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Re Artù:La verità oltre la leggenda

il Sabba delle streghe

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giovedì 26 dicembre 2019

le Tredici Notti Sacre di Yule (parte prima)

Le Tredici Notti

(Prima parte)



Le Tredici Notti che vanno dal 24 dicembre al 6 di gennaio rappresentano un periodo spiritualmente importante. Le tradizioni legate a questo speciale momento dell’anno sono diverse, oggi le abbiamo dimenticate e sono rimaste sepolte dalla modernità frenetica e dall’atmosfera di sfrenata baldoria che caratterizza le feste di fine anno.

A differenza di quello che ci viene implicitamente richiesto dalla società, questo momento dovrebbe essere dedicato all’introspezione più profonda, al fine di ricevere intuizioni che possano guidarci attraverso l’anno nuovo che sta per cominciare.


Il neopaganesimo ha riportato la festa di Yule a nuovo splendore, scrollandole di dosso l’aura poco ortodossa di oscuri rituali nazisti che l’avevano intorbidita per decenni e restituendole la sua funzione originaria di tappa importante nel calendario indoeuropeo. La Wicca, odierna religione delle streghe sviluppatasi nel mondo anglosassone e strettamente legata alla natura, annovera Yule fra le otto feste principali dell’anno. La notte buia ed estremamente lunga del solstizio d’inverno ha lasciato dietro di se´ il sacrificio estremo del dio del Sole morto nelle viscere della Terra dopo aver fecondato la dea e, al contempo, il miracolo nascosto che si ripete annualmente, la crescita di un embrione divino nel grembo generoso della Madre.



Nell’antichità i momenti di passaggio erano vissuti in modo diverso rispetto a oggi. Era risaputo, infatti, che fossero periodi delicati, che non appartenevano né a un tempo né a un luogo precisi. Pertanto, erano accompagnati con rituali appositi volti ad allontanare quanto di maligno potesse interferire con la sacralità del momento. Le Tredici Notti facevano – e fanno ancora – parte di un momento sacro: sono giorni a cavallo tra l’anno vecchio e quello nuovo, motivo per cui in passato ci si dedicava alla purificazione. Ecco che, allora, si accendevano fuochi (si vedano per esempio il falò di Yule e la tradizione del ceppo natalizio, di cui abbiamo già parlato), si rifletteva e si lasciava che il passato scivolasse via per accogliere a braccia aperte il futuro. 


Una delle attività maggiormente svolta in questo periodo dell’anno era la filatura, a voler simboleggiare l’atto di prendere in mano i fili della propria vita, rivvolgerli e filarne di nuovi. I doni che oggi ci scambiamo durante le festività, un tempo erano unicamente simbolici: il compito di consegnare strenne e regali era relegato a figure femminili – come per esempio la Befana – e più tardi maschili (Babbo Natale) solo nelle favole da raccontarsi intorno al focolare. Nella realtà, invece, rappresentavano i doni ricevuti durante l’anno, le cose per cui essere profondamente grati e di cui fare tesoro anche nell’anno venturo.



“Le Tredici Notti Sante” è, inoltre, il titolo di una conferenza tenuta da Rudolf Steiner ad Hannover il 26 dicembre 1911. In essa, Steiner fece cenno a un’antica saga conosciuta in Norvegia come “Il canto del sogno”. Tale saga è esemplificativa di questo periodo dell’anno e ne riassume la simbologia. Diceva Steiner: «Essa è la leggenda che in modo meravigliosamente bello ci racconta di come Olaf Asteson venga iniziato — mediante forze naturali — allorché egli cade addormentato la sera di Natale, dorme durante i tredici giorni e le tredici notti fino al 6 gennaio e vive tutte le vicissitudini che l’essere umano deve sperimentare attraverso le incarnazioni dall’inizio del mondo fino al Mistero del Golgota. Racconta di come, avvicinandosi al 6 di gennaio, Olaf Asteson abbia la visione dell’intervento nell’umanità dello Spirito-Cristo, di cui lo Spirito-Michele è il precursore. 

Il poema racconta di come, in questo sogno durante i tredici giorni e le tredici notti, Olaf Asteson venga condotto attraverso tutto ciò che l’uomo deve esperire acausa della tentazione luciferica.
Così […] diverrà sempre più possibile per gli uomini riconoscere come le forze spirituali intessono e agiscono, e come le Feste non siano state istituite da un arbitrario capriccio, ma dalla saggezza cosmica che opera nella storia quasi sempre senza che gli uomini ne siano coscienti.»



Il giorno della nascita di Gesù è posto, non a caso, all’inizio dei tredici giorni: rappresenta l’origine dell’uomo, della sua divinità interiore. E’ un giorno, diceva Steiner, in cui all’essere umano è stato dato un messaggio importante che non deve essere sottovalutato: «“Uomo, puoi trovare in te le potenti forze che ti doneranno ciò che, nel vero senso della parola, si può chiamare la pace dell’anima”. La vera pace dell’anima è presente soltanto quando essa ci rende capaci di sapere sempre che in noi vive qualcosa che, se ne abbiamo giustamente cura, può e deve guidarci alle altezze divine, alle forze Divine.»

Questa ballata ci mostra che, se da un lato l’esteriorità della Natura sembra morta o comunque dormiente, dall’altro essa si risveglia interiormente. Anche in noi, esseri umani non separati dalla Natura, viviamo un periodo di risveglio interiore, e la sua luce viene ben rappresentata dall’albero natalizio, sul quale le luci fanno contrasto con il fogliame scuro, emergendo dall’ombra. Se in questo momento dell’anno riuscissimo a connetterci con l’anima della Natura, potremmo scoprire di possedere doti di veggenza.
Vediamo, dunque, nella pratica come poter sfruttare le energie delle Tredici Notti.

I dodici giorni a partire dal 24 dicembre sono ognuno lo specchio dei mesi che verranno e a essi è dedicato anche un segno zodiacale:

24 dicembre: Capricorno, gennaio
25 dicembre: Acquario, febbraio
26 dicembre: Pesci, marzo
28 dicembre: Ariete, aprile
29 dicembre: Toro, maggio
30 dicembre: Gemelli, giugno
31 dicembre: Cancro, luglio
1 gennaio: Leone, agosto
2 gennaio: Vergine, settembre
3 gennaio: Bilancia, ottobre
4 gennaio: Scorpione, novembre
5 gennaio: Sagittario, dicembre


Vi starete chiedendo quale sia la funzione del sesto giorno del primo mese dell’anno, che tutti noi conosciamo con il nome di Epifania. La parola “epifania” dovrebbe già rispondere alla domanda. Significa, infatti, “manifestazione” (quella del divino nella realtà): il 6 gennaio, tredicesimo e ultimo giorno facente parte della tradizione delle Tredici Notti Sante, ha il compito di “manifestare”, di riassumere ciò che sarà il nuovo anno per noi.
Se riuscissimo ad ascoltare (non con le orecchie, bensì con il cuore e con l’anima) il messaggio che queste Tredici Notti Sante hanno da portarci, riusciremmo a fare pronostici importanti per l’anno venturo e a indirizzare al meglio le nostre energie verso la nostra realizzazione personale.



In questi giorni prendiamoci del tempo per stare con noi stessi e cerchiamo di essere ricettivi nei confronti di tutto ciò che ci riguarda: ritagliamoci un momento di raccoglimento in cui annotare, giorno per giorno e per tredici giorni, i sogni fatti durante la notte, gli avvenimenti importanti o rilevanti per noi accaduti durante il giorno, segniamo le nostre ispirazioni, le immagini che ci colpiscono anche solo per un momento, gli avvenimenti mondiali, il tempo atmosferico… Diamo libero sfogo all’immaginazione e cerchiamo di pensare al modo in cui le qualità, gli avvenimenti, le azioni di questi tredici giorni potrebbero manifestarsi in futuro, assegniamo a ogni giorno un colore, ricordandoci che quel colore corrisponderà a un mese preciso dell’anno futuro. Conserviamo le nostre pagine di diario e ricordiamoci che a esse corrisponderà l’andamento del nuovo anno, quindi confrontiamole con quello che accadrà di mese in mese.




Fonti:
Eticamente.it
Le Tredici Notti Sante, Rudolf Steiner

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