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Re Artù:La verità oltre la leggenda

il Sabba delle streghe

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giovedì 12 agosto 2021

EXCALIBUR - TRA STORIA E LEGGENDA

 EXCALIBUR - TRA STORIA E LEGGENDA 

La parola Excalibur ha origini controverse, che possono risalire a due ceppi linguistici: quello latino e quello sassone. Dal latino abbiamo diversi significati, ma quello più accreditato deriva da un'antica popolazione di fabbri chiamati "Calibi", Excalibur si può quindi scindere in due parole "ex" e "calibs" , quindi la traduzione sarebbe "forgiata dai Calibi".

Il nome Excalibur significa in grado di tagliare l'acciaio. La prima traduzione chiamava la spada Caliburn, una spada magica venuta da Avalon e nella tradizione celtica il nome originale era Caledfwlch. 

 


La storia e la leggenda di re Artù sono intimamente legate alla misteriosa spada Excalibur. Come  mago Merlino aveva annunciato, solamente un uomo in grado di estrarre la spada dalla roccia sarebbe diventato re. Artù, inginocchiato di fronte alla roccia, estrasse la spada e la portò con sé fino alla Cattedrale e la depose sull'altare. Artù fu unto con l'olio santo e, alla presenza di tutti i baroni e del popolo giurò di essere un sovrano leale e di difendere la verità e la giustizia. 

La versione in cui Artù estraeva la spada dalla roccia apparve per la prima volta nel racconto di Robert de Boron. Excalibur viene citata anche da Chrétien de Troyes nella seconda parte del "Perceval" dove si narra che Galvano, partito dalla corte di Artù per rispondere alle accuse che gli sono state mosse da Guingabresil, usa la famosa spada per difendersi dall'attacco dei borghigiani che intendono vendicare la morte del loro signore.


EXCALIBUR E LA DAMA DEL LAGO

Questa misteriosa donna, chiamata la Dama del Lago, era secondo il mito celtico  una divinità. La leggenda la descrive come Vivien, la misteriosa Dama del Lago delle storie e leggende arturiane. Sacerdotessa del tempio della Dea è celata dentro un riserbo impenetrabile. Il suo regno si trova in una isoletta in mezzo al lago, Avalon. Non è facile scorgerla avvolta quasi sempre dalla nebbia e ancor meno raggiungerla, gli acquitrini che la circondano la rendono inaccessibile sia a piedi che in barca. La Dama del Lago consegnerà a Merlino la spada Excalibur, che poi Artù estrarrà dalla pietra dell’altare. Lei è la custode del Graal che solo Parsifal riuscirà a raggiungere e riscattare. Infine la Dama riprenderà Excalibur, la spada dei re, lanciatale da Parsifal sulla riva del lago.

LA SPADA DI SAN GALGANO

San Galgano, conosciuto anche come Galgàno Guidotti fu un cavaliere vissuto in Toscana nel XII°secolo che scelse una vita da eremita. La sua spada, conficcata nel terreno roccioso nell'eremo che porta il suo nome, è meta di curiosi e devoti. Galgano era un giovane violento, ma era destinato a cambiare vita e a diventare un Cavaliere di Dio come profetizzatogli da Michele Arcangelo, egli ebbe infatti due visioni in cui l’Arcangelo gli indicò il suo percorso di vita. Nella prima visione era tracciato il suo destino di cavaliere sotto la protezione dell'Arcangelo stesso, mentre nella seconda l'Arcangelo lo invitava a seguirlo. Seguendolo,  Galgano attraversò un ponte molto lungo al di sotto del quale si trovava un fiume ed un mulino in funzione, il cui movimento simboleggia la caducità delle cose mondane. Oltrepassato il ponte raggiunse Monte Siepi, dove ebbe la visione del Creatore e quello fu il momento della sua conversione. In seguito, durante degli spostamenti Galgano non trovando legname per fare una croce, ne fece una infiggendo la propria spada nella roccia, quindi trasformò il proprio mantello in saio e lo indossò. Sentì anche una voce che veniva dal cielo che lo invitava a fermarsi in quel posto fino alla fine dei suoi giorni: iniziava così la sua vita da eremita, lottando e sconfiggendo i suoi demoni interiori.

Nelle leggende arturiane viene menzionato il cavaliere Galvano, un nome molto simile a Galgano Guidotti, quindi pare che storia e leggenda si siano mischiate nel corso dei secoli,  creando un mito su basi storiche differenti da come le abbiamo sempre conosciute.


 fonte

Tratto dal web 


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