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martedì 12 maggio 2020

Pixie

Pixie

Il Pixie è una tipologia di Folletti così detti "Folletti del Bosco" tipica della tradizione britannica.Di indole particolarmente irascibile,e scontrosa,ma,fondamentalmente buona e burlona,i Pixie sono solitamente descritti come piccoli esseri,minuti,agili,che abitano i boschi inglesi.Hanno  una testa molto voluminosa,folta capigliatura,rosso ocra,possiedono occhi molto grandi,leggermente strabici e fosforescenti,naso alla francese,bocca larga e carnosa,e piccole orecchie a punta.
Spesso indossano vestiti verdi,per lo più composti da foglie intrecciate l'una all'altra,e sulla testa portano dei cappelli a punta,fatti con piccoli rami d'alberi.
Altri racconti invece li vedono rappresentati come creature molto belle,dai lineamenti delicati e fanciulleschi,altri invece li attribuiscono il carattere di un puledro,altri ancora che avessero delle caratteristiche in comune con le capre,e ancora altri li confondevano addirittura con le fate.

 A parte le specie più elevate di Pixie, la maggior parte può essere descritta generalmente come secca e ossuta, il cui sesso a volte è impossibile da distinguere. Il loro viso ha forma di cuore, o molto spigoloso, il loro corpo è descritto da linee dritte e hanno una corporatura tozza, specialmente quelli più affini agli alberi e alla terra, mentre i Pixie dell'Aria o dell'Acqua paiono fragili e più effimeri. Hanno dimensioni piuttosto varie, da alcuni centimetri per gli abitanti degli Alberi fino a raggiungere l'altezza di un bambino.

Su di loro si dice che generalmente evitino gli altri esseri fatati e la razza umana,che si commuovano quando ascoltano canzoni d'amore,e che siano molto golosi di latte di pecora,ma all'occorrenza,si nutre di tutto ciò che riesce a trovare,o a rubare da dispense,orti e frutteti,durante l'estate invece,ama nutrirsi esclusivamente dei mirtilli alla panna del Devonshire.
Una sua particolarità dispettosa è che,pare si diverta a far smarrire la strada ai viaggiatori che incontra sul suo cammino,ma una leggenda racconta che,se un viandante voleva sfuggire ai dispetti del Pixie,durante il suo viaggio,doveva indossare la giacca al contrario,così riusciva ad evitare di cadere nelle sue burle.

Etimologia ed origine

L'origine del nome Pixie è incerta. Alcuni pensano provenga dal dialettale svedese Pyske, ovvero Piccola Fata; altri non concordano con questa tesi, sostenendo che data l'origine cornovalese della parola Piskie, questo è probabilmente di derivazione celtica, anche se non è stato individuato l'esatto termine dal quale Pixie dovrebbe derivare.
Sebbene sembra fossero presenti nella mitologia fin da prima dell'arrivo del Cristianesimo in Gran Bretagna, i Pixie entrarono in questa religione con la spiegazione che erano le anime di bambini morti prima di essere battezzati.
Nel 1869 alcuni suggerirono che il nome Pixie fosse una reminiscenza razzista delle tribù Pitte, che usavano dipingere/tatuarsi di blu, una caratteristica spesso attribuita anche ai Pixie. Sebbene questa idea sia talvolta ripresa da scrittori contemporanei, non ci sono connessioni certe e la derivazione etimologica è incerta.
Alcuni ricercatori del diciannovesimo secolo hanno elaborato altre ipotesi sulla derivazione del nome, o connesso il termine a Puck, una creatura mitologica a volte descritta come una Fata, ma il nome Puck è anch'esso di origine incerta.
Fino all'avvento di racconti moderni, il mito del Pixie era localizzato in Bretagna. Alcuni hanno notato alcune rassomiglianze alle "Fate Nordiche", le Fae Germaniche o Scandinave.

Prima della metà del diciannovesimo secolo, Pixie e fate erano tenute in gran considerazione in Devon e Cornovaglia. I libri dedicati alle credenze locali dei contadini sono pieni di incidenti dovuti a manifestazioni di Pixie. Alcune località devono il loro nome al mito dei Pixie: ad esempio in Devon, vicino a Challacombe, un gruppo di rocce deve il suo nome alla credenza che i Pixie abitino lì vicino. In alcune aree la credenza che Pixie e fate siano creature reali è ancora presente.
Nelle leggende provenienti da Dartmoor si dice che i Pixie si camuffino da mucchi di stracci per adescare i bambini. I Pixies di Dartmoor sono amanti della musica e del ballo e amano cavalcare i puledri del paese. Questi Pixie sono generalmente amichevoli e aiutano gli esseri umani, a volte aiutando vedove bisognose o altre nei lavori domestici. Comunque non sono totalmente benigni, in quanto hanno anche la reputazione di portare i viandanti fuori strada (e così il viandante diviene "Pixy-led", ovvero "guidato da un Pixie", l'unico rimedio per il quale consiste nell'indossare al contrario, con l'interno all'esterno, il proprio cappotto).
La regina dei Pixie della Cornovaglia pare sia Joan the Wad ("Giovanna la Torcia"), considerata molto fortunata. Nel Devon, i Pixie sono considerati "così piccoli da essere invisibili e innocui o amichevoli per l'uomo".
In alcune leggende e resoconti storici sono descritti con una statura quasi pari a quella di un umano. Per esempio, un membro della famiglia Elford a Tavistock, Devon, si nascose dalle truppe di Cromwell nella casa di un pixie. Nonostante l'entrata sia rimpicciolita col passare del tempo, la casa Pixie, una caverna di formazione naturale sullo Sheep Tor, è ancora accessibile.
Si dice anche che a Buckland St. Mary, nel Somerset, i Pixie abbiano combattuto contro le fate: e proprio per aver vinto ancora oggi visitano l'area, mentre le fate si dice se ne andarono per sempre dopo la loro sconfitta.
Fin dai primi anni del diciannovesimo secolo i loro contatti con gli umani sono diminuiti. Nel libro del 1824 Cornwall di Samuel Drew, troviamo questa osservazione: "L'era dei Pixie, come fu quella della cavalleria, è finita. Al giorno d'oggi non ci sono molte case che si dica siano visitate da questi. Persino i campi e le strade che prima frequentavano spesso sembra siano state dimenticate. La loro musica può essere udita molto raramente."

Giornata dei Pixie

La celebrazione della Giornata dei Pixie (Pixie Day) è una vecchia tradizione che ha luogo ogni anno in giugno nella città di Ottery St. Mary, nell'East Devon. La festa si basa su una leggenda secondo la quale i Pixie furono banditi dalla città a una grotta là vicino, conosciuta come 'Salone dei Pixie' (Pixie's Parlour).
La leggenda risale ai primi anni del Cristianesimo, quando il vescovo locale, avendo deciso di far costruire una chiesa a Ottery St. Mary, ordinò un set di campane dal Galles e dispose che gli strumenti musicali fossero scortati da monaci durante l'intero tragitto. Venendo a conoscenza di questa cosa, i Pixie si preoccuparono molto, sapendo che le campane, una volta installate, avrebbero battuto le ultime ore del loro dominio su quelle terre. Così gettarono un incantesimo sui monaci, indirizzandoli dalla strada per Otteri a quella che portava alle scogliere di Sidmouth. Proprio quando i monaci stavano per cadere nel mare, uno dei monaci sbatté l'alluce su una roccia, ed esclamò "Dio benedica la mia anima": fu questa invocazione a rompere l'incantesimo. Le campane furono portate a Otteri e montate. In ogni caso, l'incantesimo dei pixie non fu rotto del tutto; ogni anno in un giorno di Giugno i Pixie escono allo scoperto e portano le campane nella loro caverna, da dove devono essere prese dal Vicario di Ottery St. Mary. Questa leggenda è re-inscenata ogni anno dai gruppi di Lupetti e Coccinelle del paese, con una speciale ricostruzione del 'Salone dei Pixie' nella piazza del paese, mentre la vera grotta è situata lungo le rive del Fiume Otter.

Nel 1890, William Crossing annotò la preferenza dei Pixie per parti di abiti eleganti: "Difatti, pare esista fra di loro una specie di debolezza per gli ornamenti e un pezzo di fiocco pare sia... altamente valutato da loro". ("Indeed, a sort of weakness for finery exists among them, and a piece of ribbon appears to be ... highly prized by them.") La mancanza di gusto estetico è stata presa da Rachael de Vienne, un moderno scrittore del genere fantastico, per indicare che i Pixie vanno generalmente in giro nudi, sebbene capiscano l'umano bisogno di coprirsi. Nel libro di de Vienne, la protagonista, una bambina pixie, si diverte a giocare con dei fiocchi fatti da lei con la camicia del padre.
Si dice anche che alcuni Pixie rubino i bambini o che portino i viaggiatori fuori strada. Queste usanze pare in origine fossero riferite alle fate e non ai Pixie; nel 1850, Thomas Keightley osservò che la maggior parte della mitologia Pixie potrebbe essere stata originata dai miti sulle fate. Si dice anche che i Pixie ricompensino chi si cura di loro e puniscano chi si comporta male, tesi per la quale Keightley fa degli esempi. Inoltre, con la loro presenza portano benedizione su chi è affezionato a loro.
I Pixie praticano l'equitazione per divertimento e annodano le criniere in grovigli inestricabili. Hanno fama di "grandi esploratori, conoscono le grotte dell'oceano, le fonti delle correnti e le insenature delle terre".
Alcuni credono che i Pixie abbiano origine umana, o che "facciano parte della natura umana", al contrario delle fate la cui mitologia fa risalire a forze immateriali e spiriti maligni. In alcune discussioni i Pixie sono presentati con creature senza ali e simili ai pigmei, anche se questa è probabilmente una recente aggiunta alla mitologia "classica".
Uno studente inglese prese il mito dei Pixie abbastanza sul serio da affermare che "i Pixie sono certamente una razza più piccola, e, dalla grande cupezza delle storie a loro proposito, credo che siano anche una razza più antica.




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