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Re Artù:La verità oltre la leggenda

il Sabba delle streghe

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venerdì 28 settembre 2018

La leggenda della Strega e di Cú Chulainn.

LA LEGGENDA DELLA STREGA MAL
 E DEL GUERRIERO CU' CHULAINN

L’Irlanda è piena zeppa di leggende e tradizioni, e ogni volta che si arriva in un luogo o in un sito, si ha la sensazione che aleggi qualcosa o qualcuno di misterioso, ed ecco che...si è subito travolti e rapiti da tale sensazione.

Questa leggenda in particolare è legata strettamente ad uno dei luoghi simbolo dell’Isola di smeraldo, Le Cliffs of Moher.

La leggenda narra di una strega di nome Mal che ad un certo punto della sua vita si innamorò perdutamente di un guerriero, il leggendario Cù' Chulain, quest'ultimo però, non ricambiò il suo amore facendo così andare su tutte le furie la Strega che, sentitasi respinta mise in atto tutte le sue arti di donna e maga per attirare il guerriero Cù' Chulainn alle Cliffs of Moher dove ella dimorava.

Quel giorno il guerriero arrivato nella parte più alta della scogliera, a sud vicino al fiume Shannon, spiccò un salto che lo portò su un’isola chiamata Diarmuid & Grainne’s Rock, ma la strega non si fece intimorire e lo seguì.
Da buon guerriero, Cù' Chulainn fiutò il pericolo e decise che era troppo rischioso rimanere sull'isola insieme alla strega Mal da solo. Con un secondo poderoso salto quindi, ritornò sulla terra ferma. La strega cercò di seguirlo, ma nemmeno la sua magia poté niente contro il destino: il vento le fu contrario e invece che portarla sulla terra ferma, la spinse indietro, verso il promontorio e la uccise.

Sembra che la baia abbia preso il nome di Malbay proprio dal nome della strega, e che la propaggine più meridionale del sito, denominata appunto Hag’s Head (Capo della Strega), prese la forma della strega stessa. Se si osserva attentamente, la scogliera in quel punto sembra assomigliare ad un profilo di donna. Una donna che è rimasta nei secoli a controllare quello spuntone di roccia, che le fu fatale.
A me piace pensare che la strega Mal,sia rimasta lì, ferma nel tempo, quasi a monito per tutte quelle donne che perseguono la ricerca di un uomo a tutti i costi, nonostante lui non dimostri nessun interesse.


CU' CHULAINN IL GUERRIERO LEGGENDARIO


Cu' Chulainn è un guerriero protagonista di molte delle più famose leggende irlandesi.
Di lui si racconta che da ragazzino, riuscì ad entrare nella scuola Macra e divenne presto uno dei più brillanti Red Branch Knights (guerrieri dell’Ulster). In un’occasione dove per futili motivi arrivò tardi ad un banchetto indetto per i guerrieri dal re Culann, si trovò a fronteggiare il temibile cane del re da solo e lo uccise. Il re era tanto felice di avere nel suo regno un guerriero possente e poderoso, quanto infelice di aver perso il suo cane. Da allora quel guerriero che in origine si chiamava Setanta, si chiamò Cu' Chulainn cioè “guardiano di re Culann“.







FONTE
dal web

Druidi: Fascino e magia dei sacerdoti celtici

Druidi:
Fascino e Magia dei Sacerdoti Celtici
Risultati immagini per leggende oscure celtiche
Druidi: l’eterno dilemma legato ad una figura misteriosa quanto intrigante, che impregna ogni leggenda, ogni storia e ogni racconto relativo alla società celtica. Saggi, sacerdoti o semplici interpreti della realtà quotidiana, i druidi sono da sempre al centro di leggende e di controverse opinioni.
La prima diatriba si ha fin dal significato del nome druido: chi gli attribuisce una derivazione celtica dal’unione delle parole duir ( quercia ) e vir ( saggezza o saggio) e chi invece gli oppone la derivazione dall'antica Britannia con dryod (uomo saggio, veggente).

Qualunque sia l’origine che vorrai dare alla parola druida, la parola e le immagini ad essa legate ti evocheranno un vecchio saggio, vestito di bianco, con i capelli lunghi grigi  e una lunga barba bianca. E se chiudi gli occhi puoi anche vedere questo uomo saggio compiere un rito magico o una profezia in una raduna nel bosco o attorno ad un cerchio di mehir.
ORIGINE DEI DRUIDI
La versione esoterica avvolta in un alone di magia vuole l’origine dei druidi legata al mito di Atlantide, all'eterna lotta tra il bene e il male, tra la magia nera e la magia bianca. La catastrofe di Atlantide sembra aver inabissato i signori oscuri e aver salvato i saggi bianchi che si misero in viaggio sbarcando verso est sulle spiagge irlandesi e in Gran Bretagna e verso ovest sulle spiagge americane (sarà per questo che gli sciamani sono i saggi nella cultura degli indiani d’America?).
La versione storica o terrena vuole la prima menzione e attestazione dell’esistenza dei druidi nel “De Bello Gallico” nel 52 A.C., ma se vogliamo collegare la loro esistenza a Dolmen e Menhir e all'esercizio di religioni pagane, dobbiamo retrodatare la loro esistenza al 4500 A.C. o giù di lì.
RUOLO

Eccoci di nuovo ad un bivio. Religione o politica. Ancora una volta devi decidere qual'è la tua versione della storia:

  • Sacerdoti e divinatori, questa la figura che a me piace di più. Maestri di vita e cerimonieri, dediti all'insegnamento della filosofia, della magia e delle arti della guarigione. Spesso viene attribuita ai druidi, soprattutto in età antica, la responsabilità di sacrifici umani a fini religiosi, ma non ne abbiamo nessuna prova. La mia impressione è che bisognava denigrare in qualche modo una figura così potente.
  • Giudici e consiglieri a fianco dei più grandi re Celti; classe sacerdotale istruita e dedita all'insegnamento; guardiani delle leggi non scritte e tramandate oralmente per secoli e secoli.

Ma chi erano alla fine questi druidi o druidesse? Si perché ancora una volta siamo di fronte ad un bivio : uomini o donne? C’è chi la vuole una società patriarcale dove l’uomo era giudice, sacerdote e re di questa cultura antica. Ma esiste una corrente che vuole il mondo celtico legato alla Madre terra, alla donna come origine di vita e quindi una società matriarcale. La figura del druido di fatto non da conferma né all'una, né all'altra fazione perché i druidi hanno lunghi capelli e una tunica unisex.
Ognuno di noi vede nel druido ciò che è più simile al proprio modo di essere: pura narrazione storica o magia delle leggende.
La mia personale opinione? Uomo o donna non fa differenza, ma di sicuro avrei voluto partecipare ad un rito magico, attorno al fuoco per rendere omaggio alla Dea Madre.
Oggi esiste una sorta di neopaganesimo che vede nel druido il suo più alto rappresentante, ma sarà riuscita a resistere la magia attraverso i secoli?
Immagine correlata
Cristina di Irelandream
FONTE:http://www.irelandream.com/druidi-sacerdoti-mondo-celtico/

lunedì 24 settembre 2018

Mabon: Equinozio d'Autunno

Equinozio d'Autunno

Mabon (21 Settembre)
Mabon è la seconda delle feste del raccolto, anche chiamato Equinozio d'Autunno. E' un tempo di equilibrio, la notte e il giorno sono ugualmente suddivisi, ma la luce sta iniziando a diminuire a favore dell'oscurità.
L'equinozio d'autunno, il 21 Settembre, è il momento della discesa della Dea nel mondo del sotterraneo. Con il suo allontanamento, vediamo il declino della natura e l'arrivo dell'inverno. Tra l'altro è un mito classico, antico, visto nella storia sumera di Inanna e in quella greca e romana con Demetra e Persefone.

In Settembre, dobbiamo anche dare il nostro saluto al Dio del Raccolto. Egli è L'Uomo Verde, visto come il ciclo della natura nel regno dei boschi. Egli è il raccolto ed i suoi semi sono piantati nella terra in maniera tale che la vita possa continuare ed essere sempre più abbondante.
Il simbolismo di questo Sabbat è legato ai Misteri, all'Equilibrio, al momento in cui la notte e il giorno sono uguali. Alcuni simboli di Mabon sono l'uva, il vino, le ghirlande, le pigne, il granturco, le foglie secche, le ruote del sole, il melograno.

Mabon è il momento per celebrare le divinità antiche e gli spiriti del mondo. Ciò che bisogna fare per mabon è ringraziare, infatti alcune delle attività pagane da prendere in considerazione sono quelle di fare il vino e celebrare i defunti. E soprattutto è il momento giusto per fermarsi e rilassarsi, essere felici. Anche se non coltiviamo la terra e non ci guadagniamo da vivere come i nostri antenati, ciò non vuol dire che non mettiamo impegno in ciò che facciamo.

Mabon ("Grande Figlio") è un Dio gallese. Era un grande cacciatore con agile cavallo e uno splendido cane da caccia. Probabilmente è la mitologizzazione di un grande condottiero del tempo. Fu rapito dalla madre, Modron (Grande Madre), quando aveva solo tre giorni, ma fu salvato da Re Artù (altre leggende raccontano che fu salvato da un gufo, un'aquila ed un salmone). Però durante questo tempo, Mabon ha vissuto, prigioniero felice, nel mondo magico di Modron -- il suo grembo. Solo in questa maniera può rinascere. La luce di Mabon è stata portata nel mondo, raccogliendo la forza e la saggezza, in maniera da trasformarsi in un nuovo seme. In questo senso, Mabon è la controparte maschile di Persefone, il principio maschile fertilizzante. Modron corrisponde a Demetra.
Dall'equinozio autunnale, la forza del sole inizia a diminuire, fino al solstizio invernale, quando il sole inizia a crescere d'intensità e i giorni diventano nuovamente più lunghi delle notti.

I wiccan celebrano la Dea anziana mentre passa da Madre a Crona e il suo consorte, il Dio, che si prepara alla morte e quindi alla rinascita. L'enfasi va sul messaggio di rinascita che può essere ritrovato nei semi del raccolto.
I simboli che celebrano la stagione includono vari tipi di meloni e zucche. Gli steli possono essere legati assieme per simbolizzare il Dio del raccolto e quindi essere messi in un cerchio di zucchette. Una scopa può essere costruita per simbolizzare la polarità di maschile e femminile.

Il Dio del raccolto è spesso simbolizzato da un uomo di paglia o fieno, il cui corpo sacrificale è bruciato e le cui ceneri sono riversate sulla terra. La Dea del raccolto, è fatta dall'ultimo fascio del raccolto, vestita con un abito bianco decorato con nastrini colorati che simbolizzano la primavera, e quindi appesa ad un palo (un simbolo fallico della fertilità).
Se possibile celebrate Mabon in compagnia, organizzate una grande cena. Lasciate che ognuno porti un piatto cucinato e fate una cena della fortuna. Prima di mangiare, fate passare un piccolo calderone vicino al tavolo. Quando ognuno lo terrà in mano dovrà dire qualche parola di ringraziamento per l'anno andato e di benedizione per l'anno che verrà (il calderone è simbolico del grembo della madre.)

Corrispondenze
Luna
Luna di Granturco, Luna dei semi, Luna dei venti.

Simboli
Un cesto di foglie cadute, Pigne, La ruota dell'anno, Vino, Lupi, Zucche e Cornucopie

Divinità
Le Dee del raccolto, Persefone, Thor, Mabon, L'uomo silvestre

Colori
Marrone, Arancione, Oro, Bordeux

Cibi tradizionali
Frutta autunnale, Granturno, Vini, Sidro, Radici (carote, patate, cipolle)

Erbe
Cedro, nocciolo, edera, granturco,pioppo, ghiande, cipresso, pigne, achillea, calendula, salvia, camomilla, foglie di mandorlo, frutto della passione, incenso, girasole, grano, mele secche.

Alberi
Meli, noccioli

Lama dei tarocchi
L'eremita, arcano maggiore nove

Incenso
Mirra, salvia, pino. Potete anche mischiare calendula, frutto della passione e la felce con la mirra o l'incenso per un incenso di mabon.

Cristalli
Ametista, Topazio, Corniole, Zaffiri, Ambra, Cristallo di Rocca, Peridoto, Avventurina.

(Fonte: http://www.stregadellemele.it/)

*Willow*

domenica 23 settembre 2018

Ricerche e studi sulle Terre Celtiche dai tempi archeologici, passando per il Medioevo fino alle tradizioni dei nostri giorni


TERRE CELTICHE E MEDIOEVO
Studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa
Ricerche e studi sulle Terre Celtiche dai tempi archeologici, passando per il Medioevo fino alle tradizioni dei nostri giorni

MITI E LEGGENDE DEL MONDO CELTICO
I Celti, che adoravano la Natura, popolarono la terra di spiriti, benevoli o malevoli. Essi credevano negli spiriti minori della vegetazione, gli spiriti del grano e della fertilità, tutti sopravvissuti nelle fate delle successive credenze popolari.
Se il Cristianesimo riuscì ad eliminare la venerazione delle divinità maggiori, ancora ai nostri giorni sono praticati antichi rituali di una religione della terra dura a morire, consistenti in offerte agli alberi, alle pietre, alle fontane e ai crocicchi, accensione di fuochi o candele, pronunciando incantesimi ad essi indirizzati, per venerare alberi, boschetti, pietre, fiumi e pozzi.

IL PANTHEON CELTICO
tratto da LA VITA RELIGIOSA di Devon Scott in "Il cerchio di fuoco. Leggende, folklore e magia dei Celti" Edizioni L'Età dell'Acquario, 2009

Tra le divinità più importanti proprie delle Isole Britanniche c'erano Dagda, padre di tutti gli dei, patrono dei Druidi, della scienza, del sapere sacerdotale, dio della vita e della morte; sua figlia Brigit, che proteggeva la poesia e la divinazione; 

Ogme, figlio di Brigit, dio dell'eloquenza, inventore della scrittura e della magia;

Diancecht, dio della salute, della giovinezza e della medicina.

Invece i Celti continentali adoravano Teutates, il dio del cosmo, dispensatore del soffio vitale, protettore dei padri di famiglia, dei capi, dei re;

Hesus, dio della guerra, che proteggeva i guerrieri, incarnava la vitalità maschile ed il seme fecondatore, e assumeva talvolta le sembianze di un grosso cane feroce;

Taranis, dio delle tempeste e delle acque, protettore della navigazione, i cui simboli erano il fulmine e la ruota;

 Maponos, dio del vigore giovanile e della medicina. 

I Galli avevano anche il culto di Belenus,
 dio della luce,

 e di sua moglie Belisama, dea del fuoco e della saggezza; 

inoltre veneravano Epona, protettrice dei cavalli e dei cavalieri, 

e Cernumno, il dio cornuto della caccia, protettore degli animali e dispensatore di abbondanza. 

Lugh era come il Mercurio romano, patrono delle arti presso tutti i Celti; gli fu dedicata la città di Lugdunum (Lione). 

Le attribuzioni degli dei maschili non erano fisse, ma cambiavano tra le varie tribù; per esempio, Teutates veniva indicato da alcuni come un equivalente celtico di Giove, da altri come Marte.
Per quel che riguarda le divinità femminili, molti studiosi sono d'accordo sul fatto che le innumerevoli dee dai nomi diversi altro non fossero che molteplici attribuzioni di un'unica dea: la Grande Madre Terra. 

Keridwen era la Dea Madre nella sua funzione di protettrice delle forze della natura, delle foreste, delle montagne;

 Rosmerta custodiva il focolare domestico, le tradizioni, le cose sacre;

 Idunna rappresentava il pensiero creatore, la conoscenza, le opere intellettuali;

 Danu (o Anu) aveva il volto della luna e regolava le maree e i flussi mestruali femminili;

 l'irlandese Morrigan (Branwen per i Celti continentali) era la regina delle battaglie, una donna-guerriera di grande valore e audacia.

L'ALTROMONDO CELTICO
Altrove è la terra della felicità eterna dove vivono gli uomini dopo la vita sulla terra: dove non ci sono peccati da espiare o buone azioni da premiare come per i Cristiani; dove vivere una vita piena e perfetta e non una non-vita come quella immaginata dai Greci e dai Romani. Altrove è anche la terra dove vivono gli antichi dei, ovvero è il Regno delle Fate.(Elfland).
Sebbene Altrove si raggiunga solo con la morte, alcune leggende e poesie celtiche narrano di poeti, eroi semi-divini o semplici visitatori che ci sono arrivati in vita, alcuni sono imram ovvero racconti di avventure per mari inesplorati, altri rientrano nel vasto tema popolare del rapimento fatato.
Così nella narrazione di Thomas of Erceldoune (Ercildoune) riportato nel Thornton Manuscript, (vedi) viene descritto un reame dell'abbondanza dove dame e cavalieri si dilettano con musica, danze e canti, schermaglie amorose e giochi cortesi (senza omettere sontuosi banchetti)

48
In-to þe haulle sothely scho went,
Thomas foloued at hir hande;
Than ladyes come, bothe faire and gent,
With curtassye to hir knelande.
49
Harpe and fethill bathe þay fande,
Getterne, and als so þe sawtrye;
Lutte and rybybe bothe gangande,
And all manere of mynstralsye.
50
Þe most meruelle þat Thomas thoghte,
Whene þat he stode appone the flore;
Ffor feftty hertis in were broghte,
Þat were bathe grete and store.
51
Raches laye lapande in þe blode,
Cokes come with dryssynge knyfe;
Thay brittcned þame als þay were wode;
Reuelle amanges þame was full ryfe.
52
Knyghtis dawnesede by three and three,
There was revelle, gamene and playe;
Lufly ladyes, faire and free,
That satte and sange one riche araye.
TRADUZIONE ITALIANO
48
Entrò con passo lieve nella sala
E Thomas lo fece insieme a lei.
Poi dame vennero ed erano gentili
E a lei per cortesia si inginocchiarono.
49
Arpa e violino suonarono allegri
E con essi la cìtara e il salterio
E si unirono il liuto e la ribecca
E menestrelli presero a cantare.
50
Ma la cosa che fu più straordinaria,
Pensò Thomas intento a riguardare,
Furono i cervi, cinquanta, lì imbanditi,
Ed erano tutti grandi e ben pasciuti.
51
Il sangue i cani stavano lappando
E i cuochi vennero con i coltelli
E presero a tagliare come matti
E parevano in preda a frenesia
52
Cavalieri danzavano a tre a tre;
C'era baldoria, c'era festa e gioco;
Belle dame raccolte in lieta schiera
Ben abbigliate cantavano in coro.
(tratto da Hugh Mynne, La via delle Fate, Sperling & Kupfer, Milano 1998, traduzione dall’inglese di Francesco Saba Sardi)


INNO A TIR NA NOG
I guerrieri celti non temevano la morte in battaglia perché i loro druidi insegnavano che l’anima avrebbe conservato immutate le proprie sembianze umane, come pure i propri bisogni e necessità e avrebbe ancora vissuto nell’AltroMondo: un’isola meravigliosa o una grande pianura dentro i tumuli preistorici, dove corrono i cavalli, i frutteti sono rigogliosi, la musica è soave, il tempo eternamente sereno, ricchezza e bellezza, donne fiabesche, bevande divine.

Tir na nog agus tir na mbeo
tir gan bran ar bith
ta'si i gcein san iar tharbui
ar cho'adach na Mara goirme
ta' curach luath de christal agam
mach bhfaca suil bha'smar go deo
iochaimid go tir sin raimh titim na ha'che
i mo churaigh luaith ghil
tiochaimid go cladach na tire grianmha ire sin
gan draoithe's gan deazmhain chom maith
go tir na nog, son iar thar bui
ar chladach na mara goirme
tir aoibhinn a bhfuil gleannta naine inti
sruthanna gela's ma'msa fe'armhara
tir shitheach sha'mh gan bla's is gan timmeas
mar a bhfuil samhradh ann go deo.
TRADUZIONE ITALIANO
Terra di giovinezza e terra di vita
terra priva di dolore
lontana nell'occidente dorato
sulla riva del mare azzurro
possiedo una barca di cristallo veloce
come occhi mortali non videro mai
noi andremo verso quella terra
prima che cada la notte
sulla mia barca veloce e splendente
Andremo verso la riva di quella terra assolata
verso la terra della giovinezza,
nell'occidente dorato
sulla riva del mare azzurro
la terra dalle valli verdeggianti
ruscelli chiari e pianure fitte d'erba
una terra di pace, serena,
priva di morte e di dolore
dove è sempre estate.

Verso quest’isola meravigliosa si dirigono in vita gli eroi, un’isola che simbolicamente si trova ad Ovest: cibo e bevande sono inesauribili è la terra dell’abbondanza, della pace e dell’armonia.
L’Altro Mondo è di difficile accesso, esso è invisibile agli occhi umani e il cammino è pericoloso e pieno di insidie. Solo agli eroi o agli iniziati riescono a raggiungerlo da vivi. Sono coloro che vengono rapiti dalle fate come il barcome il bardo scozzese  Thomas the Rhymer (Tommaso il Rimatore) vedi oppure Oisin il poeta e guerriero dei Fianna, rapito nientemeno che dalla figlia del dio del Mare Manannan vedi. Un'altra ballata molto popolare è inoltre quella dell'elfo Tam Lin che un tempo era stata un umano di cui la regina delle fate si era invaghita 

Anche le donne erano rapite dalle fate (soprattutto le più belle e spesso proprio nel giorno del loro matrimonio!!) così Etain è rapita dal dio Midir e la lirica è stata messa in forma di canzone da Angelo Branduardi nel suo "Donna di Luce" vedi
(Cattia Salto, novembre 2013)
fonte
http://ontanomagico.altervista.org/oiw.html

venerdì 7 settembre 2018

La filastrocca dei 13 folletti

La filastrocca dei 13 folletti

"Quattro gli Gnomi che ascoltano storie:
miti, leggende, racconti, e memorie...
Una la Rana che è un po' menestrello
canta e racconta di questo e di quello
e tutti insieme nel magico stagno,
con cinque sorelle che si fanno il bagno,
negli ultimi giorni di Tardestate
vivono mille avventure incantate:
le porteranno nei loro ricordi
come qualcosa di cui non ti scordi
come qualcosa che un tempo lontano
tu proprio hai vissuto
 e non è strano
che favole e fiabe nei nostri pensieri
riaccendano luci dei giorni di ‘ieri’:
momenti incantati, pensieri leggeri,
draghi e folletti,
fate e guerrieri
ci fanno capire che lungo la Via
rimane per sempre
un po’ di Magia…”
- Nonna Gnoma -
fonte:
https://www.facebook.com/La.Filastrocca.dei.tredici.Folletti/

- Testo: DFP - (https://www.facebook.com/DanielaFerraroPozzer/)
Il testo è coperto da copyright e di proprietà delle autrici de La Filastrocca dei tredici Folletti -

  1. https://m.facebook.com/DanielaFerraroPozzer/
Sono le di

Le feste celtiche

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