<bgsound src='URL_MP3' loop='infinite'>

Re Artù:La verità oltre la leggenda

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

il Sabba delle streghe

domenica 29 marzo 2020

Le costruzioni misteriose degli antichi celti

LE COSTRUZIONI MISTERIOSE DEGLI ANTICHI CELTI


Spesso quando si parla di uomini preistorici e delle prime comunità degli stessi con riferimento all'architettura pensiamo subito alle abitazioni.
In realtà l'attività architettonica degli uomini celti preistorici non si limitò a villaggi, vediamo infatti a partire dal V millennio A. C. oltre ventimila insediamenti megalitici ed altre strutture spirituali e religiose primitive. 

DOLMEN,MENHIR E CROMLECH: 
SIMBOLI CELTICI

Dolmen,Menhir e Cromlech

I Dolmen, i Menhir e Cromlech sono monumenti antichissimi, risalenti alla preistoria, estremamente misteriosi. Le loro funzioni, ancora oggi, non sono chiare ma su di essi sono state avanzate molte ipotesi. Quella più accreditata è che siano porte di accesso al mondo degli Dei,create dagli uomini per mettersi in contatto con il Divino.

Cos'è un Menhir?

Dall'antico bretone Men pietra e Hir lungo,o alto, intendiamo un gigantesco blocco di pietra conficcato nella terra.Un Menhir è solitamente una pietra dalle dimensioni variabili(dagli 80 cm,a più di 10-11 metri) piantata nel terreno quindi, in posizione verticale. Spesso raggruppati in lunghe file come le  lapidi dei cimiteri inglesi per intenderci, è ancora dubbia la loro funzione sicuramente spirituale , alcuni studiosi hanno azzardato la tesi che si trattasse di sepolture di uomini importanti come Capi tribù o Sacerdoti,o come prima accennato,porte di accesso al mondo degli Dei,create dagli uomini per mettersi in contatto con il Divino. 

Ma,mettendo da parte quelle che sono le varie ipotesi,la verità è che,il loro scopo originale (cioè quello dei costruttori del paleolitico) non è ancora del tutto chiaro. Sappiamo solo l’utilizzo che ne fecero in epoche successive alcune popolazioni.

In Bretagna,ad esempio, venivano utilizzati dai celti per calcolare l’ora o i solstizi, estremamente importanti nel mondo celtico legato alla natura e ai suoi cicli. Una teoria, seppur dubbia, afferma che i Menhir, posizionati in circolo, potessero costituire una primitiva forma di osservatorio astronomico.

Sono stati trovati numerosi resti di Menhir in molti luoghi del mondo e il più famoso, nonché più grande del mondo, si trova in Francia e raggiunge i 20 metri di altezza.

LA PORTA AL MONDO DEGLI DEI E LE ENERGIE PER I CELTI

Prima abbiamo accennato che Dolmen I Cromlech e Menhir potessero costituire una porta magica di accesso al mondo del divino. Secondo i celti, infatti, gli dei erano raggiungibili tramite dei portali e bastava costruirli (o trovarli) per potersi mettere in contatto con il divino.

I Menhir, in questa ottica, venivano utilizzati come “riceventi” di messaggi divini. La loro forma ad obelisco espansa verso l’alto serviva per attrarre le informazioni che il cosmo inviava e portarle sulla terra. Di conseguenza avevano anche azione contraria: ricevevano informazioni dal mondo terreste e le trasmettevano al divino. Questo spiegava, secondo i celti, la loro particolare forma e ha molta attinenza con il pensiero di questa popolazione. I Menhir, inoltre, rappresentava la forza maschile in grado di unire elementi diversi.



I DOLMEN

(Anche per i Dolmen,le varie teorie sullo scopo della costruzione sono molteplici)

Cos'è un Dolmen?

Un Dolmen è la struttura che segue per complessità il Menhir.
L’etimologia di questa parola è molto complessa. Proviene dal bretone antico e unisce i termini “t(d)aol” letteralmente “tavolo” e “men” che significa “pietra”.Tuttavia la parola, essendo coniata, non è di reale origine bretone. Alternativamente si possono trovare riferimenti alla parola “Dolmen” nella lingua celtica parlata in Cornovaglia. L’origine di questa parola, quindi, non è certa.

Ma passiamo alle cose più importanti. Cos’è un Dolmen? E’ un complesso di pietre che forma una sorta di piccola casa. I Dolmen, oltre a questo, possono presentarsi in molte varianti. Possono essere “case enormi” formate da 4 o 5 pietre, corridoi interni e numerose stanze, oppure più piccole composte unicamente da 3 pietre e un’unica stanza, alte o basse, fino ad arrivare ad essere così basse da sembrare degli altari (questo, probabilmente, è dovuto al corrodersi della pietra nel corso dei secoli).
Come abbiamo già detto,anche sui Dolmen,sono state avanzate varie ipotesi sul loro reale significato.
Secondo alcune ipotesi infatti, i Dolmen erano luoghi di sepoltura,monumenti funerali costruiti per contenere le salme di persone comuni,
Ma c'è da dire anche che, a volte,nei Dolmen più grandi, e di conseguenza più prestigiosi, di solito si trovavano poche persone sepolte, probabilmente appartenenti a ranghi elitari. 

Un’altra ipotesi anche qui molto accreditata,è quella secondo la quale,i Dolmen altro non erano che degli Altari Sacri,luogo di culto per venerare gli Dei.
Infatti,secondo gli studiosi,sostenitori di questa tesi,ci sono buone probabilità che cinque mila anni prima di cristo nella gelida bretagna già esistessero dei templi dedicati a Divinità.
Un'altra teoria,vede i Dolmen come mezzi per incanalare le correnti di energia positiva e per poterla poi in seguito utilizzare. Secondo questa particolare teoria,Sedere all’interno di un Dolmen consentiva di “ricaricarsi” di energia divina, di guarire e di continuare la propria vita con spirito rinnovato. I Dolmen,però al contrario dei Menhir, rappresentavano l’energia femminile della fertilità, dell’abbondanza e del saper donare.

Probabilmente tutte e tre le teorie sono corrette, e i Dolmen nel corso della loro storia,in epoche diverse tra di loro,  hanno svolto tutte e tre le  funzioni.
Una particolarità è che all’interno di alcune di queste costruzioni sono stati ritrovati dei disegni, principalmente figure geometriche di colori differenti, come rosso e nero. Questo sottolinea l’importanza dei Dolmen nella cultura dei loro costruttori.



E in fine ci sono i Cromlech
Cos'è un Cromlech?

I Cromlech sono grandi strutture circolari fatte in pietra megalitica, pensiamo ad esempio al monumento di Stone Henge-(letteralmente-Pietra Sospesa) monumento Megalitico che si trova  a Salisbury nell'Inghilterra meridionale.
Ma queste meravigliosi imponenti e incredibili costruzioni sono presenti un po' in ogni angolo della terra,dall'Europa, fino all'Asia. 

Cromlech è una parola che deriva dal gallese o gallico che dir si voglia (cròm ricurvo e lech pietra).

Approfondiamo ora un po' il già prima accennato monumento megalitico di Stone Henge.
(approfondimento che in seguito.nei prossimi articoli,scenderà più nei particolari.


StoneHenge è un Cromlech,che,secondo le ricerche fin qui svolte,sembra sia  sorto nel 1800 A.C. e completato definitivamente nel 1500 A.C. ed è costituito da una duplice recinzione di Menhir. Sono presenti anche dei Dolmen con architravi, ora tralasciando il mostruoso mistero che concerne come questi popoli, che spregiativamente qualcuno ancora osa definire "primitivi", siano riusciti ad architettare e spostare pietre con oltre 50 tonnellate di peso richiedendo uno sforzo collettivo inimmaginabile che fra l'altro sottraeva anche braccia ai campi, alla difesa della terra ed a altri lavori che avevano uno scopo pratico, vorrei parlare di un mistero forse ancora più grande: la funzione di questa costruzioni. Dire "la religione" non basta. Anzitutto la definirei più un'opera spirituale ma soprattutto vi è una teoria molto accreditata: quella del calendario astrologico. Ebbene sì , secondo alcuni il sole in vari momenti dell'anno (solstizi ed equinozi) si intrufolava tra gli spazi del Cromlech per giungere ad un ipotetico altare centrale, tutto per glorificare la natura ed i suoi cambiamenti di stagioni. Ma anche per Stone Henge,vale la teoria seconda la quale,la sua funzione primaria,fosse di struttura sacra,con lo scopo di fungere come portale verso il Divino,infatti,molti hanno supposto,che sia stato costruito su uno dei maggiori centri di energia terrestri,per amplificarne la sua potenza cosmica.Altri ancora hanno supposto che fosse un portale verso le stelle,come per le piramidi in Egitto,altri ancora lo ritengono essere semplicemente un monumento funerario,un sepolcro sacro,dove venivano sepolte le spoglie di valorose figure,come Guerrieri,RE,E Sacerdoti Druidi.
Ovviamente,il mistero su Stone Henge rimane ancora aperto.



Fonte


mercoledì 18 marzo 2020

Tír Na Nòg – La leggenda di Oisín , Niamh E la terra dell'eterna giovinezza


Tír Na Nòg – La leggenda di Oisín , Niamh
E la terra dell'eterna giovinezza


C’era una volta, molti anni fa, un grande guerriero di nome Oisín, figlio del leggendario Fionn Mac Cumhaill, o Finn MacCool nella sua forma inglese. MacCool era il capo di Fianna – un gruppo di grandi protettori che custodiva l’Alto Re d’Irlanda – e ogni giorno Oisín e il Fianna esploravano bellissime colline verdi dell’Irlanda mentre cacciavano per le loro terre. Un giorno Oisín e il suo Fianna videro un bellissimo cavallo bianco in lontananza,cavalcato dalla più bella, giovane donna che avessero mai visto. I suoi capelli erano color del sole che le scendevano fino alla vita, e indossava un vestito di un blu pallido tempestato di stelle. Era circondata da una luce dorata.




Mentre la bella donna e il suo cavallo si avvicinavano, tutti gli uomini si fermarono sulle loro tracce, aspettando di sentire cosa aveva da dire.
«Il mio nome è Niamh», disse la fanciulla dai capelli d’oro, «mio padre è il re della mistica terra di Tír Na nóg, una terra che non conosce dolore e dove nessuno invecchia mai. Ho sentito cose meravigliose di un grande guerriero di nome Oisín, e sono venuta a portarlo con me nella Terra dell’Eterna Giovinezza.»
Oisín si innamorò immediatamente di Niamh e, sebbene fosse triste nel lasciare suo padre e il Fianna, accettò di unirsi a Niamh a cavallo per andare a vivere a Tír Na Nòg, promettendo a Finn MacCool che sarebbe tornato in Irlanda per rivederlo presto.


Il bel cavallo bianco, di nome Embarr, galoppò attraverso i mari argentati nella terra magica di Tír Na Nòg. Come Niamh aveva promesso, questa era una terra dove nessuno conosceva la tristezza e dove nessuno mai invecchiava, tutti lì vivevano per sempre. Insieme, Niamh e Oisín, trascorsero molti bei momenti, anche se c’era una piccola parte del cuore di Oisín che si sentiva sola.
Gli mancava la sua terra d’Irlanda e desiderava vedere di nuovo suo padre e il Fianna.



Oisín pregò Niamh di lasciarlo tornare in Irlanda, ma lei era riluttante. Sebbene Oisín pensasse che erano passati solo pochi anni, in realtà erano già passati 300 anni in Irlanda, poiché nella terra di Tír Na Nòg il tempo rallentava. Alla fine Niamh, vedendo quanto ad Oisín mancasse la sua famiglia accettò di lasciarlo tornare in Irlanda per vederla di nuovo.
«Prendi il mio cavallo, Embarr, è magico», gli disse «Non scendere da questo cavallo e non lasciare che i tuoi piedi tocchino terra, altrimenti non sarai più in grado di tornare a Tír Na Nòg di nuovo.»

Oisín si avviò, attraverso il mare sul cavallo bianco di Niamh e arrivò in Irlanda. Quando arrivò lì vide che le cose erano cambiate. Il Fianna non cacciava più sulle verdi colline e il grande castello che un tempo ospitava la sua famiglia si stava sgretolando ed era ricoperto di edera. Mentre cercava qualcosa di familiare tra le verdi colline, Oisín incontrò alcuni vecchi, che stavano avendo difficoltà a cercare di spostare un enorme roccia. Si chinò dal suo cavallo per aiutarli, ma così facendo perse l’equilibrio e cadde da cavallo. Nel momento in cui Oisín toccò il suolo irlandese i 300 anni che aveva passato lontano dall’Irlanda gli piovvero addosso.



L’uomo, divenuto anziano e fragile, chiese a coloro che si era fermato ad aiutare di suo padre, Finn MacCool, e loro gli dissero che Finn era morto molti anni prima di crepacuore , Oisín morì poco dopo, ma non prima di aver condiviso le leggende e le storie del Fianna, di suo padre, il grande Finn MacCool, e della terra magica Tír Na Nòg  la terra dell'eterna  giovinezza 
Ed ancora oggi in Irlanda queste leggende vivono. 



Fonte

martedì 17 marzo 2020

San Patrizio La figura di un santo a metà tra il pagano,e il cristianesimo


San Patrizio 
La figura di un santo a metà tra il pagano,e il cristianesimo



Nonostante fosse stato uno dei più efficaci evangelizzatori sull'Isola di Smeraldo, i manoscritti celtici, provenienti da ambienti monastici, lo integrano all'interno delle loro tradizioni, facendolo divenire parte della leggenda.
Il bardo Oisin rimase isolato dai suoi compagni perché, avendo vissuto per alcuni anni nel reame oltre il velo nebbioso e avendo nostalgia dei prodi guerrieri Fianna, era tornato indietro solo per scoprire che, nel frattempo, erano trascorsi interi secoli e che i compagni che desiderava rivedere ormai erano divenuti parte di antiche leggende.

Oisin, ormai vecchio e stanco, incontrò San Patrizio e gli narrò le grandi gesta dei Fianna, avvenute in un tempo in cui gli uomini erano più alti e forti, simili agli dèi.
San Patrizio cercò spesso di convertire Oisin, parlandogli di Dio e del Paradiso, specialmente quando lo vide sempre più debole e temette che potesse lasciare questo mondo da un momento all'altro.
Oisin non era convinto di voler andare in un luogo dove non avrebbe ritrovato i suoi compagni che, non essendo stati battezzati, non sarebbero finiti in Paradiso, inoltre scosse la testa sbuffando sonoramente, scoprendo che i suoi fidati segugi non lo avrebbero seguito nell'alto dei cieli.
“Che Paradiso è mai quello dove i miei più fedeli amici non possono seguirmi? Sono stati al mio fianco per tutta la vita, e quale Dio potrebbe impedir loro di farlo anche in seguito? E come può tenere Fionn, Caoilte, Oscar e tutti gli altri nobili guerrieri lontano dai suoi cancelli dorati, dopo che si batterono con coraggio per il bene dell’Irlanda?”

San Patrizio dovette discutere con Oisin a lungo, trovando interessanti e acute le sue risposte, ma, secondo le fonti cristiane, che ebbero il pregio di salvaguardare l’antica cultura celtica, seppur sotto una forma cristianizzata, anziché considerarla solo superstizione e lasciare che si perdesse per sempre, Oisin infine si convertì.

Altre fonti invece ritengono che non volesse abbandonare i Fianna nemmeno nella morte, e che scelse di andare nello stesso luogo dove era certo che lo stessero aspettando, per brindare assieme e intonare le note del Dord Fiann come una volta, uniti nella vita e oltre.

La strana ma affascinante commistione tra paganesimo celtico e cristianesimo che sopravvisse in Irlanda nei secoli è anche merito di San Patrizio, così come l'uso di simboli quali la croce celtica o il trifoglio, che richiamano sia significati pagani che cristiani.

Racconti dei Fianna - Meet Myths


LA FESTA DI SAN PATRIZIO

Il 17 Marzo è festa nazionale in Irlanda, un giorno dedicato all'irish pride, festeggiato un po' in tutto il mondo, ovunque sia insediata una comunità di emigranti irlandesi ma anche chi non ha antenati irlandesi diventa “Irlandese per un giorno”: si mangiano pietanze irlandesi e colorate di verde e si bevono bevande irlandesi con particolare riguardo alle stout.
La festa viene celebrata il 17 marzo quale giorno presunto della morte del Santo, eppure per la verità non si conosce nemmeno con certezza l'anno della sua morte, (intorno al 461 d.C.), figuriamoci il giorno! Più in generale la festa è vicina all'equinozio di primavera, come se la figura del Santo e la tradizioni druidiche (simboleggiate dal trifoglio) fossero unite senza soluzione di continuità.
Il calendario dei santi festeggia in questo periodo anche San Giuseppe (19 marzo) e così in molte località dove la presenza di comunità di immigrati italiani è molto forte, la festa di San Patrizio si prolunga fino al 19 marzo con canti e falò propiziatori.
Siamo in pieno digiuno quaresimale (per i cattolici) ma per gli Irlandesi il 17 marzo è un giorno esentato!

ST PATRICK WAS A GENTLEMAN

Risultato immagini per SAINT PATRICK E IL COLORE VERDE: UN BLU VIRATO IN VERDE

E' opinione comune che San Patrizio (385/390(?)-461) sia stato il primo evangelizzatore d'Irlanda, così in una canzoncina dal titolo "St Patrick was a gentleman", ci si sforza di dimostrare le origini irlandesi di Patrizio, del quale per la verità non conosciamo nemmeno il vero nome (alcuni studiosi ritengono si chiamasse Maewyin Succat); molto probabilmente i suoi genitori erano due patrizi romani di religione cristiana che vivevano in Inghilterra o forse in Scozia. Era quindi un britanno per come lo si intendeva in quei tempi cioè un celta romanizzato (nell'estremo nord dell'isola vivevano gli irriducibili Picti). All'epoca le popolazioni germaniche degli Angli, dei Sassoni e Iuti invadevano e saccheggiavano l'isola spartendosene il territorio, mentre ai Britanni rimasero le terre del Galles e della Cornovaglia.
Il ragazzo venne rapito dai predoni irlandesi che razziavano le coste, venne tratto in schiavitù e cresciuto in Irlanda come pastore; in quei sei anni imparò il gaelico irlandese che gli sarà molto utile in futuro.

SAN PATRIZIO E I DRUIDI

Patrizio riuscì a fuggire e a sbarcare in Gallia dove, pieno di fervore religioso, studiò teologia. Fu appunto in Francia che venne ordinato sacerdote e prese il nome di Patricius. Non è ben chiaro se fosse assurto fino alla carica di Vescovo, ma in ogni caso nel 432 o 433 andò in Irlanda per evangelizzare le tribù celtiche all'epoca ancora seguaci del druidismo e della religione animista.
L'iconografia ci restituisce l'immagine di un vecchio druido dallo sguardo mite con tanto di mitra vescovile e bastone pastorale.
Secondo la leggenda San Patrizio scacciò tutti i serpenti dall’isola costringendoli a gettarsi in mare dove affogarono. Il serpente in realtà era l'antica religione druidica apparentemente sconfitta dalla predicazione di un solo evangelizzatore, anche se carismatico! Religione druidica estirpata da Patrizio per modo di dire, perchè le conversioni all'epoca avvenivano in base al credo dei capi e quindi solo nominalmente anche tutti i loro sudditi diventavano cristiani. Ma il processo di conversione in Irlanda probabilmente era già iniziato prima dell'arrivo di San Patrizio e sicuramente fu la "perseveranza" della Chiesa a trasformare nel tempo gli irlandesi in cattolici. Fu appunto in epoca medievale che l'agiografia si piccò nel voler dimostrare le gesta eroiche del Santo, che da solo, con la forza della sua fede, sconfisse i Druidi!
St. Patrick e la leggenda dei Serpenti
Probabilmente famosa come la storia del trifoglio è la leggenda di San Patrizio che guida tutti i serpenti d’Irlanda nel mare dove sono annegati.
In molte immagini del santo, Patrick è visto in piedi su serpenti, il messaggio ben ricevuto è che non ci sono serpenti in Irlanda e solo lui è responsabile di questo stato felice.
Tuttavia, è molto improbabile che ci siano mai stati serpenti in Irlanda!
Questa particolare leggenda di San Patrizio è facile da tradurre: i serpenti erano sacri per i Druidi e il loro esilio riflette il successo di San Patrizio nel rimuovere l’influenza pagana dall’isola.


SAN PATRIZIO E L'IRISH PRIDE



Come sia andata nel Medioevo (conversione istantanea o lungo processo di cristianizzazione) possiamo affermare che nel 1700 la figura di San Patrizio e la sua festa divennero l'espressione di una orgogliosa rivendicazione di irlandesità -irish pride- unitamente religiosa ed etnica, contro l'oppressione inglese. La festa è stata canonizzata ufficialmente nel Seicento anche se era già celebrata nel X secolo. La prima sfilata si è tenuta però in America, il 17 marzo 1762, i soldati irlandesi hanno marciato in parata con la loro musica e da allora sono sorte numerose associazioni "Irish Aid" confluite poi nel 1848 in un'unica organizzazione dedicata alla Parata di San Patrizio (quella di New York è rimasta la più grandiosa sfilata sia per il numero di partecipanti che di pubblico che di durata - più di cinque ore). La sfilata era vissuta come segno di protesta da parte della comunità irlandese di New York che veniva trattata con disprezzo dagli "americani" di origine protestante (No Irish Need Apply era un insegna che si poteva vedere appesa alle vetrine dei negozi) ed è finita per diventare una importante vetrina politica a causa del grande numero di immigrati.
Ai giorni nostri, durante il St. Patrick’s day, l’Irlanda si veste di verde e soprattutto Dublino si trasforma in una festa continua, un concentrato di festival, frenesia e allegria, ma anche di tantissimi eventi musicali e culturali sparsi per tutta la città! Questa ricorrenza richiama giovani e turisti da tutto il mondo e la città diventa un unico grande evento gioioso e colorato che si snoda fra parate, fuochi d’artificio, fiumi di birra (la Guinness è la più bevuta) e session di musica tradizionale nei pub, in un’atmosfera unica e coinvolgente che dai locali si riversa per le strade e le piazze della città! Insomma è impossibile non venire trascinati in questa festa collettiva così divertente e particolare.
La festa di san Patrizio è anche una sorta di pretesto per incontri allegri e colorati tra gli irlandesi rimasti in patria e quelli emigrati, che vengono a marciare in file serrate, fanfare in testa, tornando così almeno per un giorno alle origini e riaffermando un’identità che è lungi dall’essere in ribasso come pretendono alcuni. La ricorrenza si celebra in casa o al pub con gli amici, indossando un indumento verde (il colore del trifoglio e simbolo della stessa irlanda). La tradizione vuole che tutti indossino il trifoglio d’Irlanda il giorno di San Patrizio! Per gli irlandesi bastano solo due ingredienti per assicurare una notte di “craic” (divertimento): la musica e la birra. E per chi ha deciso di passare il San Patrizio con loro sa già che questi due ingredienti certo non mancheranno.
Il 17 Marzo quindi, il giorno di San Patrizio, l’Irlanda è tutta un unico festival, da nord a sud. I festeggiamenti nella capitale Dublino durano addirittura più giorni! Anche nell’Irlanda del Nord, in quel lembo di isola che è chiamato “St Patrick Country”, custode della tomba e di molti altri cimeli del Santo, si svolge un festival molto sentito in omaggio al Santo patrono.

Dublino
Il festival più grande è quello che si svolge a Dublino. Inizialmente concepito in un unico giorno, oggi il St. Patrick’s Festival si estende nell’arco di una settimana e attira un pubblico internazionale sempre maggiore: non solo irlandesi di nascita, ma anche tutti coloro che si sentono in qualche modo Irish nel cuore. La capitale si trasforma in un palcoscenico, dove artisti di strada e gruppi musicali provenienti da tutto il mondo improvvisano concerti agli angoli delle strade, dove regna la pura follia, il divertimento e la magia tipica di questi giorni di festa! L’evento più degno di nota in quei giorni è la parata del 17 marzo che parte alle 12 da Parnell Square. Se in passato quella di New York era considerata la più spettacolare al mondo, oggi non è più così: la parata di Dublino ha assunto con gli anni una dimensione sempre maggiore, mettendo in mostra non solo i migliori talenti irlandesi, ma anche quelli internazionali. Il divertimento è assicurato per tutti i gusti e tutte le età! Cork 

A Cork il festival dedicato al santo patrono si terrà dal 16 al 18 marzo con più di 50 eventi e 200 spettacoli imperdibili e adatti a tutti. L’evento principale è il Carnival of the fools, che per due giorni invade la città.
Galway
Il 17 marzo a Galway si terrà l’annuale St. Patrick’s Parade, con bande musicali, cornamuse, danze e artisti di strada da tutto il mondo. La particolarità dell’evento qui a Galway è che la parata è piccola abbastanza da far sentire tutti i visitatori parte di essa, ma anche grande abbastanza da creare un’atmosfera speciale.
Down e Armagh 
Anche nelle contee di Down e Armagh, luoghi chiave nella vita e nella storia di S. Patrizio, fervono i preparativi per le celebrazioni dell’Armagh & Down St. Patrick’s Festival, il più grande in Irlanda del Nord. Ad Armagh, in particolare, il 17 marzo si terrà la Saint Patrick’s Day Carnival Parade ‘The Life of Patrick’, un carnevale colorato e animatissimo, che ripercorre alcuni episodi della vita del santo patrono.
Belfast 
A Belfast è in programma la St.Patrick’s Day Parade in costume nella giornata del 17 marzo.

COME SI FESTEGGIA

Detta affettuosamente Paddy’s Day la festa può durare fino a una settimana ed ha come tema unificante il colore verde in omaggio all’Isola Smeraldo: si indossa qualcosa di verde, si mangia qualcosa di verde e si beve qualcosa di verde.
In particolare sui vestiti sboccia il trifoglio, emblema della festa, fiumi e fontane si colorano di verde (dalla più famosa fontana della Casa Bianca a Washington al fiume di Chicago), si organizzano interminabili cortei carnevaleschi e parate, si susseguono spettacoli e concerti, si ammirano i fuochi d’artificio… e ovviamente si canta, si balla e si ascolta musica irlandese

SAINT PATRICK E IL COLORE VERDE: UN BLU VIRATO IN VERDE



Il colore di San Patrizio era inizialmente il blu (essendo il colore nazionale dell'Irlanda) nella sua sfumatura "San Patrizio"; eppure già nel Seicento il trifoglio inizia ad essere associato alla festa: dal trifoglio al colore verde il passo è breve e i ribelli irlandesi del 1798 sventolano al cielo bandiere verdi. Che Patrizio spiegasse il mistero della Trinità riferendosi al trifoglio è tuttavia una leggenda dalle origini medievali più che un dato storico. 

IL BLU
Nella mitologia irlandese la sovranità dell'Irlanda è rappresentata da una donna in abiti blu (così ad esempio quando Enrico VIII si dichiarò re d'Irlanda esibì sullo stemma un'arpa d'oro in campo azzurro.

IL VERDE
Possiamo affermare che già nel 1600 gli irlandesi avevano la consuetudine di portare croci e trifogli nella festa di San Patrizio (come riportato nel diario da Thomas Dinely alla data del 17 marzo 1681) e che furono i ribelli repubblicani del 1798 a issare bandiere verdi nella loro lotta per l'indipendenza dell'Irlanda.Forse era una specie di colore in codice che usavano tra loro e così "the wearingof the green" finì per essere sinonimo di ribelli (un colore in qualche modo associato anche a San Patrizio e quindi alla fede cattolica)

Così nelle ballate fu tutto un inneggiare alla verde Irlanda e man mano dal 1800 in poi il blu nazionale diventò il verde nazionale (alcuni nel tentativo di un compromesso cercarono di definire il blu di San Patrizio un verde-blu…)

IL TRIFOGLIO EQUINOZIALE



"Shamrock" viene dal gaelico seamrog = “giovane trifoglio” che oggi è identificato con il "trifolium repens" caratterizzato da una abbondante fioritura, però estiva, di fiorellini bianchi (o rosa). Ma la parola un tempo stava a indicare una più ampia varietà di trifogli: alcuni ritengono che il trifoglio dei Druidi fosse la varietà Medicago lupulina (in inglese nonsuch) dai fiorellini gialli simili a quelli del luppolo, un erba medica ideale foraggio dalla ripresa primaverile per i pascoli. Mentre un'altra varietà sempre primaverile è l'acetosella dai fiorellini bianco con venature rosate che veniva utilizzata nel Medioevo anche come alimento. Del resto la festa di San Patrizio è un chiaro tentativo di cristianizzare una tradizione irlandese più antica che si celebrava nei pressi dell'equinozio di primavera e quindi molto più probabilmente il trifoglio dei Druidi doveva essere della varietà a fioritura primaverile.

Pianta sacra ai Druidi, simbolo dell'equinozio di primavera, in grado di rivelare gli spiriti malvagi, ancora oggi il trifoglio avverte quando una tempesta è in arrivo (l'acetosella piega le foglie verso il basso). Tuttavia per i Druidi il suo simbolismo era legato al sacro numero tre, rappresentazione della "Triplice Dea" ovvero la Madre nelle sue tre manifestazioni.

Il simbolo viene "riciclato" nel Medioevo per spiegare la triplice natura divina del Dio Cristiano ma è con l'irish pride che si afferma l'equazione San Patrizio-trifoglio: Thomas Dinely scrive nel suo diario alla data del 17 marzo 1681 che gli Irlandesi per festeggiare San Patrizio indossano croci e trifogli, così la canzone "The Wearing of the Green" iniziò a circolare per le strade in forma anonima nel 1798, all'epoca della Ribellione irlandese.

IL LEPRECAUNO


Ad aprire le sfilate l’immancabile maschera del Leprecauno, di verde vestito, prototipo del folletto bonaccione o dispettoso a seconda dell’umore. Il Leprecauno è il folletto per antonomasia nella tradizione irlandese, soggetto di innumerevoli racconti, leggende e canzoni, eccellente violinista (si dice che abbia insegnato a suonare il violino ai più grandi musicisti irlandesi e italiani); così come ama la musica e la danza, egli incarna anche i vizi del popolo irlandese: gran bevitore di birra e whisky, estimatore di tabacco e fumatore di pipa. 

Il Festival più grandioso si celebra a DUBLINO e si svolge durante un’intera settimana, attirando un pubblico internazionale sempre maggiore. Anche la sua parata ha superato in spettacolarità quella di New York. Un’ottima occasione per visitare l’Irlanda.




FONTi
Cattia Salto)
www.lontanomagico.altervista.org
https://www.irlandando.it/st-patricks-day/

lunedì 16 marzo 2020

La Festa di San Patrizio



LA FESTA DI SAN PATRIZIO

Il 17 Marzo è festa nazionale in Irlanda, un giorno dedicato all'irish pride, festeggiato un po' in tutto il mondo, ovunque sia insediata una comunità di emigranti irlandesi ma anche chi non ha antenati irlandesi diventa “Irlandese per un giorno”: si mangiano pietanze irlandesi e colorate di verde e si bevono bevande irlandesi con particolare riguardo alle stout.
La festa viene celebrata il 17 marzo quale giorno presunto della morte del Santo, eppure per la verità non si conosce nemmeno con certezza l'anno della sua morte, (intorno al 461 d.C.), figuriamoci il giorno! Più in generale la festa è vicina all'equinozio di primavera, come se la figura del Santo e la tradizioni druidiche (simboleggiate dal trifoglio) fossero unite senza soluzione di continuità.
Il calendario dei santi festeggia in questo periodo anche San Giuseppe (19 marzo) e così in molte località dove la presenza di comunità di immigrati italiani è molto forte, la festa di San Patrizio si prolunga fino al 19 marzo con canti e falò propiziatori.
Siamo in pieno digiuno quaresimale (per i cattolici) ma per gli Irlandesi il 17 marzo è un giorno esentato!

ST PATRICK WAS A GENTLEMAN

Risultato immagini per SAINT PATRICK E IL COLORE VERDE: UN BLU VIRATO IN VERDE

E' opinione comune che San Patrizio (385/390(?)-461) sia stato il primo evangelizzatore d'Irlanda, così in una canzoncina dal titolo "St Patrick was a gentleman", ci si sforza di dimostrare le origini irlandesi di Patrizio, del quale per la verità non conosciamo nemmeno il vero nome (alcuni studiosi ritengono si chiamasse Maewyin Succat); molto probabilmente i suoi genitori erano due patrizi romani di religione cristiana che vivevano in Inghilterra o forse in Scozia. Era quindi un britanno per come lo si intendeva in quei tempi cioè un celta romanizzato (nell'estremo nord dell'isola vivevano gli irriducibili Picti). All'epoca le popolazioni germaniche degli Angli, dei Sassoni e Iuti invadevano e saccheggiavano l'isola spartendosene il territorio, mentre ai Britanni rimasero le terre del Galles e della Cornovaglia.
Il ragazzo venne rapito dai predoni irlandesi che razziavano le coste, venne tratto in schiavitù e cresciuto in Irlanda come pastore; in quei sei anni imparò il gaelico irlandese che gli sarà molto utile in futuro.

PATRIZIO E I DRUIDI

Patrizio riuscì a fuggire e a sbarcare in Gallia dove, pieno di fervore religioso, studiò teologia. Fu appunto in Francia che venne ordinato sacerdote e prese il nome di Patricius. Non è ben chiaro se fosse assurto fino alla carica di Vescovo, ma in ogni caso nel 432 o 433 andò in Irlanda per evangelizzare le tribù celtiche all'epoca ancora seguaci del druidismo e della religione animista.
L'iconografia ci restituisce l'immagine di un vecchio druido dallo sguardo mite con tanto di mitra vescovile e bastone pastorale.
Secondo la leggenda San Patrizio scacciò tutti i serpenti dall’isola costringendoli a gettarsi in mare dove affogarono. Il serpente in realtà era l'antica religione druidica apparentemente sconfitta dalla predicazione di un solo evangelizzatore, anche se carismatico! Religione druidica estirpata da Patrizio per modo di dire, perchè le conversioni all'epoca avvenivano in base al credo dei capi e quindi solo nominalmente anche tutti i loro sudditi diventavano cristiani. Ma il processo di conversione in Irlanda probabilmente era già iniziato prima dell'arrivo di San Patrizio e sicuramente fu la "perseveranza" della Chiesa a trasformare nel tempo gli irlandesi in cattolici. Fu appunto in epoca medievale che l'agiografia si piccò nel voler dimostrare le gesta eroiche del Santo, che da solo, con la forza della sua fede, sconfisse i Druidi!

PATRIZIO E L'IRISH PRIDE



Come sia andata nel Medioevo (conversione istantanea o lungo processo di cristianizzazione) possiamo affermare che nel 1700 la figura di San Patrizio e la sua festa divennero l'espressione di una orgogliosa rivendicazione di irlandesità -irish pride- unitamente religiosa ed etnica, contro l'oppressione inglese. La festa è stata canonizzata ufficialmente nel Seicento anche se era già celebrata nel X secolo. La prima sfilata si è tenuta però in America, il 17 marzo 1762, i soldati irlandesi hanno marciato in parata con la loro musica e da allora sono sorte numerose associazioni "Irish Aid" confluite poi nel 1848 in un'unica organizzazione dedicata alla Parata di San Patrizio (quella di New York è rimasta la più grandiosa sfilata sia per il numero di partecipanti che di pubblico che di durata - più di cinque ore). La sfilata era vissuta come segno di protesta da parte della comunità irlandese di New York che veniva trattata con disprezzo dagli "americani" di origine protestante (No Irish Need Apply era un insegna che si poteva vedere appesa alle vetrine dei negozi) ed è finita per diventare una importante vetrina politica a causa del grande numero di immigrati.

COME SI FESTEGGIA

Detta affettuosamente Paddy’s Day la festa può durare fino a una settimana ed ha come tema unificante il colore verde in omaggio all’Isola Smeraldo: si indossa qualcosa di verde, si mangia qualcosa di verde e si beve qualcosa di verde.
In particolare sui vestiti sboccia il trifoglio, emblema della festa, fiumi e fontane si colorano di verde (dalla più famosa fontana della Casa Bianca a Washington al fiume di Chicago), si organizzano interminabili cortei carnevaleschi e parate, si susseguono spettacoli e concerti, si ammirano i fuochi d’artificio… e ovviamente si canta, si balla e si ascolta musica irlandese!!!
ESCAPE='HTML'

SAINT PATRICK E IL COLORE VERDE: UN BLU VIRATO IN VERDE



Il colore di San Patrizio era inizialmente il blu (essendo il colore nazionale dell'Irlanda) nella sua sfumatura "San Patrizio"; eppure già nel Seicento il trifoglio inizia ad essere associato alla festa: dal trifoglio al colore verde il passo è breve e i ribelli irlandesi del 1798 sventolano al cielo bandiere verdi. Che Patrizio spiegasse il mistero della Trinità riferendosi al trifoglio è tuttavia una leggenda dalle origini medievali più che un dato storico. (vedi)

IL BLU
Nella mitologia irlandese la sovranità dell'Irlanda è rappresentata da una donna in abiti blu (così ad esempio quando Enrico VIII si dichiarò re d'Irlanda esibì sullo stemma un'arpa d'oro in campo azzurro.

IL VERDE
Possiamo affermare che già nel 1600 gli irlandesi avevano la consuetudine di portare croci e trifogli nella festa di San Patrizio (come riportato nel diario da Thomas Dinely alla data del 17 marzo 1681) e che furono i ribelli repubblicani del 1798 a issare bandiere verdi nella loro lotta per l'indipendenza dell'Irlanda.Forse era una specie di colore in codice che usavano tra loro e così "the wearingof the green" finì per essere sinonimo di ribelli (un colore in qualche modo associato anche a San Patrizio e quindi alla fede cattolica)

Così nelle ballate fu tutto un inneggiare alla verde Irlanda e man mano dal 1800 in poi il blu nazionale diventò il verde nazionale (alcuni nel tentativo di un compromesso cercarono di definire il blu di San Patrizio un verde-blu…)

IL TRIFOGLIO EQUINOZIALE



"Shamrock" viene dal gaelico seamrog = “giovane trifoglio” che oggi è identificato con il "trifolium repens" caratterizzato da una abbondante fioritura, però estiva, di fiorellini bianchi (o rosa). Ma la parola un tempo stava a indicare una più ampia varietà di trifogli: alcuni ritengono che il trifoglio dei Druidi fosse la varietà Medicago lupulina (in inglese nonsuch) dai fiorellini gialli simili a quelli del luppolo, un erba medica ideale foraggio dalla ripresa primaverile per i pascoli. Mentre un'altra varietà sempre primaverile è l'acetosella dai fiorellini bianco con venature rosate che veniva utilizzata nel Medioevo anche come alimento. Del resto la festa di San Patrizio è un chiaro tentativo di cristianizzare una tradizione irlandese più antica che si celebrava nei pressi dell'equinozio di primavera e quindi molto più probabilmente il trifoglio dei Druidi doveva essere della varietà a fioritura primaverile.

Pianta sacra ai Druidi, simbolo dell'equinozio di primavera, in grado di rivelare gli spiriti malvagi, ancora oggi il trifoglio avverte quando una tempesta è in arrivo (l'acetosella piega le foglie verso il basso). Tuttavia per i Druidi il suo simbolismo era legato al sacro numero tre, rappresentazione della "Triplice Dea" ovvero la Madre nelle sue tre manifestazioni.

Il simbolo viene "riciclato" nel Medioevo per spiegare la triplice natura divina del Dio Cristiano ma è con l'irish pride che si afferma l'equazione San Patrizio-trifoglio: Thomas Dinely scrive nel suo diario alla data del 17 marzo 1681 che gli Irlandesi per festeggiare San Patrizio indossano croci e trifogli, così la canzone "The Wearing of the Green" iniziò a circolare per le strade in forma anonima nel 1798, all'epoca della Ribellione irlandese.

IL LEPRECAUNO


Ad aprire le sfilate l’immancabile maschera del Leprecauno, di verde vestito, prototipo del folletto bonaccione o dispettoso a seconda dell’umore. Il Leprecauno è il folletto per antonomasia nella tradizione irlandese, soggetto di innumerevoli racconti, leggende e canzoni, eccellente violinista (si dice che abbia insegnato a suonare il violino ai più grandi musicisti irlandesi e italiani); così come ama la musica e la danza, egli incarna anche i vizi del popolo irlandese: gran bevitore di birra e whisky, estimatore di tabacco e fumatore di pipa. 

Il Festival più grandioso si celebra a DUBLINO e si svolge durante un’intera settimana, attirando un pubblico internazionale sempre maggiore. Anche la sua parata ha superato in spettacolarità quella di New York. Un’ottima occasione per visitare l’Irlanda.



(Cattia Salto)
FONTE

venerdì 6 marzo 2020

Bisonte: Animale Totem


Bisonte Animale Totem
Simbolo di Wakan Tanka. Insegna che l’abbondanza esiste in ogni cosa, quando la si sa rispettare.
Il bisonte è uno degli animali totem. Ci insegna che la tenacia è fondamentale per raggiungere gli obiettivi, che la natura deve essere rispettata e con essa dobbiamo vivere in armonia. E’ la forza e la grinta, l’abbondanza  e la prosperità. 
Il bisonte è uno dei più importanti Animali Totemn ella cultura degli Indiani d’America. Questi bellissimi e imponenti animali hanno come habitat naturale proprio il Nord America. Erano così abbondanti sul territorio, si parla di milioni di esemplari, che i Pellerossa credevano di poter vivere in abbondanza per sempre.

Del bisonte non buttavano via niente. Si sfamavano con la sua carne e si riparavano dal freddo con la sua pelliccia, le ossa venivano usate per costruire gli utensili e il grasso per poter far luce.
Il grande bisonte bianco è associato a Wakan Tanka, il Grande Spirito. Sacro non solo per gli Uomini Medicina ma per tutto quanto il popolo.
La storia del popolo la conosciamo. L’arrivo dell’uomo bianco ha messo freno a questa abbondanza. Gli europei iniziarono a cacciare i bisonti in modo spietato. Mentre i Pellerossa cacciavano per necessità, gli europei lo facevano per divertimento.


Il Bisonte tuttavia sia un animale totem tenuto in estrema considerazione ,astrologicamente,essi non viene accostato ad alcuna data,tutti coloro che lo vogliono,aldilà della loro data di nascita possono sceglierlo come animale totem,se in essi si rispecchiano.

Il bisonte ha preso presto il significato ben preciso di abbondanza. Ma anche forza e stabilità per la sua imponente massa. Di gratitudine e protezione, coerenza e prosperità. Nonostante la simbologia del bisonte è strettamente legata alle credenze dei nativi, non sono stati gli unici a riconoscerlo come animale sacro. Sia in Cina che in India infatti, è considerato simbolo della forza interiore e della determinazione necessaria per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo.

Animale totem:
Il Bisonte
Per gli Indiani d’America il Bisonte Bianco è Wakan Tanka e perciò estremamente sacro. Quando un bisonte appare in sogno, significa che il Grande Spirito ci sta trasmettendo un messaggio. Quando invece compariva dopo un rito o una preghiera collettiva, stava a indicare che la richiesta era stata ascoltata e sarebbe stata esaudita.
La sua presenza ancora oggi è particolarmente apprezzata in qualsiasi circostanza dai nativi americani.
Questo animale totem incarna il soprannaturale. E’ il sacro bufalo che donava la sua vita per permettere all’uomo di vivere. Il messaggio dell’animale è che tutto è presente in abbondanza se siamo capace di rispettarlo e accettarlo in modo autentico, senza pretese ma con riconoscenza.
Il Bisonte ci insegna a rispettare la vita e i cicli della natura, ad agire per necessità e non per schiacciare il prossimo. Dobbiamo imparare a essere connessi con la natura, senza nuocere ingiustamente ed egoisticamente agli altri.

Il bisonte e la Sacra Pipa
Della sacra pipa parlerò in un articolo a parte e completamente dedicato. Dovete sapere però che in una leggenda dei nativi americani la sacra pipa e il bisonte sono collegati. Una femmina di bisonte bianco un giorno andò dagli uomini con un dono. Porto la pipa sacra, attraverso la quale doveva essere usato il tabacco con dentro racchiuse le forze della natura. In questo modo il popolo poteva rendere note agli spiriti le proprie preghiere e vederle così esaudire.
Curiosità sul bisonte
Esistevano sei specie di bisonti, oggi sono rimasti solo il bisonte americano e il bisonte europeo ma in realtà, sono solo due differenti forme di una specie. I fossili più antichi sono datati a 50/60 milioni di anni fa.

Significato simbolico totem Bisonte
A parte il mammut, il bisonte è uno degli animali mammiferi più titanici con un  peso che può arrivare a più di una tonnellata: il bisonte è un animale che colpisce se incontrato id persona, basti vedere la sua sicura solidità che trasmette, la potenza che emana al solo vedersi l'aria uscirgli dalle narici, la grandezza dell'animale in particolare quando esso sorge da una montagnola di neve cristallina. E' in assoluto il totem animale per eccellenza dei nativi americani, dopotutto indicava il Dio supremo con Wakan Tanka il sacro Bisonte bianco, ed anche il più venerato, in particolare dalle tribù native del nord delle pianure americane.

Significato simbolo Bisonte
Gli attributi principali del Bisonte sono:

 Fornire cibo e protezione
    Gratitudine
    Abbondanza
    Coerenza
    Forza
    Stabilità
    Benedizione
    Prosperità

L'immagine del Bisonte è un forte richiamo al Tutto, all'intreccio ramificato e stretto che esiste tra tutti gli esseri viventi che vivono in simbiosi l'uno con l'altro, in una natura dove la morte di uno è la sopravvivenza di un altro, ma sempre nel pieno rispetto della vita anche se la cosa sembra contraddirsi.


Simbolo di Wakan Tanka
Rispettare la vita non significa non uccidere se si ha necessità, di cibo, vestiti o per difendersi, rispettare la vita secondo il grande Bisonte totem significa seguire i cicli della natura, agire in accordo con essa e non inventarsi regole astruse per sentirsi superiori quando invece si sta attuando un comportamento innaturale come chi si critica (vedi molti vegetariani e tutti i vegani che vogliono giudicare gli altri per una differenza di dieta non pensando che loro stessi si stanno proibendo di vivere secondo le regole che la natura stessa ha dettato). tattoo bisonte americano su braccio. Per i nativi americani il bisonte bianco è considerato ancora oggi estremamente santo e sacro poiché egli è nella nostra coscienza, durante i nostri sogni, la nostra ricerca di visione o anche durante le escursioni, ciò indica una grande promessa di assistenza che il totem del bufalo ci fa oltre che un segno di prosperità nel caso lo si veda nei "luoghi" acconci. In una leggenda dei nativi americani il bisonte è associato alla pipa sacra, al tabacco e al fumo che danno potere al totem sacro. Come racconta la leggenda la donna del Bisonte Bianco apparve ai Lakota tempo fa, impartì la sua saggezza e le conoscenze sull'agricoltura, ma ancora più importante offrì la sua conoscenza sull'universo.

In molti sono stati i nativi americani che hanno cercato di ricordare agli altri uomini come la semplice presenza dell'essere umano abbia un impatto notevole sui cicli e la vita della natura e di come la società bianca stia letteralmente uccidendo sé stesso agendo negativamente sugli equilibri del Tutto per il solo scopo di fare soldi. Il bisonte ci ricorda questo ovvero sentirsi sempre connessi con tutte le creature prima di decidere di fare qualcosa nella nostra vita per verificare se le nostre decisioni possano andare a nuocere altre vite, poiché nuocendo ad altri stiamo nuocendo a noi stessi, esattamente come uccidendo la natura stiamo uccidendo noi stessi e la nostra razza, insieme alle altre.

Il bisonte inoltre rappresenta l'abbondanza, preghiera, gratitudine. Aiuta a rallentare e ad entrare in contatto con sacralità della Terra. Nutre un senso di fratellanza e la consapevolezza che siamo tutti parte di un Piano Divino. Dà un senso di profondo radicamento ed incoraggia la quiete interiore, la calma e la contemplazione.

Sono le di

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche

Le feste celtiche