argomenti

domenica 31 gennaio 2021

Imbolc: Rituali Tradizionali e Simbolismi legati alla Dea Brigid- (3a parte)


Imbolc: Rituali Tradizionali e Simbolismi legati alla Dea Brigid

 Il 1° e il 2 Febbraio si svolge il Sabba dedicato alla DEA BRIGID. LA TRIPLICE DEA DEL FUOCO PROTRETTRICE E PATRONA DEI POETI,DEI GUARITORI,E DEI FABBRI.COLEI CHE DETIENE IL SACRO FUOCO DELLA PURIFICAZIONE.


Nell’Europa Celtica, a Imbolc, la prima festa dell’anno, durante la quale si celebrava la fine del gelido Inverno, e l’inizio della Primavera si rendeva omaggio a Brigid, La Triplice Dea del Fuoco.
Brigid, è una delle più importanti Dee irlandesi, tanto che, nell'aspetto di Santa Brigida di Kildare, rimane ancor oggi la protettrice d'Irlanda.
Nella Tradizione Celtica Brigid, (o anche Brigii, Bridgit, Brig, Bridget, Brighid, nomi che cambiavano a seconda della zona compresa tra Irlanda, Scozia, Bretagna e Galles) veniva descritta come figlia del Dio Dagda e di Morrigan, sorellastra di Aengus,il DIO CELTICO DELL’AMORE,e rappresentata come una giovane donna,una guerriera che,ha raggiunto un perfetto equilibrio tra la femminilità e il potere. Il suo nome significa “LUMINOSA” Essa vieniva festeggiata il 1° Febbraio, a Imbolc,festa in cui si celebrava la fine dell’Inverno e l' arrivo della primavera.
Identificata come “LA TRIPLICE DEA” ma non in quanto fanciulla-madre-crona, bensì perché patrona delle Tre Arti: Guarigione, (aspetto questo che, la legava ai guaritori, Ispirazione, (che invece la legava ai poeti, e la Forgiatura, (che invece la legava ai fabbri)
Da notare come tutte e tre le arti traggano origine dall’azione del fuoco, il fuoco dell’ispirazione, il fuoco che forgia il metallo, il fuoco che guarisce,ma anche il fuoco della purificazione
E’ quindi il fuoco l’elemento che più di tutti si accosta alla Dea Brigid, infatti la radice “BREO” (FUOCO) sta appunto ad indicare il fuoco della fucina che si univa a quello dell’ispirazione artistica e dell’energia guaritrice.
Brigid è quindi la patrona delle arti e dei mestieri, entrambi simboleggiati dal fuoco che, la Dea tiene in mano in forma di torcia o come fiamma sopra la propria testa, e in quanto celebrata durante la festa di fine inverno le sue caratteristiche sono legate alla terra Irlandese che mostra i suoi verdi prati in occasione del disgelo.
Sotto legida di Brigit erano quindi i misteri druidici della guarigione, e di questo sono testimonianza le numerose “sorgenti di Brigit”. Diffuse un po’ ovunque nelle Isole Britanniche, alcune di esse hanno preservato fino ad oggi numerose tradizioni circa le loro qualità guaritrici. Ancora oggi, ai rami degli alberi che sorgono nelle loro vicinanze, i contadini appendono strisce di stoffa o nastri a indicare le malattie da cui vogliono essere guariti.
La tradizione cristiana in Irlanda non poté cancellare la forte devozione verso gli antichi Dei, perciò ne assorbì le caratteristiche.
Cristianizzata come Santa Bridget o Bride, come viene chiamata familiarmente in gaelico, essa venne ritenuta la miracolosa levatrice o madre adottiva di Gesù Cristo e la sua festa si celebra appunto l’1 febbraio, giorno di Santa Bridget o Là Fhéile Brfd.
Riguardo questa santa, di cui è tanto dubbia l’esistenza storica quanto certa la sua derivazione pagana, si diceva che avesse il potere di moltiplicare cibi e bevande per nutrire i poveri, potendo trasformare in birra perfino l’acqua in cui si lavava!
A Santa Bridget fu consacrato il monastero irlandese di Kildare, dove un fuoco sacro in suo onore, il FUOCO DELLA PURIFICAZIONE era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove monache. Ogni suora a turno vegliava sul fuoco per un’intera giornata di un ciclo di venti giorni; quando giungeva il turno della diciannovesima suora ella doveva pronunciare la formula rituale “Bridget proteggi il tuo fuoco. Questa è la tua notte”. Il ventesimo giorno si diceva fosse la stessa Bridget a tenere miracolosamente acceso il fuoco. Il numero diciannove richiama il ciclo lunare metonico che si ripete identico ogni diciannove anni solari.
Inutile ricordare come questa usanza ricordasse il collegio delle Vestali che tenevano sempre acceso il sacro fuoco di vesta nell’antica Roma, ma più probabilmente la devozione delle suore di Kildare si ricollega alle Galliceniae, una leggendaria sorellanza di druidesse che sorvegliavano gelosamente il loro recinto sacro dall’intrusione degli uomini e i cui riti furono mantenuti attraverso molte generazioni.
Allo stesso modo, nel monastero di Kildare solo alle donne era concesso di entrare nel recinto dove bruciava il fuoco, che veniva tenuto acceso con mantici, come ricorda Geraldo di Cambria nel 120 secolo. Il fuoco bruciò ininterrottamente dal tempo della leggendaria fondazione del santuario, nel 60 secolo, fino al regno di Enrico VIII, quando la Riforma protestante pose fine a questa devozione più pagana che cattolica.

Riti tradizionali di Imbolc, e simbolismi legati alla Dea Brigid 

La Bambola di Brigid

I riti di Brigid celebrati a Imbolc ci sono stati tramandati dal folklore scozzese e irlandese.
Durante la festa celebrata in onore a Brigid nelle Isole Ebridi (che forse devono il loro nome proprio a Brigit o Bride) le donne dei villaggi si radunavano insieme in qualche casa e preparavano un’ immagine dell’antica Dea, la vestivano di bianco, dopodiché ponevano un cristallo sulla posizione del cuore.

La Croce di Brigid

Altra usanza rituale simbolica riguardava la preparazione di una croce, la famosa CROCE DI BRIGID

Per proteggere la casa dai fairies (gli spiriti maligni) in Irlanda si fabbricava un amuleto-talismano in giunco, con dei rametti o paglia, è una croce,la famosa CROCE DI BRIGID, a quattro bracci con un nodo vincolante centrale, che agisce come una barriera che protegge dagli spirito del male. Nella forma più semplice si realizza un unico nodo centrale in quella più complessa dopo aver realizzato il primo nodo semplice si prosegue con la tecnica dell'intreccio continuando ad aggiungere gli steli (in genere a gruppi di tre) sia a destra che a sinistra e in alto e in basso.
La figura della ruota solare (che è simbolo appropriato per una divinità del fuoco e della luce); lo stesso giorno vengono bruciate le croci preparate l’anno prima e conservate fino ad allora.

Dopodiche viene recitata questa formula:

“Che la benedizione della luminosa Brigid sia su questa croce, su questa casa in cui è appesa e su chiunque la veda”…

La fabbricazione delle croci di Brigit deriva forse da un’antica usanza precristiana collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina.

Il Letto di Bride

In Scozia invece,la vigilia di Santa Brigid le donne vestivano un fascio di spighe di avena con abiti femminili e lo deponevano in una cesta, che chiamavano IL LETTO DI BRIGID, CON A FIANCO UN BASTONE DI FORMA FALLICA,poi gridavano per tre volte “Brid è venuta, Brid è benvenuta!”, indi lasciano bruciare torce e candele vicino al “letto” tutta la notte.
Se la mattina dopo trovavano l’impronta del bastone nelle ceneri del focolare, ne traevano un presagio di prosperità per l’anno a venire. Il significato di questa usanza è chiaro: le donne preparavano un luogo per accogliere la Dea e invitano allo stesso tempo il potere fecondante maschile a unirsi a lei. Anche nell’isola di Man veniva compiuta una cerimonia simile, chiamata Laa’l Breesley. Nell’Inghilterra del Nord, terra dell’antica Brigantia, la ricorrenza veniva denominata “Giorno delle Levatrici”.

Il Mantello di Brigid

Altra usanza ancora riguardava il MANTELLO DI BRIGID
che riguardava la creazione di, una striscia di stoffa che si lasciava fuori nella notte della festa per assorbire il potere della Dea e che veniva poi utilizzata sia come protezione che nei rituali di guarigione.
Pratica a cui seguiva un’invocazione


Brigida dal mantello, avvolgici,
signora degli agnelli proteggici,
custode del focolare, illuminaci,
sotto il tuo manto raccoglici
e rendici alla memoria

Questi oggetti simbolici, confezionati con materiale vegetale, ci ricordano tra l’altro che la luce ed il calore sono indispensabili alla vegetazione che si rinnova in continuazione, anno dopo anno. Le spighe di avena (o grano, orzo, ecc.) usate per fabbricare le bambole di Brigit, provengono dall’ultimo covone del raccolto dell’anno precedente. Questo ultimo covone, in molte tradizioni europee è chiamato la Madre del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.) e la bambola propiziatoria confezionata con le sue spighe è la Fanciulla del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.). Si credeva cioè che lo spirito del cereale o la stessa Dea del Grano risiedesse nell’ultimo covone mietuto: come le spighe del vecchio raccolto sono il seme di quello successivo, così la vecchia divinità dell’autunno e dell’inverno si trasformava nella giovane Dea della primavera, in quella infinita catena di immortalità che è il ciclo di nascita, morte e rinascita. E Brigit rappresenta appunto la giovane Dea della primavera.

I Carmina Gadelica, una raccolta di miti, proverbi e poemi gaelici di Scozia, raccolti e trascritti alla fine dell’800dal folklorista scozzese Alexander Carmichael, riportano la seguente filastrocca:

“La mattina del Giorno di Bride
Il serpente uscirà fuori dalla tana
Non molesterò il serpente
Né il serpente molesterà me”

Il serpente appare come uno degli animali-totem di Brigit. In molte culture il serpente o drago è simbolo dello spirito della terra e delle forze naturali di crescita, decadimento e rinnovamento.
Nel giorno di Bride il serpente si risveglia dal suo sonno invernale e i contadini ne traevano il presagio della fine imminente della cattiva stagione. Il serpente è uno dei molti aspetti dell’antica Dea della terra: la muta della sua pelle simboleggia il rinnovamento della Natura e anche la sua dualità.

Infatti in gaelico “neamh” (cielo) è simile a “naimh” (veleno), provenendo entrambi dalla radice “nem”. La Vecchia Dea e la Giovane Dea sono la stessa persona! (nelle fiabe l’eroe che coraggiosamente bacia una vecchia megera si ritrova di fronte una bellissima fanciulla…)

Così da noi "i giorni della merla" sono per tradizione i giorni più freddi dell’anno e si ricavano pronostici: se i giorni della merla sono davvero freddi, la Primavera sarà bella; se sono caldi, la Primavera arriverà in ritardo. I giorni della merla non sono però ben delimitati possono essere gli ultimi tre giorni di Gennaio ma anche i primi tre di Febbraio. Ipotesi astruse e leggende sono sorte per giustificare il proverbio, la più diffusa risale al Medioevo e spiega il colore della livrea grigio cenere della merla (che si è sporcata con la fuliggine del camino dentro cui era riuscita a ripararsi per sopportare il gelo

Una leggenda

Un antico codice irlandese, il Libro di Lisrnore, riporta una curiosa leggenda. Si narra che a Roma i ragazzi usavano giocare ad un gioco da tavolo in cui una vecchia megera liberava un drago mentre dall’altra parte una giovane fanciulla lasciava libero un agnello che sconfiggeva il drago. La megera allora scagliava un leone contro la fanciulla, la quale però provocava a sua volta una grandine che abbatteva il leone. Papa Bonifacio, dopo aver interrogato i ragazzi e aver saputo che il gioco era stato insegnato loro dalla Sibilla, lo proibì.

La megera non è altro che la Vecchia Dea dell’Inverno sconfitta dalla Giovane Dea della Primavera. Essendo questa leggenda stata raccolta in un ambito culturale celtico, si può supporre che la Vecchia altri non era che la Cailleach a cui si contrappone Brigit. Il riferimento all’agnello è un altro simbolo del periodo di Imbolc, anche se i commentatori medievali lo considerarono l’emblema di Gesù Cristo.

In realtà è la Vecchia Dea che si rinnova trasformandosi in Giovane Dea, così come il Vecchio Grano diviene il nuovo raccolto.


fonti: Il Cristianesimo celtico e le sue sopravvivenze popolari, Jean Markale http://ontanomagico.altervista.org/imbolc.htm http://ontanomagico.altervista.org/giorno-orso.htm http://terreceltiche.altervista.org/straw-bear-day/ http://terreceltiche.altervista.org/the-frost-is-all-over/ pagina calendario pagano miti e leggende del mondo celtico http://www.sacred-texts.com/neu/celt/cg1/cg1074.htm

Nessun commento:

Posta un commento