di incensi preparati con piante sacre come il basilico, l’alloro la cannella la vaniglia e la mirra. O ancora si cospargevano con oli di gelsomino, di garofano, neroli e oliva, altri rituali prevedevano l’utilizzo di pietre quali il cristallo di quarzo, l’opale, la pietra di Luna, l’aventurina e l’eliotropo.

Altri rituali prevedevano la creazione di oggetti simbolici, che le donne dei villaggi preparavano riunite in case, e riguardavano la fabbricazione di piccole bambole con le sembianze della Dea, bambole che poi vestivano di bianco, e che sulle quali in seguito riponevano un cristallo sul cuore, rito questo chiamato “il rituale delle bambole di Brigid.

Altra usanza rituale simbolica riguardava la preparazione di una croce, la famosa CROCE DI BRIGID
Per proteggere la casa dai fairies (gli spiriti maligni) in Irlanda si fabbricava un amuleto-talismano in giunco, con dei rametti o paglia, tali amuleti avevano la forma di una croce, la famosa CROCE DI BRIGID a quattro braccia con un nodo vincolante centrale, che agisce come una barriera che protegge dagli spirito del male. Nella forma più semplice si realizzava un unico nodo centrale, in quella più complessa dopo aver realizzato il primo nodo semplice si prosegue con la tecnica dell'intreccio continuando ad aggiungere gli steli (in genere a gruppi di tre) sia a destra che a sinistra e in alto e in basso.

una volta creata la croce, essa vieniva appesa all'interno della propria abitazione, dopodiché andava recitata questa formula 

“Che la benedizione della luminosa Brigid sia su questa croce, su questa casa in cui è appesa, e su chiunque la veda”…

La fabbricazione delle croci di Brigit deriva forse da un’antica usanza precristiana collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina.

In Scozia invece, la vigilia di Santa Brigid le donne vestivano un fascio di spighe di avena con abiti femminili e lo deponevano in una cesta, che chiamavano IL LETTO DI BRIGID, CON A FIANCO UN BASTONE DI FORMA FALLICA, poi gridavano per tre volte “Brid è venuta, Brid è benvenuta!”, quindi lasciano bruciare torce e candele vicino al “letto” tutta la notte.

Se la mattina dopo trovavano l’impronta del bastone nelle ceneri del focolare, ne traevano un presagio di prosperità per l’anno a venire. Il significato di questa usanza è chiaro: le donne preparavano un luogo per accogliere la Dea e invitano allo stesso tempo il potere fecondante maschile a unirsi a lei. Anche nell’isola di Man veniva compiuta una cerimonia simile, chiamata Laa’l Breesley. Nell’Inghilterra del Nord, terra dell’antica Brigantia, la ricorrenza veniva denominata “Giorno delle Levatrici”.


Altra usanza ancora riguardava il MANTELLO DI BRIGID che consisteva nella creazione di una striscia di stoffa che si lasciava fuori nella notte della festa per assorbire il potere della Dea, e che veniva poi utilizzata sia come protezione che nei rituali di guarigione.

Pratica a cui seguiva un’invocazione
Brigida dal mantello, avvolgici,
signora degli agnelli proteggici,
custode del focolare, illuminaci,
sotto il tuo manto raccoglici
e rendici alla memoria

Altre usanze a Imbolc riguardavano il vestirsi di colori che rappresentassero la primavera, come ad esempio il verde dei prati, o il giallo del grano e del sole, poi c’erano I cibi tradizionali, come i semi di zucca ,di girasole, pane, latticini, peperoni, cipolle, aglio,uva passa, curry, cibi che si assumevano accompagnate da bevande quali vini speziati e thè alle erbe.
La festa di Imbolc, prevedeva molto probabilmente anche delle cerimonie di iniziazione per i bardi e per i giovani guerrieri, ovviamente non ci sono conoscenza di tali cerimonie. Pure i riti più antichi celebrati dalle donne in onore a Brigid ci restano sconosciuti, e tuttavia la tradizione popolare ha tramandato gesti e parole che ancora oggi vengono ripetuti.
Altre attività a Imbolc riguardavano la creazione e l’accensione di candele bianche, o ancora fare del sapone, piantare bulbi, preparare del burro, e del formaggio, cucinare il pane dandogli una forma a treccia, o anche quelle che, oggi noi chiamiamo crepes che, in bretagna sono dolci tradizionali della Candelora, e che nella Francia nord occidentale si preparano con farina di grano saraceno galette). In Piemonte sono tradizionali delle cialde molto simili alle varianti bretoni chiamate variamente "miacce" nella Valsesia, "amiasc" nella Valle Vighezzo o "miassa" nel Canavesano. Più spesso queste "cialde" sono farcite con ripieni salati, ma non mancano le varianti dolci.

Poi ci sono le Miacce di San Biagio,

“Stinchett”, “Runditt” e “Amiasc” sono i vari nomi con cui vengono chiamate nelle vallate ossolane queste cialde, ovvero un pane azzimo che si prepara, a seconda della ricetta locale, con farina di grano, grano saraceno oppure mais e acqua. L'importante è fare l'impasto il giorno prima e cuocerlo su dei ferri arroventati (detti variamente "testi", cocci") o sulla pietra ollare (tipica delle valli ossolane). La sottile sfoglia così cotta si imburra per bene (con burro di malga) si sala e si piega in quattro per mangiarla con le mani.
Ricette simili sono state trovate anche in Sardegna e in Bretagna, e si può pertanto pensare ad un’antica origine celtica. Del resto la preparazione è antichissima, perché per ottenere il primo pane probabilmente si schiacciarono i chicchi tra due pietre e con l'aggiunta di acqua si cossero in strati sottili su delle pietre piatte poste sul fuoco
Imbolc è anche la festa delle nascite, poiché con l’arrivo della primavera la terra rinasce, Imbolc invita a celebrare la luce che ritorna nella forza di un fuoco che crea, purifica e trasforma.

Questo era dunque il periodo più duro e disperato e la luce inizia a rischiarare il cammino portando così la speranza e la promessa di nuova vita e di alimenti. Ed ecco che Imbolc incarna proprio questo ritorno a lungo atteso, era celebrato con fuochi simbolici, il cui scopo è richiamare la primavera non troppo lontana. Non a caso la festa viene tutt’oggi celebrata con accensione di candele e lumini. Guarda caso (ma non è un caso) accade lo stesso nella Candelora, festa di luci cristiana che affonda chiaramente le sue radici in questa celebrazione celtica. La somiglianza si riscontra persino nel nome della Dea onorata: Brigit per i Celti, Santa Brigida per i Cristiani.

In questo periodo è appena percettibile, eppure osservando la natura e l'atmosfera è possibile percepire se pur acerbi, i primi richiami della primavera.
Imbolc è il tempo delle Dee e delle Sacerdotesse custodi della Sacro Fuoco.La Fiamma di queste Antiche e potenti Dee è il Fuoco della purificazione e della rinascita, la scintilla divina che brucia e arde internamente donando Forza e Ispirazione.


Esso è il Sacro Fuoco di vita e trasformazione che anticamente bruciava in ogni focolare: il cuore, l'anima pulsante di Amore che risiedeva in ogni casa e che veniva vegliato dalle donne che lì abitavano, garantendo Fortuna e Armonia.


Questa Fiamma doveva essere costantemente protetta, vegliata e ravvivata affinchè rimanesse sempre accesa donando i suoi benefici influssi, e quindi sono numerose le testimonianze che ci raccontano di antiche Sorellanze custodi del Fuoco. Esse erano Vergini,nel senso più antico e vero del termine, guardiane della Sacra Fiamma, Donne libere,forti e armoniose. Sacerdotesse della Grande Dea , che potevano percepire all'interno del loro essere Femminile un sacro languore derivato da una profonda e intima congiunzione con il mondo naturale e con la Grande Dea primordiale dai mille volti e dai mille nomi, che donava loro uno stato di Gioia e magico Incanto,il quale si poteva paragonare proprio ad una dolce,pura e sacra Fiamma, che ardeva all'interno di loro stesse e che era l'Essenza e la Forza della loro antica magia Femminile.


Imbolc come abbiamo detto, veniva celebrata dai Celti del emisfero Nord, alla Vigilia del 1° Febbraio, fino al 2.

Imbolc: Tradizione e Ritualità

Di tradizione Gaelica, posta a metà tra IL SOLSTIZIO D'INVERNO E L'EQUINOZIO DI PRIMAVERA, essa segna appunto L’INIZIO DELLA PRIMAVERA. Ciò la rende di fatto, la prima festa della Primavera, quando spuntano i primi bucaneve e i crochi e quindi inizia a manifestarsi il rinnovamento della Natura.
A Imbolc la vita riprende timidamente a rifiorire, sono gli agnelli nuovi nati (la luna piena di Febbraio) a stimolare la produzione di latte, simbolicamente sono i bambini generati a Beltane, sono i primi bulbi a spuntare dalla brulla terra. Per i contadini è il mese del riposo dal lavoro nei campi, dedicato alle attività "ricreative" come la riparazione o costruzione di attrezzi e attrezzature, e in particolare la costruzione di cesti o i lavoretti d'intaglio del legno. Era un mese critico perché nell'orto si riusciva a trovare poco o niente e l'unica frutta disponibile era quella conservata dall'autunno, mele, pere, castagne, noci e nocciole e le aspre nespole. E perciò latte, farina e uova costituivano la fonte primaria dell'alimentazione invernale.
Al tempo,i celti, durante questo momento di ricorrenza sacra, erano anche soliti indossare una corona di luci (o candele) per simboleggiare il ritorno della Dea al suo aspetto Maiden, proprio come il Dio Sole ha raggiunto la pubertà.
Per segnare questo giorno, ai giorni nostri invece, è usanza celebrarla accendendo una candela in ogni stanza della casa. Questo dà il benvenuto al sole nelle nostre vite, si tratta di un sabba di purificazione dopo la vita chiusa dell'inverno, attraverso il potere rinnovato del Sole. Imbolc è anche una festa della luce e della fertilità, una volta segnato da enormi fiamme, fiaccole e fuoco in ogni forma.
Un’altra usanza, legata alle celebrazioni di Imbolc, e ai rituali di fertilità era “LUPERCALI”

LUPERCALI:

I Luperci, sacerdoti di Fauno, correvano perle strade vestiti solo con una pelle di capra e con una frusta (anche essa fabbricata con strisce di pelle di capra) con la quale battevano le giovani spose per propiziarne la fertilità (e quindi la capacità di partorire).

La Chiesa, per combattere queste usanze, istituì processioni con candele, alle quali a partire dall’11° secolo aggiunse la benedizione delle candele per gli altari. Col nome di Candelora o Candlemas (nei paesi anglosassoni) è nota la festa cristiana del 2 febbraio, denominata “Presentazione del Signore al Tempio”. Ma è evidente che la nuova religione non ha potuto modificare il significato autentico della festa, un significato che è profondamente incarnato nella Natura e nello spirito umano.

Il legame della festa con le candele, la purificazione e l’infanzia, sopravvisse nell’usanza medievale di condurre le donne in chiesa dopo il parto a portare candele accese.

L’idea di una purificazione rituale in questo periodo è rimasta forte nel folklore europeo. Ad esempio le decorazioni vegetali natalizie vengono messe da parte e bruciate alla Candelora per evitare che i folletti che in esse si sono nascosti infestino le case.
Il concetto di purificazione è presupposto di una nuova vita: si eliminano le impurità del passato per far posto alle cose nuove. Alcuni gruppi neopagani europei festeggiano Imbolc accendendo candele bianche che, sporgono da una bacinella di acqua. Il significato è quello della luce della nuova vita che emerge dalle acque del grembo materno, le acque lustrali di Imbolc che lavano via le scorie invernali. Un antico detto celtico ricordava come fosse una buona cosa lavarsi mani e viso a Imbolc.

La pianta sacra di Imbolc è il bucaneve. E’ il primo fiore dell’anno a sbocciare e il suo colore bianco ricorda allo stesso tempo la purezza della Giovane Dea e il latte che nutre gli agnelli.

Celebrare Imbolc


Fisicamente, è opportuno praticare una dieta più leggera, dopo che i banchetti delle feste invernali e la forzata sedentarietà trascorsa al chiuso delle nostre case, hanno appesantito il nostro fisico. Possiamo anche decidere di fare una bella pulizia in casa! E’ utile purificare la nostra casa e il nostro corpo con il fumo dell’incenso: vanno benissimo anche i bastoncini di incenso profumati che si trovano ovunque in commercio. Scegliamo pure l’aroma che ci piace di più e lasciamo che il fumo sottile pulisca i nostri corpi energetici. Psicologicamente, è il momento di purificare la nostra mente dai cattivi pensieri e dai sentimenti inadeguati. Una bella pulizia mentale, che ci consenta di fare entrare in noi la luce della Natura rinnovata e di partecipare al risveglio del cosmo dalla lunga notte invernale.

Spiritualmente, può essere utile la celebrazione di piccoli rituali legati ai simboli della festa.

Qui di seguito vengono proposti tre riti che possono essere eseguiti per celebrare Imbolc.


Accendere una candela bianca

Un rituale molto semplice può essere quello di accendere una candela bianca (colore di purificazione) dicendo “Accendo la fiamma di Brigit per illuminare il cammino della mia vita”.
Si mediti per un po’ di tempo sui significati della festa: sul nostro bisogno di purificazione, sulla necessità di abbandonare cose e aspetti della nostra vita che non ci piacciono più, sulle nuove cose che vogliamo portare nelle nostre esistenze.
Poi si porti la candela accesa nelle varie stanze della nostra abitazione, facendo il giro degli ambienti in senso orario (magicamente è la direzione propizia, che porta energia). Alla fine si spenga la candela dicendo “Spengo la fiamma di Brigit per farla vivere in me” e si visualizzi la luce della candela che entra in noi.

Festeggiare Brigid in una famiglia

Se si vuole compiere qualcosa di più tradizionale, gli uomini possono uscire dopo l’imbrunire della vigilia di Imbolc, per andare a raccogliere un dono per Brigit (pietra, conchiglia, penna di uccello) da riportare in casa. Le donne invece possono trascorrere la vigilia di Imbolc pulendo la casa e immaginando di ramazzare via le energie morte dell’inverno: la Vecchia dell’Inverno è cacciata fuori dall’uscio di casa con la scopa.
Poi, sempre le donne, con rametti raccolti in precedenza preparano un letto per Brigit dove depongono una bambola fabbricata con spighe tenute da parte per l’occasione, e danno il benvenuto alla Dea accendendo una candela bianca e meditando sulla nuova vita che sta tornando.
Anche gli uomini, ritornati in casa con il dono per Brigit possono accendere una candela bianca e meditare sul ritorno della luce e della buona stagione.


Accendere tre candele bianche

Un rituale invece più complesso, che possono eseguire tutti, consiste nel procurarsi tre candele bianche, e disporle in un triangolo, con la punta rivolta verso nord. Nel centro del triangolo così disposto si pone un calice di acqua (simbolo della purificazione) o di latte (simbolo del nutrimento della nuova vita).

Dopo un breve rilassamento, seduti o in piedi, ci si muove verso la candela a nord, la si accende e si dice: “Signora dell’Inverno, ti dico addio, la tua stagione è terminata”. Si visualizzi il gelido potere dell’inverno che si allontana.
Dopo avere sostato un po’, ci si sposta alla candela di sud-est, la si accende e si dice “Signora della Primavera, ti offro un caloroso benvenuto, la terra è il tuo letto”. Si visualizzi il gioioso potere della primavera che si avvicina.
Dopo un po’ si va alla candela di sud-ovest, la si accende e si dice “Signora dell’Estate, presto io ti chiamerò e risveglierò il tuo amante”. Si visualizzi il potere ancora lontano della bella stagione, desideroso di nascere e pulsante di vita nel sottosuolo.
Quando ci si sente pronti, si va al centro del triangolo, si raccoglie il calice e si dice “Io bevo il potere della Triplice Dea. Possa questo potere diffondersi su tutta la terra per segnare la nascita della primavera”. Si beve dal calice e si immagina il potere che fluisce in noi, attraverso di noi per risvegliare la Natura.
A questo punto si può inserire qualche usanza ricordata in precedenza, cioè la fabbricazione del letto di Brigit o l’arsione delle decorazione vegetali delle feste invernali. Oppure si può semplicemente concludere la cerimonia andando a ciascuna delle candele, nell’ordine in cui sono state accese: si spengono dicendo mentalmente o ad alta voce “Va’ fuoco e caccia l’inverno, riscalda la terra e risveglia la primavera”.
Ovviamente in tutti questi piccoli rituali le parole delle formule possono essere adattate e se lo desideriamo, possiamo utilizzare brevi frasi che noi stessi avremo composto, secondo le nostre capacità e la nostra sensibilità.



Imbolc: Rituali Tradizionali e Simbolismi legati alla Dea Brigid

Imbolc oltre ad essere la festa della purificazione, rappresenta anche il grande Sabba dedicato alla DEA BRIGID.

Il 1° e il 2 Febbraio si svolge il Sabba dedicato alla DEA BRIGID. LA TRIPLICE DEA DEL FUOCO PROTRETTRICE E PATRONA DEI POETI,DEI GUARITORI,E DEI FABBRI.COLEI CHE DETIENE IL SACRO FUOCO DELLA PURIFICAZIONE.

Nell’Europa Celtica, a Imbolc, la prima festa dell’anno, durante la quale si celebrava la fine del gelido Inverno, e l’inizio della Primavera si rendeva omaggio a Brigid, La Triplice Dea del Fuoco.
Brigid, è una delle più importanti Dee irlandesi, tanto che, nell'aspetto di Santa Brigida di Kildare, rimane ancor oggi la protettrice d'Irlanda.
Nella Tradizione Celtica Brigid, (o anche Brigii, Bridgit, Brig, Bridget, Brighid, nomi che cambiavano a seconda della zona compresa tra Irlanda, Scozia, Bretagna e Galles) veniva descritta come figlia del Dio Dagda e di Morrigan, sorellastra di Aengus,il DIO CELTICO DELL’AMORE,e rappresentata come una giovane donna,una guerriera che,ha raggiunto un perfetto equilibrio tra la femminilità e il potere. Il suo nome significa “LUMINOSA” Essa veniva festeggiata il 1° Febbraio, a Imbolc, festa in cui si celebrava la fine dell’Inverno e l' arrivo della primavera.

Identificata come “LA TRIPLICE DEA” ma non in quanto fanciulla-madre-crona, bensì perché patrona delle Tre Arti: Guarigione, (aspetto questo che, la legava ai guaritori, Ispirazione, (che invece la legava ai poeti, e la Forgiatura, (che invece la legava ai fabbri)
Da notare come tutte e tre le arti traggano origine dall’azione del fuoco, il fuoco dell’ispirazione, il fuoco che forgia il metallo, il fuoco che guarisce, ma anche il fuoco della purificazione
E’ quindi il fuoco l’elemento che più di tutti si accosta alla Dea Brigid, infatti la radice “BREO” (FUOCO) sta appunto ad indicare il fuoco della fucina che si univa a quello dell’ispirazione artistica e dell’energia guaritrice.
Brigid è quindi la patrona delle arti e dei mestieri, entrambi simboleggiati dal fuoco che, la Dea tiene in mano in forma di torcia o come fiamma sopra la propria testa, e in quanto celebrata durante la festa di fine inverno le sue caratteristiche sono legate alla terra Irlandese che mostra i suoi verdi prati in occasione del disgelo.

Sotto l'egida di Brigit erano quindi i misteri druidici della guarigione, e di questo sono testimonianza le numerose “sorgenti di Brigit”. Diffuse un po’ ovunque nelle Isole Britanniche, alcune di esse hanno preservato fino ad oggi numerose tradizioni circa le loro qualità guaritrici. Ancora oggi, ai rami degli alberi che sorgono nelle loro vicinanze, i contadini appendono strisce di stoffa o nastri a indicare le malattie da cui vogliono essere guariti.
La tradizione cristiana in Irlanda non poté cancellare la forte devozione verso gli antichi Dei, perciò ne assorbì le caratteristiche.
Cristianizzata come Santa Bridget o Bride, come viene chiamata familiarmente in gaelico, essa venne ritenuta la miracolosa levatrice o madre adottiva di Gesù Cristo e la sua festa si celebra appunto l’1 febbraio, giorno di Santa Bridget o Là Fhéile Brfd.

Sacri a Brigit erano la ruota del filatoio, la coppa e lo specchio.

Lo specchio è strumento di divinazione e simboleggia l’immagine dell’Altro Mondo cui hanno accesso eroi e iniziati.
La ruota del filatoio è il centro ruotante del cosmo, il volgere della Ruota dell’Anno e anche la ruota che fila i fili delle nostre vite.
La coppa è il grembo della Dea da cui tutte le cose nascono.
Riguardo questa santa, di cui è tanto dubbia l’esistenza storica quanto certa la sua derivazione pagana, si diceva che avesse il potere di moltiplicare cibi e bevande per nutrire i poveri, potendo trasformare in birra perfino l’acqua in cui si lavava!
A Santa Bridget fu consacrato il monastero irlandese di Kildare, dove un fuoco sacro in suo onore, il FUOCO DELLA PURIFICAZIONE era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove monache. Ogni suora a turno vegliava sul fuoco per un’intera giornata di un ciclo di venti giorni; quando giungeva il turno della diciannovesima suora ella doveva pronunciare la formula rituale “Bridget proteggi il tuo fuoco. Questa è la tua notte”. Il ventesimo giorno si diceva fosse la stessa Bridget a tenere miracolosamente acceso il fuoco. Il numero diciannove richiama il ciclo lunare metonico che si ripete identico ogni diciannove anni solari.
Inutile ricordare come questa usanza ricordasse il collegio delle Vestali che tenevano sempre acceso il sacro fuoco di vesta nell’antica Roma, ma più probabilmente la devozione delle suore di Kildare si ricollega alle Galliceniae, una leggendaria sorellanza di druidesse che sorvegliavano gelosamente il loro recinto sacro dall’intrusione degli uomini e i cui riti furono mantenuti attraverso molte generazioni.

Allo stesso modo, nel monastero di Kildare solo alle donne era concesso di entrare nel recinto dove bruciava il fuoco, che veniva tenuto acceso con mantici, come ricorda Geraldo di Cambria nel 120 secolo. Il fuoco bruciò ininterrottamente dal tempo della leggendaria fondazione del santuario, nel 60 secolo, fino al regno di Enrico VIII, quando la Riforma protestante pose fine a questa devozione più pagana che cattolica.


Riti tradizionali di Imbolc, e simbolismi legati alla Dea Brigid

La Bambola di Brigid

I riti di Brigid celebrati a Imbolc ci sono stati tramandati dal folklore scozzese e irlandese.
Durante la festa celebrata in onore a Brigid nelle Isole Ebridi (che forse devono il loro nome proprio a Brigit o Bride) le donne dei villaggi si radunavano insieme in qualche casa e preparavano un’ immagine dell’antica Dea, la vestivano di bianco, dopodiché ponevano un cristallo sulla posizione del cuore.


La Croce di Brigid

Altra usanza rituale simbolica riguardava la preparazione di una croce, la famosa CROCE DI BRIGID

Per proteggere la casa dai fairies (gli spiriti maligni) in Irlanda si fabbricava un amuleto-talismano in giunco, con dei rametti o paglia, è una croce, la famosa CROCE DI BRIGID, a quattro bracci con un nodo vincolante centrale, che agisce come una barriera che protegge dagli spirito del male. Nella forma più semplice si realizza un unico nodo centrale in quella più complessa dopo aver realizzato il primo nodo semplice si prosegue con la tecnica dell'intreccio continuando ad aggiungere gli steli (in genere a gruppi di tre) sia a destra che a sinistra e in alto e in basso.

Invocazione alla Dea Brigid

Che la benedizione della luminosa Brigid sia su questa croce, su questa casa in cui è appesa e su chiunque la veda”…
 Grande Brigid
 so che mi ascolti dal momento stesso in cui ti penso. 
Chiedo la tua presenza e la tua assenza. 
Ti prego di infondermi il coraggio e il potere 
per elevarmi al livello delle mie massime capacità. 
Ti prego di scaldare il mio cuore e la mia mente 
con il tuo ardore e di bruciare ogni pensiero 
emozione o comportamento che ostacola il cammino 
verso il mio potenziale divino. 
Aiutami ad avere il coraggio di fare del mio meglio
 e a dissolvere tutta la paura di essere potente.

 PREGHIERA ALLA DEA BRIGID

Giunge Brigid...a sciogliere il gelo
Giunge a piedi nudi a scaldare i nostri cuori
Giunge A risvegliare i semi di una nuova primavera
Giunge con la sacra fiamma dell'ispirazione, della guarigione e della creazione.
Giunge a proteggere il sacro grembo e il frutto in esso
Signora non solo del fuoco perenne
 ma anche delle acque sorgive.
Manifestati o Dea su questa terra addormentata e ridonaci luce e calore.
Mentre galoppano i destrieri della neve e la notte sembra senza fine,
nel chiuso delle capanne a bassa voce.. si preghi perché Brigid
dai tre volti
benevola
rinnovi nel suo grembo traccia di luce.
E quella moltiplicata tante volte risvegli fuoco nel cuore della terra
così che l’erba annerita dal ghiaccio superi la prova dell’inverno
e si rinnovi ai piedi degli agnelli.
Ridestati gli alberi dormienti tornino ai brusii nella foresta.
E usciranno gli uomini dal chiuso
per intonare canti di vittoria
liberate dal freddo le membra
il buio annientato dall’azzurro.


La fabbricazione delle croci di Brigit deriva forse da un’antica usanza precristiana collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina.
Il Letto di Bride

In Scozia invece,la vigilia di Santa Brigid le donne vestivano un fascio di spighe di avena con abiti femminili e lo deponevano in una cesta, che chiamavano IL LETTO DI BRIGID, CON A FIANCO UN BASTONE DI FORMA FALLICA,poi gridavano per tre volte “Brid è venuta, Brid è benvenuta!”, indi lasciano bruciare torce e candele vicino al “letto” tutta la notte.
Se la mattina dopo trovavano l’impronta del bastone nelle ceneri del focolare, ne traevano un presagio di prosperità per l’anno a venire. Il significato di questa usanza è chiaro: le donne preparavano un luogo per accogliere la Dea e invitano allo stesso tempo il potere fecondante maschile a unirsi a lei. Anche nell’isola di Man veniva compiuta una cerimonia simile, chiamata Laa’l Breesley. Nell’Inghilterra del Nord, terra dell’antica Brigantia, la ricorrenza veniva denominata “Giorno delle Levatrici”.

Il Mantello di Brigid

Altra usanza ancora riguardava il MANTELLO DI BRIGID

che riguardava la creazione di, una striscia di stoffa che si lasciava fuori nella notte della festa per assorbire il potere della Dea e che veniva poi utilizzata sia come protezione che nei rituali di guarigione.

Pratica a cui seguiva un’invocazione
Brigida dal mantello, avvolgici,
signora degli agnelli proteggici,
custode del focolare, illuminaci,
sotto il tuo manto raccoglici
e rendici alla memoria

Questi oggetti simbolici, confezionati con materiale vegetale, ci ricordano tra l’altro che la luce ed il calore sono indispensabili alla vegetazione che si rinnova in continuazione, anno dopo anno. Le spighe di avena (o grano, orzo, ecc.) usate per fabbricare le bambole di Brigit, provengono dall’ultimo covone del raccolto dell’anno precedente. Questo ultimo covone, in molte tradizioni europee è chiamato la Madre del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.) e la bambola propiziatoria confezionata con le sue spighe è la Fanciulla del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.). Si credeva cioè che lo spirito del cereale o la stessa Dea del Grano risiedesse nell’ultimo covone mietuto: come le spighe del vecchio raccolto sono il seme di quello successivo, così la vecchia divinità dell’autunno e dell’inverno si trasformava nella giovane Dea della primavera, in quella infinita catena di immortalità che è il ciclo di nascita, morte e rinascita. E Brigit rappresenta appunto la giovane Dea della primavera.

I Carmina Gadelica, una raccolta di miti, proverbi e poemi gaelici di Scozia, raccolti e trascritti alla fine dell’800dal folklorista scozzese Alexander Carmichael, riportano la seguente filastrocca:

“La mattina del Giorno di Bride
Il serpente uscirà fuori dalla tana
Non molesterò il serpente
Né il serpente molesterà me”

Il serpente appare come uno degli animali-totem di Brigit. In molte culture il serpente o drago è simbolo dello spirito della terra e delle forze naturali di crescita, decadimento e rinnovamento.

Nel giorno di Bride il serpente si risveglia dal suo sonno invernale e i contadini ne traevano il presagio della fine imminente della cattiva stagione. Il serpente è uno dei molti aspetti dell’antica Dea della terra: la muta della sua pelle simboleggia il rinnovamento della Natura e anche la sua dualità.

Infatti in gaelico “neamh” (cielo) è simile a “naimh” (veleno), provenendo entrambi dalla radice “nem”. La Vecchia Dea e la Giovane Dea sono la stessa persona! (nelle fiabe l’eroe che coraggiosamente bacia una vecchia megera si ritrova di fronte una bellissima fanciulla…)

Così da noi "i giorni della merla" sono per tradizione i giorni più freddi dell’anno e si ricavano pronostici: se i giorni della merla sono davvero freddi, la Primavera sarà bella; se sono caldi, la Primavera arriverà in ritardo. I giorni della merla non sono però ben delimitati possono essere gli ultimi tre giorni di Gennaio ma anche i primi tre di Febbraio. Ipotesi astruse e leggende sono sorte per giustificare il proverbio, la più diffusa risale al Medioevo e spiega il colore della livrea grigio cenere della merla (che si è sporcata con la fuliggine del camino dentro cui era riuscita a ripararsi per sopportare il gelo
Una leggenda
Un antico codice irlandese, il Libro di Lisrnore, riporta una curiosa leggenda. Si narra che a Roma i ragazzi usavano giocare ad un gioco da tavolo in cui una vecchia megera liberava un drago mentre dall’altra parte una giovane fanciulla lasciava libero un agnello che sconfiggeva il drago. La megera allora scagliava un leone contro la fanciulla, la quale però provocava a sua volta una grandine che abbatteva il leone. Papa Bonifacio, dopo aver interrogato i ragazzi e aver saputo che il gioco era stato insegnato loro dalla Sibilla, lo proibì.

La megera non è altro che la Vecchia Dea dell’Inverno sconfitta dalla Giovane Dea della Primavera. Essendo questa leggenda stata raccolta in un ambito culturale celtico, si può supporre che la Vecchia altri non era che la Cailleach a cui si contrappone Brigit. Il riferimento all’agnello è un altro simbolo del periodo di Imbolc, anche se i commentatori medievali lo considerarono l’emblema di Gesù Cristo.
In realtà è la Vecchia Dea che si rinnova trasformandosi in Giovane Dea, così come il Vecchio Grano diviene il nuovo raccolto.

IMBOLC:
LA FESTA CELTICA DELLE CALENDE DI FEBBRAIO
LA CANDELORA

Il 2 Febbraio presso le popolazioni celtiche si svolgeva un rituale molto importante, il così detto RITUALE DELLA PURIFICAZIONE.
 in Francia prendeva il nome di La Canelière,in Bretagna,Scozia.Galles e Irlanda Candlemas,in Germania Lichmesse.

In Italia invece veniva indicata come la festa della Candelora, (dal tardo latino "candelorum", per "candelaram", benedizione delle candele) era celebrata nella Chiesa romana il 2 febbraio, in ricordo della presentazione di Gesù al tempio e della purificazione rituale di Maria (per gli ebrei, dopo il parto di un maschio, la madre era considerata impura per un periodo di 40 giorni): avendo la Chiesa romana stabilito la Nascita di Gesù al 25 dicembre, la festa finì per coincidere con il mese dedicato nella Roma pagana a Iunio Februata (Giunone purificata).

Ai giorni nostri invece, è usanza svolgere tale rituale accendendo una candela in ogni stanza della casa. Questo dà il benvenuto al sole nelle nostre vite, si tratta di un sabba di purificazione dopo la vita chiusa dell'inverno, attraverso il potere rinnovato del Sole.

Ma tornando ai celti, durante tale rituale, i sacerdoti Druidi, portavano candele e torce accese in solenne processione, i ceri poi venivano distribuiti agli abitanti dei villaggi che,a loro volta le riponevano nelle loro case per purificarle.
La fiamma che ardeva simboleggiava l’arrivo del Sole bambino, che scalzava l’oscurità dell’inverno, il ritorno della luce portata dalla dea Brigid.


Un altro rituale invece consisteva nel procurarsi tre candele bianche, e disporle in un triangolo, con la punta rivolta verso nord. Nel centro del triangolo così disposto si pone un calice di acqua (simbolo della purificazione) o di latte (simbolo del nutrimento della nuova vita).
Dopo un breve rilassamento, seduti o in piedi, ci si muoveva verso la candela a nord, la si accendeva e si diceva: “Signora dell’Inverno, ti dico addio, la tua stagione è terminata”. Si visualizzi il gelido potere dell’inverno che si allontana.
Dopo avere sostato un po’, ci si spostava alla candela di sud-est, la si accende e si dice “Signora della Primavera, ti offro un caloroso benvenuto, la terra è il tuo letto”. Si visualizzi il gioioso potere della primavera che si avvicina.
Dopo un po’ ci si dirigeva verso la candela di sud-ovest, la si accendeva e si pronunciavano le seguenti parole “Signora dell’Estate, presto io ti chiamerò e risveglierò il tuo amante”. Si visualizzi il potere ancora lontano della bella stagione, desideroso di nascere e pulsante di vita nel sottosuolo.

Quando ci si sentiva pronti, si andava al centro del triangolo, si raccoglieva il calice e si diceva “Io bevo il potere della Triplice Dea. Possa questo potere diffondersi su tutta la terra per segnare la nascita della primavera”. Si beve dal calice e si immagina il potere che fluisce in noi, attraverso di noi per risvegliare la Natura.

Un’altra usanza, legata alle celebrazioni di Imbolc, e ai rituali di fertilità e purificazione che si svolgevano il 2 Febbraio era “LUPERCALI”

LUPERCALI:

I Luperci, sacerdoti di Fauno, correvano perle strade vestiti solo con una pelle di capra e con una frusta (anche essa fabbricata con strisce di pelle di capra) con la quale battevano le giovani spose per propiziarne la fertilità (e quindi la capacità di partorire).
Un tempo era fondamentale riuscire a prevedere con precisione l'arrivo della primavera, per sapere quando iniziare le semine, e un proverbio così recita: "Candelora dell'inverno siamo fuori, ma se piove e tira vento, siamo dentro" Così se il 2 febbraio il tempo è brutto lo resterà per almeno un altro mese. Un perfetto barometro del tempo era l'orso della Candelora



I Pronostoci:

L’Orso della Candelora

Nel Fenland (Inghilterra) nei primi di gennaio si celebra ancora oggi “Il giorno dell’Orso di Paglia” (Straw bear Day). Sebbene limitata a una piccola area ai confini della Huntingdonshire e Cambridgeshire con questa festa si celebra l’inizio dell’anno agricolo in Inghilterra. Un uomo coperto dalla testa ai piedi dalla paglia, va di casa in casa, per propiziare un buon raccolto con la danza dell’Orso, ricevendo in cambio denaro, cibo o birra. Più che orsi queste figure rivestite di paglia sembrano spiriti del grano e spesso finiscono bruciate.


NOTA

(in America e in Canada vi è il giorno della marmotta) . Secondo la tradizione dell’Europa medioevale alpina, nella notte tra il primo e il due di febbraio, l’Orso (o in Piemonte il Tasso) si risveglia dal suo letargo invernale, ed osserva il cielo. Se lo trova “chiaro” (plenilunio) rientra nel suo giaciglio, perché l’inverno durerà ancora quaranta giorni. Se invece il cielo è “scuro” (novilunio), allora l’Orso uscirà dal suo riparo ad annunciare l’inizio della primavera.

La Chiesa, per combattere queste usanze, istituì ach' essa delle processioni con candele, alle quali a partire dall’11° secolo aggiunse la benedizione delle candele per gli altari. Col nome di Candelora o Candlemas (nei paesi anglosassoni) è nota la festa cristiana del 2 febbraio, denominata “Presentazione del Signore al Tempio”. Ma è evidente che la nuova religione non ha potuto modificare il significato autentico della festa, un significato che è profondamente incarnato nella Natura e nello spirito umano.

Il legame della festa con le candele, la purificazione sopravvisse nell’usanza medievale di condurre le donne in chiesa dopo il parto a portare candele accese.

L’idea di una purificazione rituale in questo periodo è rimasta forte nel folklore europeo. Ad esempio le decorazioni vegetali natalizie vengono messe da parte e bruciate alla Candelora per evitare che i folletti che in esse si sono nascosti infestino le case.

Prima,parlando del rituale di purificazione della Candelora abbiamo fatto riferimento all’Italia,e alla chiesa romana,ebbene, la festa della Candelora (dal tardo latino "candelorum", per "candelaram", benedizione delle candele) era celebrata anche nella Chiesa romana il 2 di febbraio, in ricordo della presentazione di Gesù al tempio e della purificazione rituale di Maria (per gli ebrei, dopo il parto di un maschio, la madre era considerata impura per un periodo di 40 giorni): avendo la Chiesa romana stabilito la Nascita di Gesù al 25 dicembre, la festa finì per coincidere con il mese dedicato nella Roma pagana a Iunio Februata (Giunone purificata)

Durante la festa si creavano candele, dall’XI secolo si aggiunse l'usanza di benedirle per gli altari e per i fedeli. I ceri benedetti venivano poi distribuiti durante la benedizione pasquale delle case, e tal volta venivano accesi per invocare la benevolenza divina, durante i violenti temporali, nell'attesa di una persona che non tornava o che si pensava fosse in grave pericolo, accanto ad un moribondo, durante le epidemie o i parti difficili.

Dal Vangelo di Luca 2,22-40

E quando furono giunti i giorni della loro purificazione, secondo la legge di Mosè, lo portarono a Gerusalemme per presentarlo al signore “Ogni primogenito maschio sarà consacrato al Signore” sta scritto, e per offrire il sacrificio prescritto dalla Legge del Signore, d’un paio di tortore o di due piccioni.
Ancora nel Medioevo la cerimonia di purificazione della puerpera avveniva con la conduzione in chiesa della donna che indossava il suo abito da sposa ed entrava in chiesa reggendo una candela accesa, il sacerdote che l’accoglieva le faceva il segno della croce, la benediva con l’acqua santa e recitava un salmo poi la invitava dicendo :”Entra nel tempio di Dio, adora il Figlio della santa Vergine Maria, che ti ha concesso la benedizione di essere madre”

Fino a quando la cerimonia non veniva celebrata, la donna era considerata impura e non poteva fare il pane e servire il cibo. "La mattina si fa la benedizione delle candele, che si distribuiscono ai fedeli, la qual funzione fu istituita dalla Chiesa per togliere un antico costume dei gentili, che in questo giorno in onore della falsa dea Februa con fiaccole accese andavano scorrendo per le città, mutando quella superstizione in religione e pietà cristiana". Da "Lunario Toscano" 1805 I romani pagani festeggiavano alle calende di febbraio Giunone purificata (guarda caso protettrice delle partorienti) e la Giunone Salvatrice andando in giro per la città con torce accese affinché il fumo purificasse l'aria.




FONTI

Il Cristianesimo celtico e le sue sopravvivenze popolari, Jean Markale
pagina calendario pagano
miti e leggende del mondo celtico
libro ‘Feste Pagane‘]-Il Cerchio della Luna
1 Febbraio – Imbolc, Festa di Purificazione
29 gennaio 2019Figlie della Madre di Michela Brandino, segnalato in wiccanews e tratto da:
http://www.grandain.com/informazione/dettaglio.asp?id=14594

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