Per magia bianca si intende una pratica esoterica, formata da un complesso di rituali che permette di intervenire sui fenomeni della natura e sulle leggi universali per ottenere degli scopi positivi, come il benessere fisico e mentale e la serenità.
La magia bianca si distingue nettamente dalla magia nera, in quanto la prima permette al mago di operare nell’armonia delle leggi della natura e del cosmo, mentre il secondo tende a voler prevalere sulle leggi universali per poter acquistare maggior potere.
Non a caso nella tradizione la magia bianca è ritenuta la magia ‘positiva’, mentre quella nera viene considerata una magia ‘negativa’, oscura e pericolosa, proprio perché dettata dall’orgoglio e dalla volontà di potere e dal voler sovvertire le leggi naturali. Il colore bianco è legato alla positività, alla tranquillità, alla pulizia, mentre il colore nero ricorda l’oscuro, l’arcano, il malefico, il male.
La magia bianca opera armonicamente nel cosmo e con le forze naturali, dato che crede che ogni soggetto abbia un suo post ed un suo scopo nel disegno che Dio ha fatto del mondo.
Chi fa la magia bianca, quindi, sottomette la propria volontà alle leggi del cosmo e a quelle divine; chi fa magia nera, vuole sovvertire le leggi divine e mettersi al posto di Dio, commettendo così un grave errore. Dato che si riteneva che la razionalità coincidesse con la volontà divina, il mago di magia bianca era colui che voleva preservare la razionalità e la perfezione, senza sovvertirla.
L’uomo, infatti, in questo disegno, tende alla divinizzazione, e quindi al bene. La Magia bianca è un’alleanza fra l’uomo e la natura e aiuterebbe l’uomo rispettando le leggi divine.
La storia della magia bianca
La magia affonda le sue radici nell’antichità. Già nelle prime civiltà, si credeva che si potesse interferire sulla natura e sui fenomeni naturali per mezzo di alcuni rituali.
Nella tradizione ebraica venne sviluppato un alfabeto, secondo lo studioso John Dee creato dal patriarca Enoch, il cui scopo era proprio quello di comunicare con le c.d. entità buone, cioè con gli angeli e con gli spiriti buoni.
Per quanto concerne il proseguo, nel Quattrocento fu il mago Abramelin nel suo libro ‘La magia sacra’ a spiegare la differenza fra la magia bianca e quella nera, e a dire che il demonio poteva essere comandato grazie all’aiuto del proprio angelo custode.
Nel corso del Medioevo la magia, sia bianca che nera, venne osteggiata dal Cristianesimo. Si riteneva che ogni tipologia di rituale magico infatti fosse rivolto a sovvertire l’ordine naturale delle cose e per questo motivo fosse da disprezzare e da mettere al bando, come intervento dell’uomo nelle leggi divine. Quindi per il corso del medioevo e anche del Rinascimento, la magia fu appannaggio di pochi e veniva praticata di nascosto, segretamente.
Nel XIX secolo un impulso allo studio della magia in generale, ed anche della magia bianca, venne dallo studioso Eliphas Lévi. Questo celebre occultista nato l’8 febbraio del 1810 e morto nel 1875 studiò l’occultismo e l’esoterismo, e stabilì un rapporto fra le 22 lettere dell’alfabeto ebraico ed i 22 trionfi dei tarocchi. Scrisse diversi libri sull’argomento e divenne un importante punto di riferimento per lo studio della storia della magia.
Nel 1900, fu Mikhael Aianhov a sostener che bisognasse distinguere la magia dall’occultismo, che invece si interseca col male. Infatti secondo Aianhov la vera magia è essenzialmente divina, è buona, e consiste nell’usare i poter per realizzare il progetto divino; quindi il mago è per definizione buono ed illuminato ed adopera i poteri per il bene delle creature tutte.
I rituali della magia bianca
Come abbiamo detto nell’introduzione, la magia bianca si pone degli scopi benefici: agire all’interno delle leggi naturali, rispettando le norme e l’ordinamento divino, ed agire sempre e solo per il bene delle persone e delle creature e quindi senza nuocere ad alcuno.
Anche questa magia ha i suoi incantesimi ed i suoi rituali, che possono utilizzare formule precise, ingredienti (i 4 elementi naturali) e amuleti.
La magia bianca propone sia degli incantesimi che servono per allontanare il malessere, le paure e le insicurezze, sia incantesimi d’amore che mirati a trovare un lavoro o comunque a raggiungere una discreta situazione di benessere.
Elemento fondante della magia bianca è la Luce, che agisce per spazzare via le energie negative, per calmare la mente e aiutare lo spirito ed il corpo.
Alcuni incantesimi sono invece di difesa, in particolare per difendersi da malocchi e fatture della magia nera. Essa si usa comunque in genere in caso di problemi di salute, di amore, di lavoro e studio, di sfortuna e via dicendo.
Spesso viene utilizzata una bacchetta magica, che viene prodotta dallo stesso mago, in legno diverso a seconda del tipo di rituale che deve essere fatto.
Altri strumenti che si usano nei rituali di magia bianca sono il bulino, strumento che incide simboli, la campana, la coppa, che rappresenta l’elemento dell’acqua, la Daga, o coltello da stregone, il Paiolo ed il pentagono.
La Magia Bianca e la Religione
Anche la magia bianca non è accettata dalla religione Cattolica. Infatti nel corso del Medioevo e del Rinascimento, la chiesa cattolica mise al bando ogni tipo di magia, senza fare alcuna distinzione fra quella bianca e quella nera, in quanto entrambe erano avvertiti come rituali oscuri, nei quali il fedele si sovrapponeva a Dio. Non era lecito sovvertire l’ordine divino cercando di controllare i poteri o l’ordine della natura, per questo motivo durante l’era medioevale e rinascimentale, la magia bianca – così come quella nera – venivano messe al bando e praticate in gran segreto. Anche oggi la Chiesa Cattolica insegna ai fedeli di non utilizzare in nessun caso la magia, che è vista come demoniaca.
A riguardo di tutte le pratiche di magia, sia rossa che bianca che nera, il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna: “sono gravemente contrarie alla virtù della religione. Tali pratiche sono ancora più da condannare quando si accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni”.
Anche ogni tipo di amuleto viene quindi bandito, così come la divinazione, lo spiritismo, ed il tentativo di contattare spiriti dei morti, visto sempre come un modo da parte dell’uomo di sovvertire l’ordine naturale delle cose ed il disegno divino.
MAGIA NERA
Magia deriva dal termine greco mageia, che probabilmente a sua volta deriva dal persiano antico, ‘magush’, ‘avere potere’. La magia è l’arte che ritiene esistenti poteri occulti nella natura, che possono essere evocati per ottenere benefici, o per causare disgrazie, o per avere potere. Per magia nera si intende quell’insieme di pratiche e di magie che viene praticata per ottenere poteri superiori di quelli che si hanno naturalmente. Il mago che esercita la magia nera infatti utilizza delle formule che ‘superano’ le leggi della natura e che sono finalizzati a rendere più ampio e forte il proprio potere. Il mago di magia nera cerca di ottenere il controllo di altre entità spirituali, spesso e volentieri anche di entità demoniache.
La magia nera è qualcosa che sfrutta il negativo, e come tale è molto pericolosa e non si consiglia affatto di avvicinarsi a questo fenomeno. Il suo scopo è di andare contro ai piani benefici e divini previsti per l’umanità e per questo ci si affianca a forze oscure e demoniache, di natura molto pericolosa.
Il nome ‘magia nera’ prende spunto proprio da questo oscuro colore, che rappresenta l’arcano, l’oscurità, lo sconosciuto, ed il male.
La profonda differenza fra la magia nera e la magia bianca consiste nel fatto che la magia bianca opera con gli strumenti della natura ed all’interno dei mezzi predisposti nella natura, mentre quella nera mira a superare le leggi universali e ad ottenere un potere superiore. Questa differenza si incarna nell’idea che la magia bianca consiste nella parte ‘buona’ dell’universo, è collegata alla luce ed alla positività, mentre invece la magia nera è connessa a quella zona oscura della magia che è difficile da scrutare, e che non si sa mai fin dove possa portare, con tutti i pericoli a ciò connessi. L’idea dello yin e dello yiang della tradizione cinese, il bianco ed il nero che si abbracciano, può dare un’idea della connessione ma della profonda differenza che esiste fra la magia bianca e la magia nera.
La magia nera nella storia
La magia nera viene tradizionalmente interpretata come un tipo di magia pauroso e negativo, connesso al male. In molte società primitive del continente americano e non solo, però, l’idea della magia nera non era così strettamente connessa alla negatività, anzi. Negli Azande, per esempio, si riteneva che la magia nera fosse benefica alla stregua di tutte le altre, purché mirasse a colpire dei loro nemici. La magia nera risale anche ai villaggi celtici, dove si trovavano i maghi che prendono il nome di ‘negromanti’, da ‘necropolis’, le antiche città dei morti: credenza comune infatti era che essi potessero resuscitare i morti. Inoltre i negromanti venivano pagati dalla popolazione per inviare le maledizioni. Nonostante venissero perseguitati come eretici, il negromante era comunque dotato di un potere molto forte. Anche nella Roma Antica esisteva una tradizione di magia nera.
Nell’antica Grecia, il fenomeno della magia nera veniva ritenuto connesso a quello di uno dei peccati più gravi dell’uomo: l’hybris, vale a dire l’orgoglio e la volontà di diventare come gli dei. Questo portava gli uomini a superare le leggi universali per cercare di diventare superiore rispetto agli dei.
Nella ‘Poetica’ di Aristotele, la figura dell’hybris ritorna come ‘tracotanza’ e ‘superbia’ e si manifesta sempre con delle conseguenze molto drammatiche per chi ne sia portatore; infatti egli viola le leggi divine immutabili. Alla stregua, il mago nero è colui che si macchia di orgoglio, nel voler riuscire a superare le leggi universali, a sovvertire l’armonia del mondo.
Nel Rinascimento europeo comincia a diffondersi l’idea della magia nera come di qualcosa che tende a fuoriuscire dagli schemi. Infatti, se lo scopo del mago come si riteneva era quello di unire il microcosmo ed il macrocosmo, chiunque cercasse di usare la magia per scopi differenti rispetto a quello di comunicare con le divinità positive stava utilizzando la magia nera.
Cominciò quindi a serpeggiare l’idea di un tipo di magia oscura, utilizzata per raggiungere degli scopi diversi rispetto a quelli ‘classici’ e positivi dei maghi. Non a caso cominciarono a diffondersi dei nomi per identificare questo fenomeno, come magia daemoniaca o magia illicita.
Mago nero è colui che opera per superare le entità spirituali e le leggi della natura: mago bianco è colui che invece opera armonicamente con esse. Il mago nero vuole acquistare il massimo potere sugli altri, e per fare questo è anche in grado di vendere la propria anima. La magia nera, infatti, corrompe l’animo, rende crudeli, ha un lato oscuro che seduce ed ammalia ma poi rende schiavi.
I malefici nella magia nera
Nella magia nera esistono diversi malefici, che sono i risultati dei ‘rituali magici’ perpetrati dal mago.
Distinguiamo in particolare il malocchio, che è diverso dalla fattura perché il primo è un atto inconsapevole, non volontario.
Il malocchio consiste in quel rito magico che invia energia negativa su un certo soggetto; ma lo si fa in maniera inconscia, per esempio guidati da una forte invidia. Nella superstizione popolare, il malocchio è ‘la sfortuna’: quando una persona ha il malocchio, è tormentata dalla sfortuna in qualsiasi cosa faccia nella sua vita. Per questo le persone che ritenevano di essere state colpite dal malocchio, per esempio perché la propria attività o famiglia andava male, ricorrevano agli amuleti ed ai riti propiziatorii che sono diversi di luogo in luogo, allo scopo di scacciare ‘la sfortuna’.
Invece la fattura al contrario del malocchio consiste in una precisa scelta di una persona, che vuole indirizzare consapevolmente delle energie negative su un’altra persona per provocarne il male. Si utilizza un ‘feticcio’ o un oggetto ‘fatturato’ col quale la vittima entra in contatto. Il primo caso è quello della bambola voodoo, che ritorna ai riti antichi del voodoo.
La vittima che ritenga di essere stata colpita dalla fattura può cercare di neutralizzare i suoi effetti negativi, per esempio ricorrendo ai talismani, alle protezioni, ai rituali di magia bianca.
Gli elementi della magia nera
La magia nera utilizza diversi elementi, che sono quelli naturali: aria, terra, acqua, fuoco. Questi elementi vengono del tutto richiamati nel corso dei riti magici, perché si tratta di ‘chiamare’ le forze della natura che potranno permettere la riuscita del rituale. L’atto magico, secondo la tradizione, deve essere creativo, deve quindi dare il potere di creare, e per fare ciò i quattro elementi devono essere tutti presenti nel momento in cui si procede al rito magico della magia nera.
La magia nera e la religione
Il fenomeno della magia nera venne affrontato anche da parte della religione, in particolare con il cristianesimo. La religione cristiana non accetta nessun tipo di rituale magico, in quanto esso rappresenta il mezzo che il Demonio usa per cercare di distogliere l’uomo dai piani divini. Infatti come il serpente, nella Genesi, tentò l’uomo per farlo divenire come Dio, così egli continua a stimolare la hybris dell’uomo per cercare di farlo staccare dalla divinità.
Senza contare poi quei rituali di magia nera che vanno a confluire nel satanismo, quindi con il male assoluto.Cercando la conoscenza, la ricchezza, il potere l’uomo finisce per svendere la sua anima e per perderla del tutto. Nel suo libro ‘Dizionario Infernale’, lo scrittore Jacques Collin De Plancy nota che “La magia nera o demoniaca, insegnata dal diavolo ed esercitata sotto la sua influenza, è l’arte di commerciare coi demoni, in conseguenza di un patto stabilito con loro, e servirsi del loro ministero per operare cose al di sopra della natura umana”. Il catechismo della chiesa cattolica insegna che le pratiche di magia ‘sono gravemente contrarie alla virtù della religione. Tali pratiche sono ancora più da condannare quando si accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni. Anche portare amuleti è biasimevole. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli’.
MAGIA ROSSA
La magia rossa è un insieme di rituali esoterici che serve per questioni amorose. Tutti conoscono la magia bianca, collegata alla luce ed alla positività, e la magia nera, collegata al potere ed all’oscurità, ma pochi conoscono i filoni minori della magia, fra cui quella rossa. Come nel caso della magia bianca e della magia nera, anche quella rossa è connessa a questo colore per dei motivi particolari: il rosso è il colore della passione e dell’amore, che sono proprio l’oggetto di questo tipo di pratiche magiche. La magia rossa quindi serve nel campo dei legami affettivi ed amorosi.
Il colore ricorda quello del sangue, della vitalità, e sembra che inizialmente si usasse proprio del sangue nel corso dei rituali in questione, e da qui il nome di questa magia.
La magia rossa viene utilizzata per esempio per far rinascere delle storie ormai al capolinea, per ravvivare amicizie e legami. Essa, a differenza della magia nera e di quella bianca, non può essere definita né buona né cattiva. Si tratta infatti di un tipo di magia che è in grado di sprigionare tanto energie buone quanto negative, a seconda dello scopo e dell’uso che se ne fa. Gli esiti di questa magia quindi dipendono sostanzialmente dalla volontà di chi la utilizza e di chi se ne serve.
Essa serve per liberare dal profondo le forze dell’amore e della passione che possono essere tanto benefiche quanto distruttive e potenti. Essa sviluppa i desideri più potenti delle persone, quelli profondi e nascosti, celati nella profondità dell’animo umano. La magia rossa quindi è molto potente, per chi vi crede, e muove la magia del desiderio e della passione. Essa potrebbe essere definita come una sorta di via di mezzo fra la magia bianca e quella nera, la cui benevolenza dipende dalle intenzioni di chi la evoca e la utilizza. Secondo la tradizione, infatti, la magia rossa prende forza sia dalla natura e dalle forze positive, che dalle potenze superiori; di fatto non si tratta comunque di magia demoniaca.
Storia della magia rossa
In Italia, precisamente in Sardegna, sono state trovate delle statuette che risalivano al 4000 a.C. Si trattava di statue che rappresentavano la fertilità, con connotati femminili. Altri oggetti del genere sono stati trovati in tutta la zona del Mediterraneo, uno dei più famosi è l’idolo di Pomos, risalente al 3000 a.C. circa. Si tratta di piccoli feticci legati al culto della fertilità, della terra, dell’amore. Accanto ad essi sono state trovate anche delle preghiere sempre a tema amoroso.
Questo tipo di suppliche sono legate al tema dell’amore e sarebbe la genesi della magia rossa, dal punto di vista storico.
Secondo l’interperatazione della Bibbia, anche Jezabel, moglie di Re Acab, usava la magia rossa, ed era nota come una donna lussuriosa. La regina, secondo la Bibbia, era una devota della divinità Baal, che era legata alla potenza dell’energia sessuale.
Nella Grecia Antica, possiamo ritenere collegati ai riti della magia rossa quelli in onore della dea dell’amore, Venere, e di Eros, il dio della passione. Gli uomini e le ragazze ricorrevano a questi due dei con delle invocazioni particolari, volte ad accendere il desiderio, come degli afrodisiaci. Secondo il mito, questi riti richiedevano anche la tortura fisica di un animale, come riporta anche Teocrito nei suoi scritti. Anche Priapo era il dio dell’amore sessuale e della fertilità, ed era connesso ad alcuni riti propiziatori a lui riservati, fra cui alcuni nei quali dei feticci venivano infilzati con uno spillo (molto prima che venisse alla luce il rito voodoo).
Si usavano ‘pozioni d’amore’ per la passione, e si usavano anche incantesimi, come testimonia il sofista Apione nei suoi scritti.
Nell’impero romano si diffusero anche le c.d. Tabulae Defixionis, nelle quali erano scritti incantesimi ed invocazioni per punire l’amore non corrisposto od il tradimento. Alla stregua i Papiri magici greci indicavano alcuni incantesimi che sono alla base della magia rossa. Diversi scrittori romani hanno affrontato il tema delle pozioni amorose, ma anche degli incantesimi d’amore, come per esempio Ovidio, Marziale, Catullo ed Orazio.
Nel medioevo, data la preminenza della religione cristiana, ogni tipo di magia (fosse essa rossa, bianca o nera) venne repressa il più possibile.
Il Codice Teodosiano sfavoriva le pratiche magiche, e buona parte della popolazione lasciò quindi questa pratica. Secondo alcuni commentatori, comunque, molte famiglie di nobili continuarono nel segreto a praticare la magia rossa, amuleti e pozioni per i loro interessi.
L’idea della magia si collegava però sempre di più a quella del maleficio, e durante la persecuzione delle streghe, chiunque fosse colto mentre preparava una pozione rischiava un processo di fronte all’Inquisizione.
Verso metà del 1500 e verso il 1600 le pratiche della magia rossa, in una chiave però nera e mortuaria, furono riprese da personaggi come la nobildonna Erzsébet Báthory, che si avvicinò al vampirismo, o il marchese de Sade, così come Lucrezia Borgia, secondo taluni. Anche nel 1800 e nel 1900 la passione verso la magia rossa non viene meno; nel 1857 Randolph, un esoterista statunitense, introdusse nel Vecchio continente le pratiche della magia rossa, che però divenne ‘magia sessuale’, una branca a parte.
Dal 1900 le strade della magia rossa si divisero ulteriormente; oggi essa viene intesa soprattutto come tecnica divinatoria, mentre occultismo fai da te e sette sataniche, data la loro pericolosità ed i loro scopi non chiari, sono quasi del tutto abbandonati.
I rituali della magia rossa
Il rito della magia rossa, abbiamo visto, ha come scopo quello di riallacciare legami amorosi, e comunque ha al centro una questione sentimentale o sessuale. Trasformare relazioni, far tornare la persona amata, rinsaldare un legame e tanto altro, questo sono gli scopi per i quali coloro che credono alla magia usano questi riti. La magia rossa è neutra, non demoniaca, usa delle energie positive con lo scopo di mutare il corso degli eventi. Tuttavia bisogna stare attenti alle modalità ed intenzioni con le quali la si usa in quanto potrebbe essere una pratica occulta molto potente nel campo sentimentale.
Essa risulta legata a diverse discipline quali l’occultismo, l’alchimia, la stregoneria, lo spiritismo e via dicendo. Non bisogna mai prenderla sotto gamba. Esistono diversi riti che coloro che credono compiono allo scopo di ottenere un maggior legame con la persona che amano. Essi utilizzano formule magiche specifiche, erbe, fiori, candele, ed ovviamente la massima concentrazione per poter ottenere l’effetto che si desidera.
Picatrix: il manoscritto di magia cosmica
La Chiesa nei secoli ha preso le distanze da un sacco di opere ritenute eretiche o votate al Maligno, ma in particolar modo nel secondo millennio si è adoperata per un’aspra repressione, spesso senza motivo, di libri scritti secondo concetti innovativi per il tempo. Siamo portati a pensare che tutte le opere fatte distruggere nei roghi comandati dal Clero o proibiti dalle bolle papali siano stati ritenuti sacrileghi, ma non era quasi mai così: basti pensare che nell’ “Index librorum prohibitorum” (l’Indice dei libri proibiti) figuravano anche 45 edizioni proibite della Bibbia, oltre a tutte le Bibbie nelle lingue volgari.
Il Picatrix fu un manoscritto di circa 400 pagine sul quale la repressione si accanì in modo particolare perché vene considerato eretico: al suo interno riportava formule e metodi per attrarre e canalizzare l’energia del cosmo in modo da poter cambiare il corso del destino e far avvenire un evento futuro desiderato. Non c’era quindi Dio al centro del tutto, ma l’uomo.
“Picatrix” è il nome che fu dato al manoscritto nel XV secolo dalla Chiesa stessa, ma le sue origini vanno molto più indietro nel tempo: il primo manoscritto di cui si ha notizia era in arabo e aveva il titolo “Ghâyat al-Hakim”; gli storici hanno sempre pensato che sia nato dalla mano di Abû- Maslama Muhammad ibn Ibrahim ibn ‘Abd al-da’im al-Majrîtî, un oriundo di Cordova morto nel 1007 d.C., ma c’è chi pensa che abbia origini ancora più antiche, forse greche o addirittura egizie.
Viene considerato il testo di magia più diffuso nella cultura esoterica antica e medievale e iniziò ad apparire tradotto in latino in Spagna nei dintorni del 1050. Non venne mai stampato, ma proprio nel periodo di maggiore repressione da parte della Chiesa, tra il XV e il XVI secolo, ebbe una grande diffusione in tutta Europa.
Tutte le copie del Picatrix vennero considerate opere empie e messe al bando e l’Inquisizione calcò la mano considerandolo un manuale satanico e ritenendo l’autore un “Rettore della Facoltà diabolica”.
Nelle sue 400 pagine il Picatrix si presenta come un grimorio che promette la conoscenza su come ottenere energia dai pianeti del cosmo. Al suo interno contiene immagini di magia celeste e nozioni di magia con riferimenti agli astri, ai talismani e all’energia naturale (animali, piante, metalli, pietre, etc.); una buona parte si occupa di insegnare a costruire oggetti catalizzatori per convogliare le influenze celesti e astrali e utilizzarle per il bene dell’essere umano.
Il manoscritto è diviso in 4 libri:
– Il primo tratta del cielo e della sua evoluzione energetica attraverso le molte configurazioni che assume.
– Nel secondo si parla del cielo, del moto del pianeta Terra e dei loro effetti sulle creature viventi.
– Il terzo spiega le proprietà dei pianeti e delle stelle.
– Nel quarto si passa a parlare degli spiriti e di tutte le forze sovrannaturali che agiscono sull’uomo e poi spiega le capacità e l’utilità dei talismani.
Il concetto alla base del Picatrix è che attraverso la conoscenza di questi testi magici il lettore impara ad attrarre e canalizzare l’energia del cosmo in modo che un determinato evento si sviluppi secondo la sua volontà. All’interno ci sono diverse ricette bizzarre e innumerevoli incantesimi che dovevano essere “catalizzati” utilizzando composti psicotropi come l’hashish, l’oppio e altri allucinogeni: l’idea era che inducendo stati alterati di coscienza e viaggi astrali si fosse in grado di capire il segreto per contattare gli spiriti e altre dimensioni di esistenza.
Qualcuno ha azzardato l’ipotesi che questo manoscritto sia stato utilizzato dagli egizi per la costruzione di gran parte delle loro opere: infatti il Picatrix spiega non solo come creare talismani od oggetti di piccola dimensione, ma anche intere città edificate utilizzando i principi della magia astrologica e la disposizione della volta celeste. Un esempio lampante di questa tecnica costruttiva sono le grandi piramidi.
Oggi in circolazione ci sono molte versioni del Picatrix, anche se nei secoli hanno subito correzioni, traduzioni errate e modifiche che ne hanno alterato notevolmente i contenuti originali.
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