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Spiriti Oscuri della Cultura Celtica

Sluagh
Un’orda di spiriti maligni che volano in stormi come uccelli. Secondo le leggende irlandesi sono le anime di peccatori che cercano di portar via con loro altre anime. Vengono volando dall’ovest e perciò, quando qualcuno è sul punto di morire, bisogna chiudere le finestre del lato occidentale della casa; in questo modo l’anima del deceduto non viene catturata e può raggiungere il paradiso.

Fai attenzione quando cala la notte, quando gli Sluagh escono. Questi spiriti celtici che rubano l'anima vanno a cacciare in varie forme; forse appariranno come bestie malefiche, o forse pulluleranno come uno stormo di corvi. Qualunque apparenza adottino, hanno uno scopo terribile: divorare la tua anima.
È vero che spesso si dice che questi spiriti prendono di mira i deboli, depredano quelli che sono malati o muoiono. Ma anche lo Sluagh insegue l'apparentemente sano. Niente li attira come il dolore di un cuore triste.

Come puoi evitare le loro orribili grinfie? Tieni serrate le finestre e le porte e resta al buio. Oh, ed evita di dire il loro nome.

Sluagh oggi.

Secondo il folklore, nei tempi in cui streghe e fate percorrevano la Terra, c'erano anche fantasmi malvagi che avrebbero rubato le anime degli uomini. Una volta che il popolo celtico si convertì al cristianesimo, lo Sluagh si adattò ai tempi. I terribili spiriti demoniaci divennero le anime dei morti, che erano così malvagie da essere persino respinti dall'Inferno stesso.

Sono troppo cattivi per restare all'inferno

La tradizione degli Sluagh dipinge un ritratto di un'antica Terra che striscia con creature inumane. Demoni, streghe e fate vivevano al fianco dei mortali. Per quanto riguarda gli stessi Sluagh, erano anime malvagie - anime così oscure che erano state bandite dall'inferno. Furono condannati a vagare come qualcosa di non proprio vivente, non del tutto morto.

Prendono la forma di uccelli demoniaci

L'aspetto di Sluagh è roba da incubi. Gli spiriti assomigliano presumibilmente a giganteschi uccelli neri, ma con ali coriacee e zampe sfigurate. Persino il loro odore è vile, come carne putrefatta.
Quando le creature orribili trovano la loro preda, emettono uno strillo raccapricciante. È l'ultima cosa che le loro vittime ascoltano prima che le loro anime vengano strappate via.

Rubano le anime dei morenti

Le creature inseguono le persone mentre respirano l'ultimo respiro. Poi, proprio mentre la sfortunata vittima sta per perire, succhiano la sua anima indebolita e spariscono.
Per quanto riguarda l'anima, è destinata a volare per sempre all'interno del gregge oscuro dello Sluagh.

Cacciano in un gregge
In irlandese, " Sluagh " significa "ospite". Il nome si riferisce a come queste creature preferiscono cacciare: in un gigantesco stormo che cancella il cielo. Sopprimono la loro preda con letale determinazione

Nessuno è sicuro da loro
Le anime dei deboli e dei morenti rendono più facile la preda, ma nemmeno le persone sane sono al sicuro dallo Sluagh . I sentimenti di tristezza e angoscia attraggono le creature, come anche a dire il loro nome ad alta voce. E una volta che un individuo diventa un bersaglio, non può evitare il suo destino - cioè, a meno che qualcun altro non sia disposto a sacrificarsi agli spiriti temuti.

Se dici il loro nome, sei condannato

Si dice spesso che i nomi abbiano potere, e questo sembra essere il caso della storia di Sluagh. Si pensa che pronunciare il nome delle creature malvagie a voce alta li convochi direttamente a voi - e non se ne andranno finché non avranno reclamato un'anima.

Come proteggersi da uno Sluagh

Lo Sluagh può sembrare una forza terrificante e inarrestabile, ma secondo la leggenda, puoi difenderti con pochi semplici passi. Si ritiene che le creature volano da ovest, quindi le porte e le finestre che bloccano quella direzione dovrebbero bloccare il loro ingresso. Questo è particolarmente cruciale se qualcuno in casa è malato o sta morendo.
In alcune case è ancora praticata la tradizione di chiudere gli ingressi verso ovest.

Gli Sluagh conosciuti anche come The Souls Of Sinners (Le anime dei peccatori)

Nell'antica Irlanda, gli Sluagh erano conosciuti come spiriti maligni. Tuttavia, quando il cristianesimo è arrivato, la storia è cambiata. I missionari iniziarono ad adattare le tradizioni locali per diffondere meglio la loro religione. Quindi, piuttosto che gli spiriti oscuri, gli Sluagh divennero peccatori malvagi. La loro nuova identità ha aiutato a convincere i convertiti che le loro azioni sulla Terra avrebbero ripercussioni per le loro anime eterne.

Sono connessi alle antiche idee religiose

Alcune delle caratteristiche di Sluagh - come la sua capacità di volare e la sua connessione con l'anima immortale - appaiono di volta in volta in varie religioni.

Sia le credenze pagane che quelle cristiane sostengono che l'anima può elevarsi al di sopra della terra; l'aria è vista come più divina o ultraterrena, quindi è il dominio di cose che non sono del tutto umane. Molte fonti antiche si riferiscono anche alle anime che assumono le forme degli uccelli.


Sono accusati di morti inspiegabili
Nel 1900, gli Sluagh venivano accusati di morti inspiegabili. In Scozia, un bambino fu ritrovato morto, sul tetto di casa sua. La gente del posto attribuì tale morte ad uno Sluagh che una volta rapito il bambino dal letto in cui riposava ,lo portò su'nel cielo scuro,e una volta rubatogli l'anima,lo lasciò cadere nel vuoto,il bambino precipitò per poi finire sul tetto della casa dove abitava,e dove poi come già detto fu rinvenuto senza vita.raccogliendo lo sfortunato giovane e facendolo cadere dal cielo.
Oltre alle morti di bambini innocenti, gli Sluagh venivano accusati anche per la morte di criminali e vagabondi.

I Revenants

Nel folklore europeo i Revenats sono per lo più anime in pena, spiriti di persone decedute di morte violenta, (assassinate, o annegate) che, anche dopo la morte, per loro scelta continuano a vagare sulla terra tormentate dal dolore di non far più parte del mondo dei vivi.

Ma il termine Revenants-(letteralmente Redivivo) fa anche riferimento a quelle anime che tornano dal mondo dei morti perché richiamate dall’affetto dei loro cari che, non riescono né a dimenticarli né a smettere di piangere la loro prematura perdita.

Esse mantengono la loro forma materiale, la personalità e i sentimenti di quando erano in vita. E' una concezione materiale delle anime dei morti che si manifesta nelle credenze e usanze funerarie di buona parte d'Europa.

In francese la parola revenant (Redivivo) tuttavia, conserva un duplice significato quello primario è di “anima che torna dall’altro mondo in forma fisica”, l'altro è “fantasma o apparizione di un morto”.

Questi esseri quindi, possiedono una duplice natura. Si presentano o come entità corporee (con le stesse sembianze che avevano in vita, o con quelle di un animale, (spesso un corvo, un lupo, o un gatto) oppure incorporee come fantasmi.


In alcune tradizioni tuttavia i Revenants sono anime dannate come i vampiri e i non-morti,ovvero schiere infernali e demoniache.


Una leggenda irlandese riferisce che, tutte le persone morte durante l’anno tornavano sulla terra quando quest’ultimo volge agli sgoccioli sotto forma di spiriti maligni in cerca di nuovi corpi da possedere per l’anno successivo. Così nei villaggi, durante la notte del 31 ottobre, (notte che segna il capodanno celtico) si spegneva ogni focolare per scoraggiare tali entità, o più propriamente per espellere qualsiasi forza malvagia: una evidente testimonianza nel folclore di un antico rito del fuoco sacro delle popolazioni celtiche. Il Fuoco Sacro sull’altare del santuario era spento a Samain e poi riacceso il mattino seguente, e tutte le tribù celtiche riaccendevano il fuoco del Nuovo Anno da una sorgente comune, il Sacro Fuoco Druidico.

I Krampus: i diavoli del Natale

Nelle zone Alpine di cultura tedesca, quindi l’Alto Adige, l’Austria, la Baviera, ma anche in alcune zone del Friuli Venezia Giulia, accanto alla figura di “Nikolaus“, il nostro Babbo Natale, si accosta una bizzarra figura: il Krampus.
Questa figura dà l’avvio al periodo dell’Avvento e generalmente fa la sua comparsa la sera del 5 dicembre, il giorno prima della festa di San Nicola, accompagnandolo di casa in casa per portare i doni ai bambini.

MA COSA SONO I KRAMPUS?

Il Krampus, detto anche Diavolo di Natale, ha il compito di “punire i bambini cattivi“, ed è quindi da considerarsi come l’antitesi di Babbo Natale.

L’origine di questa figura si perde nelle nebbie del tempo, ma gli esperti tendono comunque ad associarla ai tanti riti pagani (più probabilmente celtici) dell’eterna lotta tra il bene e il male (San Nicolò e i Krampus, appunto) che sono stati adattati alla cristianità. Un’altra ipotesi è che sia una tradizione legata al Solstizio invernale.

Il nome Krampus deriva probabilmente dal bavarese “Krampn” (morto, putrefatto, passato), o dal tedesco Kramp (artiglio) anche se in Alto Adige e in Germania è conosciuto anche come Teufel (Diavolo).

TRA STORIA E LEGGENDA
Durante il periodo dell’Inquisizione il rito dei Krampus era stato proibito proprio per questa sua vicinanza all’oscurità e alla sua natura diabolica, tuttavia è sopravvissuto in alcune vallate molto remote.

La leggenda racconta che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei paesini di montagna si travestivano usando pellicce formate da piume e pelli e corna di animali.
Essendo irriconoscibili andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle scorte per l’inverno.Dopo un po’ di tempo i giovani si accorsero però che tra loro vi era un impostore: era il diavolo in persona che, approfittando del suo reale volto diabolico, si era inserito nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra.



Venne quindi chiamato il vescovo Nicolò per esorcizzare l’inquietante presenza.Sconfitto il diavolo, tutti gli anni i giovani, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi. Non più a depredare ma a portare doni o a “picchiare i bambini cattivi”, accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.


Le prime notizie sull’inizio della tradizione della visita nelle case e nelle fattorie di San Nicolò per augurare bene e proteggere i bambini risalgono al XVII secolo. Il Santo in questi giri era accompagnato dai diavoli che incutevano paura ai bambini “cattivi”.
Dalla metà del XIX secolo si hanno notizie del ritorno ufficiale dei cortei e delle corse dei “Krampus”.

CHI SONO I KRAMPUS? E COME SI FA A DIVENTARLO?
I Krampus sono uomini-caproni scatenati e inquietanti che si aggirano per le strade alla ricerca dei bambini cattivi. Il viso è coperto da maschere diaboliche e paurose generalmente fatte in legno o in cartapesta, indossano abiti laceri e consunti.
Girando per le vie del paese i Krampus fanno rumori e schiamazzi, utilizzando campanacci o corni, o semplicemente urlando a squarciagola.

A travestirsi sono solo gli uomini, anche se il Diavolo può essere anche femminile: la Krampa, in questo caso sono sempre uomini con abiti da donna.
Esiste un vero e proprio regolamento per entrare a fare parte di questo gruppo: farne parte è un privilegio; a Vipiteno, per esempio, può diventare Krampus solo chi è vipitenese di nascita.

E’ una regola imprescindibile anche che chi entra all’interno del gruppo sia scapolo (chiunque si sposi smette di farne parte). Esiste inoltre un ordine gerarchico legato all’età, sono infatti i più giovani a preparare i vari carri per il corteo.
Altra regola fondamentale per tutti coloro che indossano i panni dei Krampus è che la maschera non deve mai essere tolta in pubblico, ne va dell’onore di chi è stato smascherato.

Anche per interpretare san Nicolò bisogna seguire un corso per imparare ad affrontare nel modo giusto l’incontro con i bambini nelle loro case, incontro che può essere richiesto dalle famiglie a vari enti religiosi.
I colori fondamentali di questa festa sono il rosso e il nero, con cui spesso anche i diavoli sono agghindati.

SAN NICOLÒ
Ai giorni nostri San Nicolò è solitamente trainato su un carro. Con i bambini che nel corso dell’anno si sono comportati bene, egli sarà generoso con regali e dolci, mentre per chi non si è comportato bene ci sarà del carbone e un rimprovero. Oltre a questo compito, San Nicolò deve anche placare le ire dei diavoli nei confronti degli spettatori, essi infatti sono selvaggi, violenti e feroci: rincorrono tra urla mugugni e grida non solo bambini e ragazzi, ma anche adulti e i più anziani, dando qualche colpetto con una piccola frusta alle gambe di chi gli capita sulla strada o sporcando il loro viso con la pece o la cenere. Al tramonto San Nicola scompare, lasciando i Krampus senza controllo, liberi di rincorrere la folla anche fino a sera, quando poi spariranno.

Diverse sono le tradizioni che vedono i Krampus protagonisti in Italia, alcune delle città in cui si svolgerà il corteo saranno:
Brunico il 6 dicembre con oltre 400 diavoli che infesteranno il centro della città dalle 18 alle 22 circa
a Dobbiaco si svolge il più grande raduno del Sud Tirolo il 7 dicembre, sempre verso le 18.
Il corteo di Campo Tures, invece inizia alle 19 del 6 dicembre.


FRAU PERCHTA

In Germania era la dea Berchta a galoppare nei cieli seguita da elfi, fate e dai fantasmi dei bambini piccoli. Ispezionava le case e controllava l’operato delle massaie: che la casa fosse linda e ordinata, che i bambini fossero puliti e ben tenuti. Gli uomini la temevano, perché poteva punirli severamente se non le lasciavano delle offerte di cibo, mandando loro delle orribile malattie.
In alcune leggende popolari è descritta come una bella donna vestita di bianco. La tradizione vuole che visiti le case durante i 12 giorni tra Natale ed Epifania per controllare le famiglie e assicurarsi che passino del tempo insieme. Le famiglie spesso le lasciano il porridge come offerta, e se lei ritiene che una persona sia stata gentile e generosa durante tutto l'anno, lei ricambia con una moneta d'argento nelle scarpe.

Ma..in altre leggende popolari Frau Perchta viene descritta in maniera molto diversa,a dir poco terrificante.Si tratta di una "strega natalizia" che, secondo la leggenda, valuta se una persona durante l'anno sia stata troppo pigra o comunque abbia compiuto troppe cattive azioni: in questi casi arriva e apre la pancia del malcapitato con il lungo coltello che nasconde sotto i vestiti, sostituendo gli organi vitali con spazzatura, paglia o rocce. Per non farsi mancare nulla, si muove con un seguito di demoni che torturano le persone cattive; tuttavia si dice anche che protegga le brave persone dagli stessi spiriti maligni.


Fate Oscure
Leahaunnshee o Leanhaun Shee

In genere siamo portati a credere che le Fate siano entità benevoli,custodi e protettrici della natura,e di tutto ciò che essa rappresenta,acqua,fuoco,terra aria,e in linea di massima,è così,fatta eccezione però per alcune Fate,alcune entità che invece nelle varie tradizioni sono attestate come Fate cattive,esseri che di benevolo non hanno niente,tanto da essere definite perfide,pericolose e portatrici di sventure.

Una di queste Fate è la Leahaunnshee o Leanhaun Shee,di tradizione irlandese.
Esse secondo le leggende vengono descritte come bellissime donne dal fascino ammaliante,e seducente,lunghi capelli,e una leggiadria che le rende irresistibili agli uomini.
Sempre secondo le leggende,queste entità si racconta vagassero di notte in cerca dell'amore di un uomo,e quando quest'ultimo attirato dalla loro bellezza,e dalla loro voce suadente cedeva conquistato alle loro lusinghe ed effusioni,ne diventava loro schiavo,fino ad'avvizzire,prosciugato di tutta la sua linfa vitale,di cui le Leahaunnshee si nutrono,finché la loro vittima non muore.

Tale leggenda sulle Leahaunnshee ha dato origine alla credenza secondo cui queste ultime non fossero in realtà Fate,ma succubi,vampiri,spiriti maligni che si nutrivano del sangue di coloro che riuscivano a conquistare,molto spesso artisti,e poeti,che proprio in queste entità trovavano ispirazione,e in seguito,una lenta morte.

Ma come sempre,c'è l'altra faccia della medaglia,in questo caso,una leggenda opposta che invece racconta che,se la Leahaunnshee veniva respinta dall'uomo che aveva cercato di sedurre,era a lei,a diventare schiava di quest'ultimo,


Fate annunciatrici di Morte
Banshee

La Scozia e l’Irlanda sembrano avere una notevole ricchezza di Fate così dette "Annunciatrici di Morte"
Una di queste è la famosa Banshee,Fata di tradizione Celtica-Irlandese.
La Banshee (in Irlandese Bean-Sidhe) cioè Donna Fatata,in origine si racconta fosse una Fata benevola e anche molto socievole,divenuta poi uno spirito triste e solitario a causa delle troppe sofferenze patite.
Secondo gli studiosi si pensa che il suo nome derivi dal Gaelico "Bean-Si", (letteralmente Spirito di Donna",mentre nelle terre scozzesi delle Highlands è chiamata Bean-Nighe (La piccola lavandaia del Guado)
Secondo la leggenda le Banshee sarebbero spiriti legati a particolari e specifiche antiche famiglie irlandesi.Le loro manifestazioni sono estremamente inquietanti poiché sono precedute da lunghi,e orribili lamenti notturni,che potremmo definire vere e proprie grida strazianti.Grida,che sempre secondo la leggenda sarebbero principalmente udite dai componenti di quelle famiglie a cui esse sono legate,e preannuncerebbero appunto l'imminente morte di un membro di quelle stesse famiglie.
Quando invece a lamentarsi o addirittura a piangere era più di una Banshee, significava che,l'uomo o la donna che stava per morire,aveva fin lì condotto una vita pia,e coraggiosa.


Altre volte però,le sue grida sarebbero state di trionfo, perché volte ad annunciare la morte di un membro appartenente ad'una casata nemica della loro famiglia d'appartenenza,e in questo caso,era diffusa la convinzione secondo cui quelle grida,non provenissero da una Banshee,ma bensì dallo spettro di qualcuno che aveva subito dei torti da un avo della persona morente.


Nelle loro apparizioni che secondo i racconti avvenivano solitamente o al tramonto,nelle prime ore notturne,o appena prima dell'alba,le Banshee vengono descritte come donne tradizionalmente vestite di nero,o di bianco,con lunghi capelli anch'essi o neri,o bianchi argento,con un linguaggio incomprensibile per chiunque,inoltre si diceva che potessero apparire sia sotto forma di belle e giovani,donne,avvolte in vesti bianche,sia sotto forma di vecchie ricurve,avvolte da veli neri,con al posto degli occhi,orbite vuote e scure,lunghi capelli neri corvino,e bocca spalancata da cui fuoriesce del fuoco.

Alcuni sostenevano erroneamente che,non andassero mai oltre il mare,e che risiedessero sempre nel loro paese,che le loro grida potessero durare anche una notte intera,fino a che non sopraggiungeva la morte del malcapitato da loro annunciata,malcapitato che a volte,era del tutto inconsapevole della sua imminente morte.


In Scozia si narra che il Banshee della dinastia Airlie di Cortachy Castle si presenti con un rullare di tamburo. La storia racconta che un certo Lord Airlie uccise un giovane tamburino incastrandolo nel suo strumento musicale e facendolo precipitare dalle mura. Da allora il tamburo torna a suonare quando è prossima la morte di uno dei suoi nemici.

In Scozia, vi è la Bean Nighe. Vaga vicino ai torrenti dove lava via il sangue dai vestiti mortuari di chi è prossimo alla morte. Si narra che siano gli spiriti di donne morte di parto, costrette a vagare fino al giorno in cui sarebbero morte naturalmente.


Una leggenda racconta che un mortale che riesca a bere latte dal suo seno può pretendere di essere suo figlio adottivo e può richiederle esaudito un desiderio.

La “Lavandaia dei guadi” è conosciuta anche con altri nomi quali: Bean Nighechain (Piccola lavandaia) o Ban Nigheag nah-ath (Piccola lavandaia dai guadi).

La leggenda di Ankou.
Lo spirito spaventoso
che consegna le anime nell' aldilà


Ankou,è una figura potente,che appartiene al folklore Bretone.Secondo tale mitologia,essa è ritenuta essere la personificazione della morte,così come nella tradizione folkloristica francese della Cornovaglia (un Ankow in cornico), gallese (Anghau in gallese) e normanno francese.
I celti, che avevano un forte senso di vicinanza verso la morte ,e che dunque,non la temevano, perché nelle loro credenze essa rappresentava l'inizio di un'altra vita, spesso migliore,consideravano l'Ankou come il protettore dei defunti,ma al tempo stesso lo ritenevano un cattivo presagio per i vivi,un presagio di morte,poiché il suo compito era appunto quello di raccogliere le anime dei morti per condurle nel al di là,chiunque lo vedesse,o ne sentisse il grido lamentoso,si rendeva conto di essere prossimo alla morte.


Secondo le leggende,colui che,all'interno di una parrocchia,era l'ultimo a morire nell'arco dell'anno,diventava egli stesso l'Ankou per l'anno seguente,e così via.
Ogni parrocchia in Bretagna ha il suo ankou. In alcuni paesi c'era l'abitudine di sacrificare qualcuno per ogni nuova costruzione del cimitero, in modo che la persona diventasse un "Ankou" del luogo.
Secondo altre leggende,si raccomandava di non menzionare mai il suo nome,poiché egli,poteva essere in ascolto.

L'Ankou detto anche "il lavoratore della morte"o "re dei morti" appare già negli scritti del Medioevo.
Di lui si dice essere uno spirito che non perdeva mai un giorno di lavoro,per così dire,ma è durante la notte del 31 ottobre che diventa particolarmente attivo,e potente.
E' raffigurato come un essere spaventoso,con le sembianze di un uomo alto,e magro,quasi scheletrico,con dei lunghi e fluenti capelli bianchi,sormontati da un cappello di feltro,tiene in mano una falce,e viaggia su un carro spettrale, trainato da due cavalli: quello davanti è molto magro, quello che segue è grasso,con una folta criniera lucente.Segue un preciso percorso di campagna,e di solito appare al crepuscolo.


Egli giunge alla casa di colui che sta per morire, bussa alla porta - emettendo un suono a volte sentito dai vivi - o emette un lamento come la Banshee irlandese.
Vecchie dicerie di paese sostenevano che,il sol modo per sfuggire alla sua falce,era quello di offrirgli in sacrificio la vita del proprio animale domestico,questi poteva essere un gatto,un cane,o anche una gallina. Quest'ultima storia è narrata nella "Leggenda dei morti" di Anatole Le Braz, pubblicata nel 1893. In questo libro, l'autore ha raccolto molte storie e testimonianze raccolte nelle province di Armor e Argoat sul Tradizioni bretoni relative alla morte. In tutti questi testi possiamo vedere che le persone hanno inventato molte storie, dove hanno finito per mescolare intimamente reale e immaginario, per conoscere l'idea di anima,e di aldilà.
Occasionalmente si dice che sia vista come un'apparizione che entra nella case,porta via i morti, che vengono messi nel carro con l'aiuto dei due fantasmi compagni.
e che coloro che sentono il suo carro, moriranno a breve e quelli che lo vedranno moriranno entro l'anno.

Un' altra leggenda ancora,narra che,alla vigilia di Natale,durante la messa, l'Ankou tocchi,col suo mantello, coloro i quali moriranno entro la fine di quell'anno. L'Ankou,oltre all'aspetto descritto prima,è rappresentato anche come scheletro coperto da un sudario.


L' idea di "Cupo Mietitore" che giunge ai giorni nostri,è dunque quella di un essere demoniaco,con un mantello nero,ed una falce,con la quale prende la vita di coloro che hanno la sfortuna di incontrarlo,anche se,molte altre volte,il suo compito si limita nell'uccidere coloro i quali sono prossimi alla morte. Per molti l'Ankou ha lo stesso compito di Caronte, cioè quello di traghettare le anime dei morti nell'Inferno ; la porta di tale luogo si pensa essere situata a Yeun Ellez , nei Monts d'Arrèe .
Ecco perché, un'altra versione della storia, lo vuole sopra una barca , di conseguenza bisogna evitare di stare vicino al mare dopo il tramonto , in quanto lo si potrebbe incontrare .

Il termine Ankou ha diversi significati , nessuno di buon auspicio (Ansia,Paura, Angoscia,Morte,Oblio) )La sua figura è spesso collocata in alcune chiese e/o sepolcri .

Vi è anche una leggenda legata all'Ankou ... quindi una leggenda della leggenda .

" La leggenda di Fanch ar Floch e l'Ankou "
La leggenda vuole che la notte di Natale , l'artigiano Fanch ar Floch , preso dal troppo lavoro , non riuscì ad accompagnare la famiglia a messa ... decise quindi di aspettare il momento dell'Elevazione .
Scoccata la suddetta ora , si presenta alla sua porta un uomo con un grosso cappello con in mano una falce da riparare ... una volta averla riparata , l'uomo disse all'artigiano di andare a dormire e lo pregò di chiamare un prete .
Il mattino seguente , al canto del gallo , Fanch ar Floch morì per aver riparato la falce del demone durante l'Elevazione .

https://www.irlandando.it/cultura/cultura-e-tradizioni/mitologia-celtica/piccolo-popolo/

https://www.ranker.com/list/celtic-sluagh-myth/hugh-landman

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