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San Nicola e la leggenda di Babbo Natale

La storia di san Nicola, il santo più amato dai bambini, nonché figura legata alla leggenda di Babbo Natale

San Nicola,la cui festa in suo onore si celebra il 6 dicembre, come detto è una figura che nel corso del tempo è stata accostata, ad un'altra famosa figura, e cioè quella di Babbo Natale

A sinistra San Nicola porta i regali di Natale in una cartolina tedesca del 1939. A sinistra un'immaginetta del santo con i tre bambini salvati dall'essere divorati e le palle d’oro simbolo della dote che donò a tre poverelle.

Il mito di Babbo Natale nasce dalla leggenda di san Nicola, vissuto nel IV secolo, che si festeggia tradizionalmente il 6 dicembre: secondo la tradizione, san Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero andare spose invece di prostituirsi e - in un'altra occasione - salvò tre fanciulli.

Nel Medioevo si diffuse in Europa l’uso di commemorare questo episodio con lo scambio di doni nel giorno del santo (6 dicembre). L'usanza è ancora in auge nei Paesi Bassi, in Germania, in Austria e in Italia (nei porti dell’Adriatico, a Trieste e nell’Alto Adige): la notte del 5 dicembre in groppa al suo cavallino fa concorrenza a Babbo Natale. I bambini cattivi se la devono vedere con il suo peloso e demoniaco servitore, mentre il pio uomo lascia doni, dolciumi e frutta nelle scarpe dei più meritevoli.

TRADIZIONI NATALIZIE. 

Nei Paesi protestanti san Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico ma mantenne il ruolo benefico col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus. I festeggiamenti si spostarono alla festa vicina più importante, Natale.

L’omone con la barba bianca e il sacco pieno di regali, invece, nacque in America dalla penna di Clement C. Moore, che nel 1822 scrisse una poesia in cui lo descriveva come ormai tutti lo conosciamo. Questo nuovo Santa Claus ebbe successo, e dagli anni Cinquanta conquistò anche l’Europa diventando, in Italia, Babbo Natale.

CHI ERA SAN NICOLA? 

A differenza di Babbo Natale, però, San Nicola è realmente esistito. Nacque a Patara nel 270 e fu vescovo di Myra, in Licia (odierna Turchia). È una figura avvolta nel mistero, ma indizi archeologici dicono che è vissuto realmente: il suo nome compare in alcune delle antiche liste dei partecipanti al primo Concilio di Nicea (325), una riunione di tutti i vescovi della Chiesa cristiana per tentare di chiarire le divergenze teologiche sulla natura di Cristo. 

In mancanza di notizie storiche certe, i biografi ricostruirono comunque la vita di Nicola inserendoci dettagli spesso scopiazzati da altre vite di santi. Figlio unico di ricchi genitori, pare che fin da piccolo avesse manifestato i segni della sua santità: il mercoledì e il venerdì, infatti, poppava una sola volta al giorno, per rispettare l’astinenza prescritta dalla Chiesa cristiana. Non gli toccò una morte spettacolare, da martire: pare che si spense in pochi giorni, di vecchiaia, tra il 345 e il 352. E come aveva fatto in vita, anche da morto prese le difese della sua comunità, regalando ai fedeli un olio profumato dai poteri miracolosi che sgorgava dalle sue reliquie, conservate nella cattedrale di Myra fino all’XI secolo (e portate via dai baresi nel 1087).

Fin qui, però, la sua fama rimaneva legata solo alla Licia. La svolta si ebbe tra il VII e l’VIII secolo, quando, di fronte alle coste dove sorgeva il santuario, Bizantini e Arabi combatterono per la supremazia sul mare. Arrivò così il salto di status: Nicola diventò il punto di riferimento dei marinai bizantini e il loro protettore, trasformandosi da santo locale a santo internazionale. Il suo culto si espanse lungo le rotte marittime del Mediterraneo, arrivando a Roma e a Gerusalemme, poi a Costantinopoli, in Russia e nel resto dell’Occidente. Nel IX secolo si diffuse in Germania.

SALVATORE DI BIMBI

Parallelamente si sviluppò una sua biografia definitiva, “arricchita” di nuovi episodi. Uno dei più famosi è la storia delle tre fanciulle, particolarmente diffusa nell’XI-XII secolo: commosso dalla sorte di tre ragazze povere che il padre meditava di far prostituire, per tre notti Nicola gettò loro attraverso la finestra aperta altrettanti sacchi d’oro (poi simboleggiati nell’iconografia con palle d’oro) come dote per farle sposare. Questa storia diede a Nicola la fama di generoso portatore di doni, oltre che patrono delle vergini e garante della fertilità.

Il suo rapporto speciale con loro nasce da una truce storia medioevale degna delle fiabe dei fratelli Grimm: una notte tre ragazzi chiedono ospitalità in una locanda; l’oste e sua moglie li accolgono volentieri perché hanno finito la carne in dispensa, poi li fanno a pezzi con l’accetta e li mettono in salamoia. Finito il massacro, san Nicola bussa alla porta e chiede un piatto di carne. Al rifiuto dell’oste si fa portare in dispensa, dove estrae dalla salamoia i tre giovani, vivi e vegeti. Il racconto circolava prevalentemente nelle scuole ecclesiastiche, dove, il 28 dicembre, si celebrava la Festa degli innocenti. In occasione di questa versione cristianizzata dei Saturnali, la scalmanata festa pagana dell’antica Roma, gli studenti eleggevano il “vescovello”, una specie di dio Saturno romano che presiedeva ai festeggiamenti ed elargiva doni.

Dalla fine del XIII secolo, il 6 dicembre diventò il giorno in cui i “vescovi Nicola” salivano sui loro scranni: la tradizione raggiunse il culmine nel XVI secolo (ma in alcuni luoghi persistette fino al XIX). E anche quando la Chiesa, scandalizzata, iniziò a vietare queste carnevalate pagane, Nicola sopravvisse nelle scuole e nelle case grazie ai bambini, che continuarono a festeggiarlo e a ricevere i suoi regali. 

DEVOZIONE ITALIANA.

 La storia e la devozione per san Nicola è molto diffusa anche in due città italiane: Bari e Venezia. Dopo la caduta di Myra in mano musulmana, nel 1087 i baresi fecero una spedizione in quella città. Le reliquie, cioè le ossa, del santo, erano parte del bottino.

Circa 10 anni dopo anche i veneziani puntarono su Myra e recuperarono altre ossa, lasciate dai baresi nella fretta. I veneziani trasportarono quei resti nell’Abbazia di San Nicolò del Lido, vantando pure loro il possesso delle spoglie del santo. Lo dichiararono protettore della flotta della Serenissima. E gli dedicarono molte opere, come il duomo nel “Giardino della Serenissima” (la città di Sacile, in Friuli, di cui è patrono).

San Nicola di Bari (o di Myra, Turchia) è anche uno di quei santi le cui origini, manifestazioni e tradizioni sono incredibilmente legate ai culti solstiziali precristiani.

E' connesso anche ai fenomeni meterologici, infatti la prima settimana di dicembre comincia a manifestare il freddo rigido dell'inverno, tant'è che un detto popolare recita: “San Nicola arriva carico di neve”. E' anche il periodo in cui il cattivo tempo porta tempeste in mare e – per tali motive,annessi a quelli prima citati,  San Nicola è anche conosciuto come  il protettore dei marinai.

C’è anche una lunga storia che lo porta a fondersi - a grandi linee - con la figura di Odino, altro portatori di doni che, al posto delle renne, montava Sleipnir (il cavallo a 8 zampe con il quale varcava i confini dei mondi e poteva raggiungere qualsiasi luogo), creando così il Babbo Natale che conosciamo oggi.

Di fatto in molti paesi italiani è San Nicola (o San Nicolò) che porta i doni ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 dicembre.

Suo fedele servitore è Krampus, un demone sconfitto dal santo e dunque condannato a servirlo per l'eternità. Il Krampus è l'altra magnifica rappresentazione dell'antica religione pagana: così simile nei lineamenti al bel Fauno (che proprio il 5 dicembre veniva festeggiato nell'antica Roma). Il Krampus è un personaggio chiave nella mitologia extra-cristiana: egli accompagna San Nicola durante la notte delle regalìe: se i bambini sono stati bravi riceveranno i doni dal santo, ma se sono stati cattivi allora il Krampus li porterà via dalle loro famiglie, rinchiusi in una gabbia di legno.

La sua figura è centrale nelle storie dell'Europa di lingua tedesca, ma le feste in suo onore si svolgono anche in Italia, nell'arco alpino tra Friuli e Trentino, anche se non mancano in zone meno probabili come la zona del Bellunese, in Veneto.

La festa di San Nicola ha come fulcro una sfilata per le vie del paese: prima arriva il santo, a piedi o su di un carro, che distribuisce caramelle e dolcetti a tutti i bambini; poi arriva il Krampus, con al seguito una corte di demoni spaventosi, armati di fruste e catene.



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